Giugno bollente per le banche italiane. Il poker degli appuntamenti chiave

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Giugno bollente per le banche italiane, in primis per UniCredit. L’istituto guidato da Andrea Orcel sta affrontando una situazione complessa e il mese di giugno si preannuncia un periodo decisivo per la sua strategia, in particolare riguardo all’offerta pubblica di scambio su Banco Bpm. Dopo la sospensione, si attende il pronunciamento, il 19 giugno dell’Antitrust Ue. Ma prima, il 4 giugno, sarà il Tar ad esprimersi dopo il ricorso di Unicredit.
Il 16 giugno ci sarà poi l’assemblea di Piazzetta Cuccia per votare sull’Ops che l’istituto ha lanciato su Banca Generali (il 5 giugno è record date). Tra giugno e luglio attesi anche i vari via libera sull’operazione Mps-Mediobanca.
Il settore, complici dati Ocse negativi, sta cedendo a Piazza Affari. Mediobanca cede il 2,9%, Bper il 2%, Mps l’1,9%, Intesa Sanpaolo l’1,55%, Unicredit l’1,59%.
Unicredit-Bpm
Al centro degli appuntamenti del risiko c’ è, in particolare, la partita Bpm. Un’operazione che si giocherà in questa fase soprattutto tra tribunali e autorità europee. L’Ops è stata sospesa per 30 giorni per concedere ad Unicredit il tempo di valutare meglio le condizioni imposte dal governo che ha deciso di esercitare il golden power sull’operazione. Su questa scelta dell’esecutivo, si attende un doppio pronunciamento. Il primo round è fissato per il 4 giugno, quando il Tar del Lazio esaminerà il ricorso con cui Unicredit chiede l’annullamento delle condizioni imposte dal governo nell’ambito del golden power, invocando il principio di proporzionalità e contestando limiti ritenuti “sproporzionati” rispetto all’oggetto dell’operazione. Il governo ha ribadito che “le prescrizioni sono pienamente legittime e coerenti con l’interesse nazionale”, aggiungendo che “nulla vieta al soggetto notificante di dimostrare la non realizzabilità di alcune condizioni, a patto che operi in buona fede”.
Una linea che non vede il governo compatto. Antonio Tajani, vicepremier e ministro degli Esteri, ha chiesto una revisione delle misure imposte a Unicredit, in particolare sulla clausola che impone il disimpegno da asset russi entro nove mesi.
Tra gli altri vincoli, l’obbligo a mantenere in portafoglio i titoli di Stato in possesso di Anima (su cui Banco Bpm ha lanciato un’Opa) anche se dovessero perdere valore e un limite, piuttosto restrittivo, al rapporto tra depositi e prestiti erogati in Italia.
Sull’operazione Unicredit-Bpm il 19 giugno arriverà anche il verdetto dell’Antitrust Ue.
Mediobanca-Generali
Il 16 giugno è stata fissata, poi, l’assemblea degli azionisti di Mediobanca per deliberare sull’Offerta Pubblica di Acquisto su Banca Generali. Mediobanca ha annunciato di voler acquisire Banca Generali con un’offerta da 6,3 miliardi di euro. L’operazione prevede sinergie stimate in 300 milioni di euro, con una quota del 50% derivante da riduzione dei costi, il 28% da maggiori ricavi e il 22% da miglioramenti nel funding.
L’offerta secondo Piazzetta Cuccia punta a far nascere un polo italiano nel wealth management di fascia alta con 210 miliardi di masse in gestione, 4,4 miliardi di ricavi e una rete di oltre 3.700 professionisti. Il passaggio assembleare è dovuto perché Piazzetta Cuccia è sotto passivity rule a causa dell’offerta lanciata dal Monte dei Paschi e il voto si avvicina: il 5 giugno è record date, la data entro la quale i soci che vogliono partecipare devono avere in mano le azioni. Il proxy proxy advisor minore Pirc, in linea con Iss, consiglia ai soci di votare al favore dell’operazione.
Su Mediobanca è in essere anche l’offerta di Mps. “Il via libera della Bce, quello dell’Antitrust, poi l’ok al prospetto informativo da parte di Consob e quindi il lancio vero e proprio dell’offerta pubblica di scambio sulle azioni Mediobanca sul mercato sarà tra giugno e luglio” ha detto Luigi Lovaglio, amministratore delegato del Monte dei Paschi, nella conference call con gli analisti, dopo il via libera all’operazione da parte dei soci Mps a metà aprile.