Notizie Notizie Italia Piazza Affari, un maggio di buy. Le novità in portafoglio di Equita: più Buzzi e Nexi, meno Iveco

Piazza Affari, un maggio di buy. Le novità in portafoglio di Equita: più Buzzi e Nexi, meno Iveco

4 Giugno 2025 08:00

Per i listini globali, Piazza Affari compresa, non è andato in scena il vecchio adagio sui mercati “sell in may e go away“. Al contrario, il ridimensionamento delle tensioni commerciali ha favorito il ritorno degli acquisti sui mercati che hanno così chiuso il mese di maggio in forte crescita (listini globali +6%, +5,5%ytd), recuperando rapidamente le perdite post-Liberation Day.

“Il catalyst principale è stato l’annuncio della tregua commerciale di 90 giorni tra USA e Cina, che ha rappresentato un punto di svolta nella direzione della politica commerciale di Trump: meno ideologia, più pragmatismo negoziale”, sottolinea Luigi De Bellis, head research team di Equita, nel consueto report “Monthly Italy” nel quale mantiene una “view moderatamente costruttiva sui mercati azionari”.

Piazza Affari continua a sovraperformare

Nel suo report mensile, Equita Sim si concentra e mette a confronto le performance dei listini azionari, compreso quello italiano. In particolare, su Piazza Affari scrive: “i mercati azionari italiani hanno continuato a sovraperformare gli altri listini (Ftse Mib +8,2%, Ftse Italia Mid-Cap +8,9% rispetto Euro Stoxx 600 +4.9%) grazie all’ottimo andamento del settore finanziario (indice bancario +8%) e dal deciso rimbalzo di alcune mid-small di rilievo. Il tutto in un contesto favorevole anche sul fronte obbligazionario, con lo spread BTP-Bund sceso sotto i 100bps”, indica la sim milanese.

I catalyst dei prossimi mesi

Con l’arrivo del mese di giugno, si inizia a guardare alla fine del secondo trimestre e della prima parte dell’anno ma si getta lo sguardo anche ai prossimi mesi. Secondo la view di Equita, nei prossimi mesi, l’attenzione dei mercati resterà focalizzata su una serie di dinamiche che potrebbero incidere sulla traiettoria degli utili aziendali, dopo una prima parte dell’anno decisamente positiva per i mercati azionari. “In particolare, sarà importante monitorare un possibile rallentamento dell’attività nei prossimi due trimestri, legato a un fisiologico effetto di compensazione dopo l’anticipo degli ordini che ha sostenuto la domanda nei mesi scorsi – segnala De Bellis -. Questo potrebbe generare una fase di raffreddamento, soprattutto nei comparti ciclici. In questo contesto, tuttavia, i policymaker appaiono pronti a intervenire: dagli Stati Uniti all’Europa fino alla Cina, i governi si preparano a stimoli fiscali mirati, mentre le banche centrali mantengono un atteggiamento proattivo, pronte ad aumentare il supporto monetario se necessario”.

Europa col vento in pompa, il contesto appare particolarmente favorevole: la BCE ha più margine della FED per essere accomodante, il piano tedesco da 500 miliardi di euro promette impatti significativi a partire dal 2026, e le valutazioni restano interessanti (MSCI EU P/E 2025-2026 = 15,5 volte-14,1 volte rispetto USA 22,7-20,2), soprattutto in uno scenario di recupero degli utili.

Equita conferma view costruttiva sui mercati azionari: i finanziari tra i temi preferiti

Equita conferma la sua view costruttiva sui mercati azionari, mantenendo un margine di liquidità per cogliere opportunità tattiche in caso di nuove correzioni. Nel “portafoglio raccomandato” ha mantenuto il peso dell’investito al 93,2% (dal 93,5% del mese precedente) rispetto ad un peso neutro del 90%.

Tra i temi preferiti gli esperti citano i finanziari, con una preferenza per i titoli ad alta componente commissionale (Fineco, Mediolanum), mentre tra le banche tradizionali la scelta va su Unicredit, BPER, Intesa e Credem; ma anche le infrastrutture, spinte dagli investimenti previsti dal fondo tedesco per energia, digitale e rinnovamento infrastrutturale (Buzzi, Danieli Sav.); e poi focus su Mid e Small Cap italiane, che dopo anni di sottoperformance offrono valutazioni interessanti (P/E 2025 11,4 volte) e sono esposte a catalyst come il taglio dei tassi BCE, il lancio del Fondo Nazionale Strategico di CDP in Italia e l’attuazione del piano tedesco. Equita predica, invece, cautela su auto e lusso: quest’ultimo ancora sotto pressione per la debolezza della domanda in Cina e USA, ma con valutazioni tornate su livelli appetibili. Infine, neutrali sulle utilities.

Nuovo portafoglio: più Buzzi e Nexi, meno Iveco

Equita ha fatto alcuni aggiustamenti su alcuni titoli del Ftse Mib. Ad esempio Buzzi. “Dopo la debole performance nell’ultimo mese, aumentiamo di 50bps il peso in portafoglio di Buzzi che rimane uno dei nostri titoli preferiti tra i ciclici per esposizione ad investimenti infrastrutturali in Europa (soprattutto Italia e Germania) e Stati Uniti”. In particolare, la società:

  • è uno dei titoli maggiormente esposti alla Germania (circa il 13% dell’Ebitda, il più alto tra i titoli del cemento) e quindi al maxi-piano di investimenti (500 miliardi di euro) nell’infrastrutture, nel digitale e nell’energia del nuovo Governo tedesco.
  • ha un’alta esposizione agli investimenti infrastrutturali sia in Europa che negli Stati Uniti;
  • ha la struttura finanziaria più solida del settore offrendo protezione e flessibilità operativa. In questo contesto pensiamo sia possibile l’avvio del piano di buyback (fino a circa il 5% del capitale) che può dare supporto al titolo;
  • tratta con uno sconto ingiustificato rispetto ai peers europei.

Stessa mossa su Nexi su cui è stato aumentato il peso di 50bps nel portafoglio principale. “Apprezziamo i solidi fondamentali della società, nonostante uno scenario più sfidante, e in particolare il focus sulla generazione di cassa e sulla riduzione dell’indebitamento – segnala De Bellis -. Inoltre, riteniamo che il titolo possa essere sostenuto dal programma di buyback da 300 milioni avviato alla fine di maggio”.

Discorso diverso per Iveco, per il quale Equita riduce il peso di 50bps. “Prendiamo ulteriore parziale profitto (quarta volta da inizio anno) dopo l’ulteriore overperformance del mese scorso (+17,5% rispetto Ftse Mib). Restiamo in sovrappeso, ritenendo che dopo la cessione (nostro scenario più probabile) oppure lo spin-off della divisione Difesa, per Iveco sussista appeal speculativo per potenziali business combination“, spiegano gli analisti.