Notizie Notizie Italia Banca d’Italia, Panetta: Europa cambi paradigma per tornare ad innovare: sì ad Eurobond. Dazi Usa grave rischio

Banca d’Italia, Panetta: Europa cambi paradigma per tornare ad innovare: sì ad Eurobond. Dazi Usa grave rischio

30 Maggio 2025 11:50

Nella Relazione annuale della Banca d’Italia sul 2024 il governatore Fabio Panetta ha coperto ogni aspetto saliente dell’economia globale, europea ed italiana.

Il governatore si è soffermato lungamente sugli effetti negativi per il mercato azionario e per la struttura economica globalizzata delle politiche di dazi di Donald Trump e ha invocato la creazione di strumenti di debito comune europeo per rafforzare i progetti di investimento e di autonomia strategica della UE.

Per quanto riguarda l’Italia Panetta ha evidenziato una buona performance in alcuni parametri fondamentali ma ha anche ricordato il problema dei bassi salari che affligge il paese da molti anni.

Politiche di dazi Usa sono rischio per il paradigma del commercio globale

“Le dispute commerciali e i conflitti in atto stanno incrinando la fiducia a livello internazionale, con effetti negativi sulle prospettive dell’economia globale.” Così Panetta ha aperto il suo discorso a Roma, ricordando  che “siamo di fronte a una crisi profonda degli equilibri che hanno sorretto l’economia globale negli ultimi decenni. Le politiche dell’amministrazione statunitense ne rappresentano il principale fattore scatenante, ma si inseriscono in un contesto già in rapida trasformazione”.

Con quest’ultima nota il governatore ha voluto fare riferimento ad un sentimento di disillusione nei confronti della globalizzazione, dovuto alla percezione che il libero scambio globale abbia penalizzato ampie fasce di lavoratori, trovatisi a competere con omologhi a costo più basso in altre parti del mondo. Questo, secondo Panetta, sarebbe imputabile ad altri fattori, e non sarebbe un problema endemico della globalizzazione in sé.

“Dopo la crisi finanziaria globale, in molte economie avanzate si è diffusa la percezione che la globalizzazione abbia ampliato le disuguaglianze e ridotto le opportunità di impiego per i lavoratori meno qualificati. In realtà, questi sviluppi riflettono in larga parte l’impatto del progresso tecnologico, oltre che le distorsioni generate da pratiche commerciali scorrette, come i massicci sussidi concessi da alcune economie emergenti alla propria manifattura”, ha detto. Progresso tecnologico e pratiche scorrette, quindi, che hanno “gradualmente indebolito il consenso intorno a un assetto fondato su regole condivise, apertura dei mercati e cooperazione multilaterale”, a partire dalla crisi finanziaria globale del 2008.

Le politiche di dazi di Donald Trump, peraltro ancora in fase di definizione e soggette a repentini saliscendi in linea con il temperamento del presidente americano, secondo Panetta difficilmente avranno l’effetto sperato, ossia quello di “correggere l’ampio disavanzo commerciale degli Stati Uniti“. Quest’ultimo, ha detto il governatore, “riflette principalmente squilibri legati alla forte domanda interna in un’economia prossima alla piena occupazione“.  Un’economia strutturata in quel modo è effettivamente un magnete per capitali esteri ed importazioni.  “Una correzione richiederebbe una riduzione dei consumi o degli investimenti, cui farebbe riscontro un minore afflusso di capitali dall’estero”, ha detto Panetta.

Pochi consumi e crescita in affanno: Europa esposta al rischio protezionistico Usa

Problema inverso ha l’Eurozona, dove i consumi interni sono asfittici e a guidare l’economia sono principalmente le esportazioni.

“La domanda interna è rimasta sotto le attese, nonostante alcuni cenni di ripresa. I postumi della crisi energetica, l’orientamento ancora restrittivo della politica monetaria e la diffusa incertezza hanno frenato i consumi e inciso negativamente sugli investimenti, condizionati dalla debolezza del settore manifatturiero”, ha detto il governatore.  Nonostante “nel 2024 l’economia dell’area dell’euro sia tornata a crescere, seppure a un ritmo inferiore al potenziale”, gli esiti delle trattative con gli Stati Uniti avranno “ricadute significative” sull’economia europea.

“Gli Stati Uniti costituiscono il principale mercato di sbocco per i prodotti dell’area, assorbendo quasi un quinto delle esportazioni”, ha ricordato Panetta. “Inoltre, la Cina
e alcuni paesi del Sud Est asiatico, caratterizzati da un eccesso di capacità produttiva”, potrebbero riorientare gli sbocchi del loro export verso l’Europa, “accentuando così la pressione
competitiva sui mercati europei.”.

