Notizie Notizie Mondo Piazza Affari, recupero “a singhiozzo” dopo panic selling. Regna la volatilità, i numeri del Vix

Piazza Affari, recupero “a singhiozzo” dopo panic selling. Regna la volatilità, i numeri del Vix

8 Aprile 2025 11:14

Dopo il panic selling degli ultimi giorni, i mercati riprendono fiato e sono alle prese con un rimbalzo a singhiozzo. Le piazze europee hanno aperto in rialzo la seduta odierna, riuscendo così a invertire la rotta dopo quattro giorni di perdite consecutive, alimentate dalle roventi tensioni tariffarie globali.

L’indice Stoxx 600 ha chiuso la sessione di lunedì in ribasso del 4,5% circa, segnando il livello di chiusura più basso dal gennaio 2024. Stamani invece era in rialzo di circa l’1% poco dopo la campanella di apertura, con quasi tutti i settori e tutte le principali borse in territorio positivo. Anche i principali indici regionali, tra cui il FTSE 100 del Regno Unito, il Dax tedesco e il Cac 40 francese, hanno chiuso in forte ribasso. Oggi il cambio di marcia anche per Piazza Affari che sembra essere in preda alla volatilità.

Vediamo cosa sta succedendo oggi sui mercati dopo lo scossone di ieri.

Milano tenta il rimbalzo: banche in luce ma dura poco

La Borsa di Milano segna un aumento di circa l’1,4% nelle prime battute, interrompendo la serie di quattro ribassi consecutivi, iniziata mercoledì scorso. Sul listino stamani erano in luce oltre a Leonardo, anche le banche tra cui Unicredit, Popolare Sondrio e Mps, con il ceo della banca senese Luigi Lovaglio che ha dichiarato che, nonostante le attuali turbolenze sul mercato, la più antica banca del mondo è ferma sui suoi piani di acquisizione di Mediobanca per 13 miliardi di euro.

Nel corso di un’intervista alla Cnbc, l’amministratore delegato della banca toscana ha dichiarato che il Monte dei Paschi “è tornato” e “ha il controllo del nostro destino”. Alla domanda se le turbolenze di mercato in corso possano rappresentare un problema per i suoi piani di espansione, Lovaglio ha risposto: “La situazione non avrà un impatto sul nostro accordo”. “Al contrario, sta confermando che le dimensioni contano, confermando che è necessario diversificare i ricavi”, ha detto, aggiungendo che se fossero già un’entità combinata, sarebbero ‘più forti’ e ‘avrebbero la capacità di reagire molto più rapidamente’.

A metà mattinata però Milano non riesce a tenere il rimbalzo e segna al momento della scrittura un +0,7%.

Intanto la volatilità è la regina sui mercati con l’indice Vix, ovvero l’indice della paura, che resta in primissimo piano dopo il balzo messo a segno nell’ultimo periodo. Alcuni numeri e performance mettono bene in luce lo scenario: se nell’ultimo periodo i segni meno l’hanno fatta da padrona, il Vix ha viaggiato controcorrente con un rialzo del 155% circa ytd e un +89% nell’ultimo mese, con una fiammata che l’ha portato ieri oltre la soglia di 60.

Mercati scossi dai dazi: possibile tregua in vista?

A innescare la bomba sui mercati negli ultimi giorni,  la guerra dei dazi annunciata dal presidente americano Donald Trump mentre i partner commerciali sono corsi ai ripari, preparando contromisure e intavolando trattative.

Nella giornata di ieri le voci su una possibile pausa tariffaria sono state rapidamente smentite dalla Casa Bianca, mentre Trump ha minacciato di aumentare le tariffe sulla Cina di un altro 50% se non elimina i dazi di ritorsione. La scorsa settimana Pechino ha imposto una tariffa del 34% sui prodotti americani in risposta all’annuncio da parte di Trump sulle tariffe reciproche. Nella notte, il miinistero del Commercio cinese ha poi dichiarato di essere pronto a “opporsi risolutamente” alla minaccia di Trump di inasprire i dazi e ha promesso di adottare contromisure per salvaguardare i propri diritti e interessi.

Lato Ue, la Presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen ha dichiarato che l’Unione europea ha offerto a Trump un accordo di “dazi zero per zero” per i beni industriali e ha ribadito che il blocco è desideroso di negoziare ma è anche pronto a imporre contromisure. Trump ha prontamente respinto l’accordo.

L’onda d’urto dei dazi si riflette inevitabilmente sui mercati con la sessione di ieri caratterizzata da forte volatilità intraday. Il future sull’S&P500 ha avuto un’escursione giornaliera di oltre il 9%, mentre oggi la giornata si apre con indici europei in rialzo del 1,3% e future USA che indicano un’apertura a +1,5%. Anche i mercati dell’Asia-Pacifico hanno registrato un ampio rialzo martedì, recuperando le perdite della sessione precedente.

Perché questo cambio di rotta? Gli investitori vedono oggi uno spiraglio di tregua dai dazi americani. “A un certo punto, il presidente Trump sarà pronto a negoziare” sui dazi  ha detto in una intervista al New York Times il segretario al Tesoro Usa, Scott Bessent, suggerendo agli interlocutori degli altri governi di “mantenere la calma” e di “venire da noi con le vostre offerte”.

Lo tsunami dazi sull’economia: la view di UBS WM

Nonostante questo piccolo rialzo, nel breve termine si continuerà a procedere nella nebbia, il che probabilmente manterrà elevata la volatilità. Così Matteo Ramenghi, Chief Investment Officer di UBS WM in Italia, il quale ipotizza che se mantenuti, i dazi avranno un impatto negativo sulla crescita economica e alimenteranno l’inflazione.

“Qualora venissero ridotti soltanto verso fine anno, l’economia americana potrebbe attraversare una breve recessione tecnica durante l’estate, a causa dello shock iniziale e dell’incertezza. In questo scenario, la crescita per l’intero anno potrebbe scendere al di sotto dell’1% e l’inflazione potrebbe risalire al 4%. È comunque possibile che, anche per via dell’incertezza, nel corso dell’estate la crescita europea si azzeri temporaneamente. Questa riduzione potrebbe essere mitigata dalla fine della guerra in Ucraina, grazie ai minori costi del gas e alla ricostruzione” sostiene Ramenghi.

Secondo l’analista di UBS WM, “i dazi potrebbero avere un effetto inflattivo a brevissimo termine, ma l’impatto economico sarà negativo e ci potrebbero essere riflessi deflattivi  a medio termine”. Le cose potrebbero cambiare a metà anno. Lo scenario che prevede l’esperto è che i dazi possano venire ridotti, le entrate fiscali derivanti dai dazi potrebbero essere utilizzate per ridurre altre imposte e la Federal Reserve taglierà i tassi.

I settori più e meno colpiti dai dazi

Considerando questo contesto, dal lato investimenti, l’esperto riduce l’esposizione al mercato americano mentre il tema dell’intelligenza artificiale rimane valido ma non è immune alle tensioni commerciali e, anzi, le società tecnologiche potrebbero essere prese di mira come ritorsione, continua Ramenghi. Altri settori dovrebbero essere meno colpiti in questa fase, per esempio le utilities.

Infine, l’India potrebbe essere meno colpita dai dazi americani perché, nonostante siano stati annunciati al 27%, ha un’economia più orientata alla domanda interna e l’export verso gli Stati Uniti rappresenta solo il 2% del PIL, conclude Ramenghi.