Notizie USA Occhi su Powell, oggi prima testimonianza al Congresso: cosa dirà il numero uno della Fed

Occhi su Powell, oggi prima testimonianza al Congresso: cosa dirà il numero uno della Fed

24 Giugno 2025 10:17

Riflettori puntati sul presidente della Fed, Jerome Powell, che oggi pomeriggio (alle 16 ore italiane) terrà la prima parte della consueta testimonianza semestrale al Congresso degli Stati Uniti. Diversi i temi sotto la lente, dalle tempistiche dei tagli dei tassi alle questioni commerciali e geopolitiche, passando anche per la vigilanza bancaria e la remunerazione delle riserve degli istituti di credito. Ecco i probabili argomenti del discorso di Powell e delle domande che gli verranno poste.

Fed cauta tra dazi e tensioni geopolitiche

Powell si prepara a parlare parlerà oggi davanti alla Commissione Servizi Finanziari della Camera, e domani alla Commissione Bancaria del Senato, in un contesto ancora cauto. Poco meno di una settimana fa, i funzionari della Fed hanno deciso di lasciare i tassi invariati nel range 4,25-4,5% per la quarta riunione consecutiva, in attesa di valutare gli impatti delle politiche commerciali di Trump e delle tensioni geopolitiche.

Su quest’ultimo fronte, nelle ultime è arrivata una svolta importante con il cessate il fuoco tra Israele e Iran annunciato dallo stesso presidente Usa. Per il momento l’accordo sta sostenendo le borse e frenando le quotazioni del greggio, rimuovendo una fonte di preoccupazione dal punto di vista inflazionistico.

Discorso diverso per quanto riguarda i dazi, per i quali si aspetta soprattutto la scadenza del 9 luglio, quando in teoria dovrebbero entrare in vigore le tariffe del 50% sui beni dell’Ue.

Trump attacca ancora Powell

Donald Trump è tornato a criticare l’operato di Powell, incitando il consiglio ad attivarsi per abbassare il costo del denaro. Il tycoon ha ribadito che i tassi dovrebbero scendere “di due o tre punti percentuali”, aggiungendo che “pagheremo la sua incompetenza – di Powell – per molti anni a venire”.

Tuttavia, è improbabile che queste parole possano scalfire il presidente della Fed, da cui ci si attende una sostanziale conferma del messaggio lanciato la scorsa settimana, quando ha affermato che la banca centrale è “solida e ben posizionata” e prima di considerare qualsiasi mossa sui tassi di interesse “attende più dati per saperne di più sul probabile andamento dell’economia”. Il punto focale restano le tariffe: “alla fine, il costo dei dazi deve essere pagato, e una parte ricadrà sul consumatore finale”, ha sentenziato Powell.

Possibile tasso a luglio con inflazione sotto controllo

In settimana sono attesi i dati sul Pce core, l’indicatore preferito dalla Fed per l’inflazione di fondo, che dovrebbe mostrare un incremento limitato dello 0,1% a maggio, rafforzando l’idea che l’impatto delle politiche commerciali non si sia ancora riversato sull’economia reale.

Nel frattempo, due governatori della Fed – Christopher Waller e Michelle Bowman, entrambi nominati da Trump – hanno affermato che l’impatto dei dazi sui prezzi sarà probabilmente di breve durata e che potrebbero sostenere un taglio dei tassi a luglio se l’inflazione rimarrà contenuta. La presidente della Fed di San Francisco, Mary Daly, ritiene invece più probabile una riduzione in autunno.

Il presidente della Fed di Chicago, Austan Goolsbee, ha mantenuto una posizione più neutra, indicando che l’istituto di Washington potrebbe riprendere a tagliare i tassi se l’effetto dei dazi sui prezzi resterà contenuto, senza tuttavia pronunciarsi sui tempi esatti della prossima  mossa.

Al momento, i mercati prezzano un taglio a luglio con una probabilità contenuta, poco sopra il 20%, mentre una mossa entro settembre è quasi pienamente scontata e prima della fine del 2025 gli operatori intravedono due riduzioni, in linea con il dot plot.

Powell chiamato a rispondere su banche e riserve

Tra i possibili temi caldi c’è anche quello della regolamentazione bancaria. Nella testimonianza odierna, gli operatori potranno valutare le opinioni di Powell sulle principali modifiche normative attualmente in corso. La Casa Bianca, infatti, sta promuovendo un programma di deregolamentazione e Trump ha affidato a Michelle Bowman l’incarico di abbassare i buffer di capitale che secondo alcuni limiterebbero l’operatività degli istituti di credito.

È probabile, inoltre, che Powell risponda a interrogativi su una recente proposta avanzata dal senatore repubblicano del Texas Ted Cruz, che eviterebbe alla Fed di pagare interessi sulle riserve bancarie. Secondo il politico, la mossa farebbe risparmiare 1,1 trilioni di dollari in un decennio, ma per molti analisti metterebbe a repentaglio la capacità della banca centrale di controllare i tassi di interesse a breve termine. Il presidente della Commissione bancaria del Senato, Tim Scott, ha bloccato l’inserimento della proposta nel pacchetto fiscale e di spesa di Trump, ancora in fase di approvazione al Congresso, ma non ha respinto l’idea in toto.