Bce: bene processo di disinflazione, prossimi mesi saranno difficili

Per quanto riguarda la Banca Centrale Europea, Panetta ha avuto parole elogiative sull’operato dell’istituto centrale per combattere l’inflazione. “La credibilità dell’azione della Banca centrale europea ha contribuito a mantenere le aspettative ancorate all’obiettivo del 2 per cento, evitando che il fisiologico recupero delle retribuzioni reali innescasse la temuta spirale prezzi-salari.”

Nei prossimi mesi il lavoro per l’istituto guidato da Cristine Lagarde sarà tutt’altro che semplice, ha detto Panetta. ” Lo spazio per ulteriori riduzioni dei tassi di interesse si è naturalmente assottigliato a seguito dei tagli già effettuati. Tuttavia, il quadro macroeconomico rimane debole e le tensioni commerciali potrebbero determinarne un  deterioramento, con modalità e tempi difficili da prevedere.”

L’Europa deve ripensare il suo modello di sviluppo: sì a Eurobond

Per quanto riguarda l’Europa Panetta ha detto che è necessario ripensare al suo modello di sviluppo, concentrandosi su ingenti investimenti pubblici e ricorrendo a forme di finanziamento comuni come gli Eurobond. 

I dati parlano chiaro e sono riconducibili principalmente ad una grande difficoltà nell’innovare. “Negli ultimi trent’anni, la produttività del lavoro nell’Unione europea
è cresciuta del 40 per cento, oltre 25 punti percentuali in meno degli Stati Uniti. Dal 2019 il divario si è ampliato: in Europa la produttività è aumentata del 2 per cento, contro il 10 negli Stati Uniti, dove è stata sospinta soprattutto dai settori a tecnologia avanzata.”

Come far fronte a questo problema? Servono riforme e cambiamenti strutturali. “Vanno eliminate le residue barriere interne alla circolazione di beni, capitali e persone. Occorre investire in tecnologia, infrastrutture comuni e settori ad alto potenziale di sviluppo” e “in un contesto globale instabile, la priorità è rafforzare l’autonomia strategica.”

Panetta ha ricordato come secondo recenti stime serviranno almeno 800 miliardi di euro l’anno di investimenti “fino al 2030 per sostenere la transizione verde e digitale e rafforzare le capacità di difesa“. Ma “un impegno di tale portata non può gravare unicamente sui bilanci nazionali, né essere affidato solo al settore privato.” Per questo il governatore ha invocato la creazione degli Eurobond per far fronte agli enormi investimenti che la UE è chiamata ad effettuare nei prossimi anni. “Un mercato dei capitali integrato, con al centro un titolo comune europeo, ridurrebbe i costi di finanziamento per le imprese, attivando investimenti aggiuntivi per 150 miliardi di euro all’anno” innalzando “a regime, il prodotto dell’1,5 per cento. L’effetto sul PIL potrebbe risultare fino a tre volte maggiore se i nuovi investimenti fossero destinati a progetti ad alto contenuto tecnologico.”

Alti costi energia in Europa problema irrisolto. Conciliare decarbonizzazione con esigenze produttive

Rimane tuttavia irrisolto il problema degli alti costi energetici conseguenti all’invasione dell’Ucraina da parte della Russia, che grava sulle imprese europee, penalizzando investimenti, compremettendone la competività e “accentua il rischio di delocalizzazione”.

“Dopo l’invasione dell’Ucraina, quelli sostenuti dalle industrie europee sono aumentati sensibilmente, ampliando il divario con le altre principali economie”, ha detto. Il processo di decarbonizzazione va conciliato con il contenimento dei costi energetici e “una transizione efficace deve tener conto anche degli aspetti sociali e delle esigenze produttive, raggiungendo il giusto equilibrio tra ambizione e fattibilità.”

Italia mostra segni di vitalità economica, crescita superiore a media UE ma salari restano bassi

“Nonostante la crisi pandemica ed energetica”, l’Italia “ha mostrato segni di una ritrovata vitalità economica”, ha detto Panetta.

Nel 2024, “la crescita ha superato quella dell’area dell’euro. Il PIL è aumentato di circa il 6 per cento, trainato da un incremento di quasi il 10 nel settore privato”, ha detto il governatore, sottolineando anche come nello stesso periodo “il tasso di disoccupazione è sceso dal 10 al 6 per cento.”

Tuttavia, ha sottolineato Panetta, “il problema centrale rimane la produttività” e il ” basso livello dei salari riflette questa debolezza”. “Per garantire un aumento duraturo delle retribuzioni è indispensabile rilanciare la produttività e la crescita attraverso l’innovazione, l’accumulazione di capitale e un’azione pubblica incisiva”, ha detto il governatore.

L’Italia infine, ha ricordato, sconta ancora debolezze strutturali e problemi irrisolti che si trascinano da generazioni. “Il dualismo territoriale, i bassi livelli di istruzione, la frammentazione del sistema produttivo, la difficoltà di innovare. Sopportiamo, da quarant’anni, il peso di un debito pubblico che toglie spazio agli investimenti e condiziona le politiche economiche.”