Notizie Notizie Italia A Piazza Cordusio si affilano le armi. E’ tutto pronto per il faccia a faccia Profumo-Rampl

A Piazza Cordusio si affilano le armi. E’ tutto pronto per il faccia a faccia Profumo-Rampl

8 Settembre 2010 10:20

Il D-day di Unicredit è arrivato. Questo pomeriggio a Piazza Cordusio si aprirà il cantiere che vedrà schierati su fronti contropposti Alessandro Profumo e Dieter Rampl. Un appuntamento – quello del comitato governance del gruppo – anticipato da dichiarazioni di guerra. Perché è una partita che non si gioca sul velluto. Un unico dettaglio è, infatti, chiaro a tutti: nella stanza dei bottoni dell’istituto non ci saranno sconti.

 

Verrà affrontato il nodo spinoso dei rapporti al vertice della banca tra il top manager e i soci: in particolare l’atteggiamento dell’amministratore delegato, reo secondo il tam tam di Borsa di aver aperto le porte agli investitori libici, tenendo all’oscuro dell’operazione “Tripoli” un furibondo Rampl. Profumo ha smentito nei giorni scorsi questa versione dei fatti: ha spiegato che la Lia e la Central Bank of Lybia, i due principali veicoli finanziari del Paese governato da Muammar Gheddafi, hanno deciso in totale autonomia di aumentare le loro quote fino al 7% a inizio agosto, smorzando i toni di un confronto. Che però oggi ha tutto il sapore di voler arrivare alla resa finale.

 

Il blitz nel capitale di Unicredit da parte dei libici è una vicenda in cui vogliono vederci chiaro in molti, in particolare le fondazioni azioniste e i soci privati dell’istituto, ma anche la stessa Banca d’Italia ancora in attesa di risposte. La Consob, che ha aperto un’indagine volta a verificare l’esistenza di collegamenti tra Central Bank of Lybia, che detiene il 4,988% del capitale di Piazza Cordusio, e la Lybian Investment Authority (2,075%), dovrebbe fornire una propria risposta nei prossimi giorni.


Lo statuto di Unicredit prevede una percentuale massima di partecipazione di un singolo soggetto al capitale della banca pari al 5 per cento. Indiscrezioni di stampa sostengono oggi che anche la quota in mano alla Fondazione Cassamarca dello 0,8% in Unicredit sarebbe sulla strada di Tripoli. Secondo una ricostruzione fatta da un quotidiano, il presidente Dino De Poli un acquirente lo avrebbe già trovato. “Magari a piazza Cordusio hanno richieste da un socio libico, distinto”, azzarda il giornale. Da Treviso nessun commento specifico sulle indiscrezioni. Questa ipotesi di certo alimenta però ulteriormente il fuoco delle polemiche.


Anche se sul fronte libico non ci sono ancora novità ufficiali, in Borsa qualche analista ha già preso posizione. Luca Comi di Centrosim ritiene molto probabile che la questione si possa risolvere senza problemi. “Al massimo – spiega l’esperto in una nota raccolta da Finanza.com – dovrebbe essere dismesso il pacchetto costituito più di recente da Lybian Investment Authority, che ha portato la quota complessiva a eccedere il 5% statutario”. All’ora della verità manca ormai poco.