Pil Italia: Ocse rivede al ribasso stime crescita (+0,6% nel 2025). Progressi nei conti pubblici

Fonte immagine: Istock
Nel suo ultimo aggiornamento dell’outlook economico, l’Ocse rivede al ribasso le previsioni di crescita per l’Italia, con un Pil atteso in rallentamento nel 2025 e 2026. Nonostante questo, migliorano deficit, debito e occupazione. Il nuovo rapporto mette in luce anche le sfide strutturali da affrontare: formazione, lavoro giovanile, partecipazione femminile e sostenibilità della spesa pubblica.
OCSE: crescita più lenta nel 2025 e 2026
Dopo i tagli di marzo, dovuti alle tensioni commerciali globali, l’organizzazione ha ulteriormente abbassato le stime: per il 2025 il PIL italiano è atteso crescere dello 0,6%, in calo rispetto allo 0,7% precedentemente previsto. Per il 2026, la crescita stimata scende allo 0,7%, rispetto allo 0,9% indicato in precedenza.
La revisione al ribasso non riguarda solo l’Italia. L’Ocse ha ridotto anche le previsioni di crescita globale, portandole al 2,9% sia per il 2025 che per il 2026. Si tratta di una leggera flessione rispetto al 3,1% stimato per il 2025 e al 3% per l’anno successivo, segno di un rallentamento più ampio a livello internazionale.
Migliorano i conti pubblici italiani: deficit in calo
Nonostante le previsioni economiche meno favorevoli, l’Italia sta facendo progressi significativi sul fronte dei conti pubblici. Secondo l’Ocse, il deficit è sceso al 3,4% del PIL nel 2024, in forte miglioramento rispetto al 7,2% del 2023. Questo dato è migliore di quanto previsto dallo stesso governo italiano. Per il 2025 il disavanzo dovrebbe ulteriormente ridursi al 3,1% del Pil, fino ad arrivare al 2,8% nel 2026, riportandosi quindi al di sotto del limite del 3% previsto dal Patto di stabilità europeo.
Anche il debito pubblico mostra segnali positivi. Dopo aver toccato il 135,3% del Pil nel 2024, dovrebbe iniziare a diminuire già da quest’anno, scendendo al 135% e poi al 134,5% nel 2026. Si tratta di un’inversione di tendenza importante, che l’Ocse considera un passo positivo per la sostenibilità fiscale dell’Italia.
Sul fronte del lavoro, l’Ocse prevede un ulteriore miglioramento. Dopo essere sceso al 6,5% nel 2024, il tasso di disoccupazione dovrebbe attestarsi al 6,1% nel 2025 e mantenersi su questo livello anche l’anno successivo. Questo indica una relativa stabilità nel mercato occupazionale, seppure in un contesto economico moderato.
Per quanto riguarda il commercio estero, le esportazioni italiane sono destinate a ristagnare nel breve termine, a causa dell’inasprimento delle politiche commerciali a livello globale. Tuttavia, l’Ocse evidenzia che una più rapida attuazione del PNRR potrebbe sostenere gli investimenti e favorire la creazione di posti di lavoro nel medio periodo. Una corretta gestione dei fondi del programma NextGenerationEU è considerata fondamentale per stimolare la domanda nel breve termine e migliorare il clima per gli investimenti nel lungo periodo.
Le sfide strutturali: formazione, pensioni e demografia
Per rafforzare la crescita a lungo termine, il rapporto suggerisce di migliorare le opportunità di formazione, sia per i giovani che per i lavoratori più anziani. Questo aiuterebbe a sviluppare competenze più adatte alle esigenze del mercato. Inoltre, l’Italia deve affrontare una serie di pressioni di spesa legate all’invecchiamento della popolazione, alla transizione climatica e agli investimenti in difesa.
Secondo l’organizzazione con sede a Parigi, sarà necessario attuare riforme significative, tra cui un miglior controllo della spesa pensionistica, un aumento delle imposte patrimoniali e un contrasto più efficace all’evasione fiscale. Questi interventi potrebbero liberare risorse per nuovi investimenti pubblici. Un altro punto critico riguarda il rafforzamento della forza lavoro. Migliorare la preparazione al lavoro dei diplomati, incentivare gli apprendistati e promuovere l’istruzione tecnica avanzata sono strategie fondamentali per aumentare sia la dimensione che le competenze della forza lavoro italiana. Rendere il mercato del lavoro più attrattivo per i giovani potrebbe contribuire a contrastare la fuga di talenti. Infine, l’OCSE invita a proseguire nel rafforzamento del sostegno pubblico alla cura dei bambini e degli anziani non autosufficienti, con l’obiettivo di aumentare la partecipazione femminile al lavoro.