Notizie Notizie Mondo Petrolio: WTI buca e poi riconquista quota $70. I fattori Opec+, scorte Usa e Cina

Petrolio: WTI buca e poi riconquista quota $70. I fattori Opec+, scorte Usa e Cina

7 Dicembre 2023 10:26

Prezzi del petrolio in ripresa dopo il tonfo della vigilia.

Nella sessione di ieri, il contratto WTI scambiato a New York è scivolato anche sotto la soglia di $70 al barile, proseguendo la scia ribassista che l’annuncio dell’Opec+ non è riuscito a frenare.

Il WTI è crollato del 4,07%, ovvero di $2,94, a $69,38 al barile, registrando il valore di chiusura più basso dal mese di giugno.

I sell off dei trader hanno preso di mira anche il Brent, che ha sofferto un tonfo pari a -3,76%, o 2,90 dollari, per chiudere la giornata di contrattazioni a $74,30 al barile.

Le quotazioni del petrolio sono oggi in ripresa, dopo la carrellata di sell delle ultime sedute.

Alle 10.20 circa ora italiana, il contratto WTI riconquista la soglia psicologica di $70 al barile, scattando di oltre l’1%, a quota $70,16. I prezzi del Brent avanzano anch’essi dell’1%,  a $75,19 al barile.

Petrolio: mercati in oversold? Ma scetticismo su rally sostenibile

“E’ possibile che i mercati del petrolio versino in una condizione di oversold”, ha commentato alla CNBC Tina Ting, analista dei mercati presso CMC Markets, in una nota ai clienti, spiegando la ripresa dei prezzi, tuttavia, soltanto come “un recupero di breve periodo”.

Evidente lo scetticismo degli operatori di mercato verso i tagli che l’Opec+, organizzazione che comprende i paesi dell’Opec come l’Arabia Saudita e i paesi non Opec come la Russia, ha annunciato la scorsa settimana.

La delusione all’annuncio dei tagli è stata immediata e non ha avuto alcun effetto rialzista la rassicurazione arrivata sia dall’Arabia Saudita che dalla Russia relativa all’estensione dei tagli anche oltre il mese di marzo, ovvero oltre il primo trimestre del 2024.

Il tonfo del WTI della sessione di ieri è stato alimentato inoltre dai dati relativi all’offerta negli Stati Uniti, che hanno dimostrato come la produzione di petrolio e di benzina rimanga decisamente elevata, a fronte di un contesto macroeconomico globale previsto in deterioramento, che non farà certo da assist alla domanda.

Focus in particolare sui numeri relativi alle scorte di benzina Usa che, la scorsa settimana, stando a quanto riportato dall’EIA (Energy Information Administration), l’unità di informazioni che fa capo al dipartimento di Energia americano, sono balzate di ben 5,4 milioni di barili, più di cinque volte tanto il rialzo di 1 milione di barili previsto dagli analisti.

Il risultato è che i futures sulla benzina Usa sono crollati ieri al minimo in due anni.

I fattori Cina e Usa: prezzi -11% da vigilia annuncio Opec+

Altro fattore bearish sui prezzi del petrolio è la preoccupazione per i fondamentali economici della Cina, dopo la decisione dell’agenzia di rating Moody’s di rivedere al ribasso l’outlook da “stabile” a “negativo”.

Il fatto che Moody’s abbia tagliato l’outlook sul debito della Cina significa che i bond cinesi rischiano, la prossima volta, di vedere abbassato il giudizio, al momento pari ad A1. (valutazione per ora confermata).

Non sono tra l’altro di buon auspicio i dati macro arrivati dalla Cina, che oggi hanno messo in evidenza un calo delle importazioni pari a -0,6%, rispetto al rialzo pari a +3,3% atteso dal consensus degli analisti.

C’è chi teme così una distruzione della domanda di oil, a causa dell’erosione dei fondamentali dell’economia.

Risultato: a dispetto dei tagli alla produzione annunciati dall’Opec+ qualche giorno fa, i prezzi del petrolio sono crollati così di quasi l’11% rispetto alla chiusura della sessione del 29 novembre scorso, alla vigilia della riunione dell’organizzazione.

Ai tagli dell’Opec+ corrisponde d’altronde il livello ancora molto alto, a livelli record, della produzione di oil degli Stati Uniti.

E non è stata di aiuto, ieri, la notizia, arrivata con i dati dell’EIA, da cui è emerso che le scorte di crude oil sono scese nella settimana terminata il 1° dicembre scorso di 4,6 milioni di barili, a 445 milioni di barili, decisamente oltre il calo di 1,4 milioni di barili atteso dagli analisti intervistati da Reuters.

D’altronde, le scorte di benzina si sono impennate.

I numeri dell’EIA sostengono invece i prezzi nella giornata di oggi, che tornano a puntare per l’appunto verso il lato. Ma forte è lo scetticismo su una ripresa delle quotazioni che vada oltre il tempo di qualche sessione.