Piazza Affari debole, Tokyo tira il freno dopo una settimana record. Telecom Italia sente la fusione con 3Italia
Piazza Affari tira il freno dopo tre sedute consecutive di rialzi e l’indice Ftse Mib si riporta poco sotto la soglia dei 16.000 punti. Tra le Borse internazionali Tokyo ha ceduto circa mezzo punto percentuale dopo una settimana da record, mentre a Wall Street il Dow Jones continua a macinare massimi storici. Il trend positivo è stato innescato la scorsa settimana dall’annuncio della Bank of Japan di attuare un’aggressiva politica monetaria per combattere la deflazione che da diversi anni affligge il Giappone. Due giorni fa la Fed ha fatto sapere che proseguirà il quantitative easing da 85 miliardi di dollari anche se al suo interno crescono i dubbi sulla durata del piano.
Questa mattina l’istituto centrale di Tokyo ha fatto sapere, atraverso le parole del neo governatore Kuroda, che non smetterà l’aggressiva politica di allentamento monetario fino a quando non verrà raggiunto il target di inflazione al 2%. Kuroda ha inoltre dichiarato che se sarà necessario questa politica potrebbe durare per oltre due anni. A Piazza Affari nei primi scambi di seduta l’indice Ftse Mib mostra una flessione di oltre lo 0,5% a 15.920 punti. Sul listino milanese resta protagonista Telecom Italia dopo il Cda fiume di ieri che ha affidato a Franco Bernabè il mandato esplorativo per verificare la possibile integrazione con 3Italia.
L’interesse del gruppo cinese c’è ed è concreto. L’operazione, da come si apprende dal comunicato, sarebbe suddivisa in due parti. Da un lato 3 Italia verrebbe integrata in Telecom Italia, eventualmente mediante conferimento o fusione per incorporazione, dall’altro il gruppo Hutchison Whampoa acquisterebbe una quota azionaria di Telecom Italia in modo da diventare l’azionista di riferimento della società italiana. L’operazione più chiacchierata dell’ultima settimana sta spingendo il titolo Telecom Italia che oggi mostra un balzo del 5% a 0,642 euro.
Di contro Mediaset scivola sul fondo del paniere principale con un ribasso del 3% a 1,737 euro dopo aver smentito ieri sera le indiscrezioni apparse su L’Espresso che riportavano l’intenzione del Biscione di cedere Mediaset Premium. Il gruppo di Cologno Monzese ha precisato di non avere alcuna intenzione di cedere “un asset strategico come Mediaset Premium che oltretutto sta registrando risultati positivi, in controtendenza rispetto all’andamento generale dei consumi. Nel primo trimestre 2013, i ricavi di Mediaset Premium sono cresciuti infatti di oltre il 10% rispetto all’analogo periodo 2012”.