Petrolio: per Opec e Aie domanda in crescita ma occhio all’offerta
Le quotazioni del petrolio scambiano in lieve rialzo, dopo le ultime indicazioni contrastanti giunte dalle principali agenzie del settore, mentre le tensioni in Medioriente si inaspriscono. Il Brent si mantiene sopra i 78 dollari al barile, mentre gli operatori valutano le stime diffuse dall’Opec e dall’Agenzia Internazionale per l’Energia. Attesi oggi anche i dati dell’Energy Information Administration sulle scorte statunitensi.
- L’Opec conferma le stime sulla domanda di petrolio nel 2024
- L’offerta dei Paesi non-Opec rimane sostenuta
- Le previsioni Opec sui consumi di petrolio nel 2025
- L’Agenzia internazionale per l’energia prevede una minore crescita della domanda
- Tensioni geopolitiche mettono a rischio le forniture di petrolio
L’Opec conferma le stime sulla domanda di petrolio nel 2024
L’Opec ha confermato le previsioni di crescita della domanda globale di petrolio nel 2024, ma ha anche aumentato le stime sull’offerta del biennio 2023-2024.
Nel bollettino mensile di gennaio l’Organizzazione dei Paesi Esportatori di Petrolio ha indicato che nel la domanda mondiale di greggio crescerà di 2,2 milioni di barili al giorno anno su anno a 104,4 milioni di barili al giorno, confermando le precedenti proiezioni.
Tuttavia, ha abbassato le stime sulla domanda del primo trimestre, prevedendo un gap più sottile tra domanda e offerta nei primi tre mesi dell’anno.
L’offerta dei Paesi non-Opec rimane sostenuta
Per quanto riguarda l’offerta non-Opec, trainata da Stati Uniti e America Latina, l’incremento stimato su base annua per il 2024 è stato rivisto lievemente al ribasso, da 1,37 mbg a 1,34 mbg. Tuttavia, precisano gli esperti di Equita, “la stima di produzione 2023 (non-OPEC) è cresciuta a 69.1 mbg da 67.6 mbg per le revisioni dei volumi di USA e Russia, incrementando di conseguenza anche la stima complessiva del 2024.”
L’aumento della produzione non Opec ha dunque indotto il cartello a ridurre la stima di ‘call on Opec’, ovvero la differenza tra domanda globale e produzione non Opec, nel 2024 a 28,49 mbg (+0,8 mbg su base annua) da 29,89 mbg.
“Riteniamo quindi che le nuove stime Opec abbiano risvolti negativi per l’outlook sul prezzo del Brent. La nostra ipotesi sul 2024 è pari ad un Brent di $80 al barile e ci sembra coerente con uno scenario di rallentamento della domanda controbilanciato dai tagli OPEC+”, conclude Equita.
Le previsioni Opec sui consumi di petrolio nel 2025
Con riferimento al 2025, la domanda è prevista in aumento di 1,85 milioni di barili al giorno (rispetto al 2024), fino a raggiungere i 106,2 milioni di barili al giorno.
L’Opec si aspetta un forte incremento dei consumi nel 2025, alimentato dalla Cina e dal Medio Oriente, ma in generale il cartello prevede che il consumo di petrolio continui ad aumentare nei prossimi due decenni.
Una stima che contrasta con quelle di altri esperti del settore, come l’Agenzia Internazionale per l’Energia (AIE), che stima un picco entro il 2030 man mano che il passaggio alle energie rinnovabili si intensificherà a livello globale.
L’Agenzia internazionale per l’energia prevede una minore crescita della domanda
L’Agenzia Internazionale per l’Energia ritiene che quest’anno non ci saranno problemi nelle forniture, a meno che non si verifichino gravi interruzioni, grazie all’aumento della produzione non Opec, “destinato a superare la crescita della domanda con un buon margine”.
In particolare, l’AIE ha rafforzato le previsioni di crescita dell’offerta al di fuori del cartello di circa il 25% a 1,5 milioni di barili al giorno, grazie all’apporto di Stati Uniti, Canada, Brasile e Guyana.
L’agenzia prevede che la crescita del consumo mondiale di carburante rallenterà di quasi il 50% quest’anno a 1,2 milioni di barili al giorno, tra “venti sfavorevoli macroeconomici” e la crescente popolarità dei veicoli elettrici. Con la crescita della domanda mondiale destinata a rallentare in modo significativo, i mercati potrebbero dover affrontare un surplus di offerta dal prossimo trimestre fino alla fine dell’anno.
Alla luce di queste dinamiche, l’Opec dovrebbe estendere oltre il primo trimestre i tagli alla produzione da circa 900.000 barili al giorno per evitare l’accumulo di scorte. Nel frattempo, l’Aie ha anche rivisto i dati sulle scorte mondiali del quarto trimestre, indicando un aumento, rispetto alla contrazione precedentemente prevista.
Tensioni geopolitiche mettono a rischio le forniture di petrolio
Sullo sfondo restano il conflitto in Medio Oriente e gli attacchi alle navi nel Mar Rosso, che minacciano le esportazioni da una regione chiave per la produzione mondiale. A sostenere i prezzi nelle ultime ore hanno contribuito i nuovi attacchi lanciati dagli Stati Uniti contro i ribelli Houthi dello Yemen.
Per l’AIE, rimane “elevato” il rischio di interruzione delle spedizioni di petrolio attraverso il Canale di Suez, tramite il quale scorrono circa 7,2 milioni di barili al giorno di petrolio greggio e combustibili raffinati, ovvero circa il 10% del commercio mondiale di petrolio via mare.
L’agenzia, che coordina lo spiegamento di scorte di emergenza da parte dei paesi consumatori, ha affermato di essere “pronta a rispondere con decisione se dovesse verificarsi un’interruzione dell’offerta e il mercato petrolifero globale richiedesse barili aggiuntivi”.