Notizie Notizie Italia Piazza Affari: i titoli long e short per gli analisti di Mediobanca

Piazza Affari: i titoli long e short per gli analisti di Mediobanca

29 Febbraio 2016 15:31
Gli analisti di Mediobanca hanno pubblicato oggi l’aggiornamento del loro portafoglio “Long Short” relativo alle azioni italiane. Dal precedente aggiornamento, effettuato il 1° dicembre 2015, il portafoglio di piazzetta Cuccia ha registrato una performance negativa dello 0,5% rispetto al -9,3% dell’indice Dow Jones Italy Titans. All’interno dei titoli da acquistare entrano Poste Italiane e Saras, che sostituiscono Banco Popolare e Finmeccanica, mentre nella lista “short” Fincantieri prende il posto di Sogefi.
Long
Autogrill: sfrutta il rafforzamento del dollaro Usa (70% dell’Ebitda), l’aumento del traffico sulla rete autostradale italiana e non è coinvolta nel rallentamento dei mercati emergenti vista la scarsa esposizione a questi Paesi.
Cerved: la ripresa dei ricavi societari e i volumi di credito più elevati dovrebbero supportare il titolo.  
Poste Italiane: i risultati dell’esercizio 2015 aggiorneranno il turnaround del business postale e delle consegne di pacchi. 
Saras: il business della raffinazione tratta implicitamente a livelli d’inventario, nonostante la solidità dei margini. 
SIAS: il traffico è sostenuto dalla fiducia dei consumatori e dalla chiarezza del quadro normativo grazie all’approvazione dell’aumento tariffario nel 2016. 
Short
Ferragamo: paga l’esposizione al rallentamento dei mercati emergenti, non ancora pienamente incorporato nei corsi azionari.
Fincantieri: l’esposizione al Brasile e il debito elevato potrebbero rendere più lunga del previsto la strada verso la redditività. 
Landi Renzo: il titolo è stato penalizzato dalla caduta delle quotazioni del petrolio e dall’esposizione ai mercati emergenti, nonché da un bilancio fragile. 
Piaggio: l’esposizione ai mercati emergenti potrebbe oscurare il recupero sul mercato europeo delle due ruote. 
Trevi: un’elevata esposizione alla discesa delle materie prime e una valutazione “troppo cara” si accompagna ad un bilancio fragile.