Notizie Notizie Mondo Petrolio: Russia e Arabia tagliano la produzione, cosa succede al prezzo?

Petrolio: Russia e Arabia tagliano la produzione, cosa succede al prezzo?

3 Luglio 2023 15:27

L’Arabia Saudita ha deciso di prolungare di un mese il taglio unilaterale alla produzione di petrolio, mantenendo un limite all’offerta a causa dei persistenti timori sulla crescita dell’economia globale. Anche la Russia, che fa parte dell’Opec + ha annunciato che limiterà la produzione. Salgono i future del petrolio, il Wti avanzo dell’1,36% a 71 dollari per barile. In moderato rialzo anche il Brent (+1,24%) a 76 dollari per barile.

Arabia Saudita e Russia tentano ad alzare i prezzi

Il regno di King Salman ha fatto sapere, che manterrà la riduzione di 1 milione di barili al giorno, lanciata questo mese in aggiunta ai limiti esistenti concordati con l’Opec+ fino ad agosto e potrebbe estenderla ulteriormente. Il Paese pomperà circa 9 milioni di barili al giorno, il minimo da diversi anni, sacrificando i volumi di vendita per cercare ad aumentare i prezzi del petrolio.

L’impegno saudita sarà assistito dalla Russia, che ad agosto ridurrà le esportazioni di petrolio di 500.000 barili al giorno, ha affermato il ministro dell’Energia, Alexander Novak, secondo le comunicazioni pubblicate dal suo servizio stampa. In seguito ha aggiunto che il Paese mirerà anche a ridurre la produzione di tale importo.

Mentre l’Opec+ composto mira a raggiungere l’equilibrio sul mercato petrolifero globale ed evitare un accumulo di scorte, ha dichiarato il ministro dell’Energia degli Emirati Arabi Uniti, Suhail Al Mazrouei all’agenzia di stampa statale WAM.

Petrolio, l’andamento dei prezzi contro le aspettative

La scarsa domanda di petrolio proveniente dalla Cina ha limitato il prezzo del greggio a circa 76 dollari al barile, al di sotto del livello di cui, l’Arabia Saudita abbia bisogno per coprire il proprio budget, secondo le stime del Fondo monetario internazionale.

In questo contesto, l’estensione dei tagli del regno non è stata una sorpresa, anzi era ampiamente scontato dagli analisti del settore.

Un’altra previsioni, che invece non si è verificata è proprio l’andamento dei prezzi del petrolio, che sarebbero dovuti aumentare quest’anno, ma sono invece scesi di circa l‘11% a causa dei timori sulla forza dell’economia globale in seguito alle politiche sui tassi delle banche centrali. Il mercato dell’energia ha smentito anche i big della finanza di Wall Street come Goldman Sachs e Morgan Stanley, che avevano come target i 100 dollari per barile. Target attualmente non più attuale.

Le previsioni dell’Opec

Il dipartimento di ricerca dell’OPEC con sede a Vienna prevede che le scorte mondiali di petrolio siano già sulla buona strada per esaurirsi a un ritmo veloce di circa 2 milioni di barili al giorno.

Tuttavia, le misure rivelate da Riyad e Mosca suggeriscono che sono diffidenti nei confronti della narrativa di un mercato sempre più ristretto. Quando ha annunciato per la prima volta i tagli alla produzione extra, il mese scorso, il ministro dell’Energia saudita, il principe Abdulaziz bin Salman, ha detto ai giornalisti che “farà tutto il necessario per portare stabilità sul mercato”.

Gli Stati Uniti si sono schierati contro l’Organizzazione dei paesi esportatori di petrolio ei suoi alleati, in più occasioni, per la loro politica sui tagli delle forniture, accusando il cartello dell’energia di stimolare la crescita dell’inflazione e mettere in pericolo la ripresa economica. L’Agenzia internazionale dell’energia (IEA) ha condannato l’Opec+ di aver posto “l’assedio” nei confronti dei consumatori vulnerabili.