Notizie Notizie Mondo Petrolio: Opec e AIE in forte contrasto sulle stime di domanda

Petrolio: Opec e AIE in forte contrasto sulle stime di domanda

9 Ottobre 2023 16:04

Proprio oggi l’Opec, l’organizzazione dei paesi esportatori di petrolio, ha alzato le previsioni sulla domanda di greggio nel medio-lungo termine. Dal report World Oil Outlook 2023, elaborato dall’Opec sono emerse delle previsioni in forte contrasto con le indicazioni dell’AIE, l’agenzia internazionale per l’energia proiettate lo scorso mese. Il primo prevede che la domanda di petrolio raggiungerà i 116 milioni di barili al giorno entro il 2045 mentre la seconda ha dichiarato che la domanda di carbone, petrolio e gas raggiungerà il picco prima del 2030.

Il petrolio prosegue in rialzo in seguito allo scoppio della guerra nel Medio Oriente, che vede coinvolti Israele e Hamas. Il Wti segna un +3% a 85 dollari mentre il benchmark europeo, il Brent, oggi viaggia sugli 87 dollari al barile.

Cosa emerge dal report dell’Opec?

Nel World Oil Outlook 2023, l’Opec stima che la domanda globale raggiungerà i 116 milioni di barili al giorno (bpd) entro il 2045, rispetto ai 99,6 milioni di barili al giorno del 2022 e circa 6 milioni di barili al giorno in più rispetto a quanto previsto nel rapporto dello scorso anno.

L’Opec ha chiarito che esiste il potenziale affinché questo balzo sia ancora più elevato. È probabile che la crescita sarà alimentata da India, Cina e altri paesi asiatici, Africa e Medio Oriente.

Inoltre, secondo l’Opec per soddisfare le previsioni sulla domanda di petrolio a lungo termine, sarebbero necessari investimenti nel settore petrolifero pari a 14 trilioni di dollari, ovvero circa 610 miliardi di dollari in media all’anno. Il gruppo ha affermato che è “vitale” che questi investimenti vengano realizzati, affermando che è vantaggioso sia per i produttori che per i consumatori.

“I recenti sviluppi hanno portato il team dell’OPEC a rivalutare ciò che ciascuna energia può offrire, concentrandosi su opzioni e soluzioni pragmatiche e realistiche”, scrive il segretario generale dell’Opec Haitham al-Ghais nel report.

“Le richieste di fermare gli investimenti in nuovi progetti petroliferi sono fuorvianti e potrebbero portare al caos energetico ed economico”, ha affermato al-Ghais. “La storia è piena di numerosi esempi di turbolenze che dovrebbero servire da monito per ciò che accade quando i politici non riescono a riconoscere le complessità intrecciate dell’energia”.

Nel medio termine, il gruppo ha affermato che la domanda globale di petrolio probabilmente raggiungerà 110,2 milioni di barili al giorno nel 2028, riflettendo un balzo di 10,6 milioni di barili al giorno rispetto ai livelli del 2022.

Cosa emerge dalle stime dell’AIE?

Dunque, si tratta di stime, quelle dell’OPEC in forte contrasto rispetto a quelle dell’IEA (International Energy Agency), che il mese scorso ha affermato che il mondo era ormai “all’inizio della fine” dell’era dei combustibili fossili.

In un editoriale pubblicato sul Financial Times, il direttore esecutivo dell’AIE Fatih Birol, ha dichiarato che la domanda di carbone, petrolio e gas raggiungerà il picco prima del 2030 ed il consumo di combustibili fossili diminuirà con l’entrata in vigore delle politiche climatiche.

La valutazione di Birol si basa sul World Energy Outlook dell’IEA, un report autorevole preparato dalla stessa agenzia, che uscirà ad ottobre.

Il numero uno dell’Aie ha chiamato le previsioni una “svolta storica”, ma ha chiarito che i cali previsti non sarebbero “abbastanza vicini” per abbassare il riscaldamento globale di 1,5 gradi Celsius rispetto ai livelli preindustriali. Questa è la soglia di temperatura considerata fondamentale per evitare i peggiori impatti del cambiamento climatico. L’uso dei combustibili fossili è il principale motore della crisi climatica.

In più occasioni l’Organizzazione dei paesi esportarli di petrolio è stata aspramente critica nei confronti delle previsioni dell’Aie relative al picco della domanda di combustibili fossili prima della fine del decennio. Il cartello ha affermato in una dichiarazione pubblicata il 14 settembre che la narrativa dell’Agenzia era “estremamente rischiosa”, “poco pratica” e “motivata ideologicamente”.

L’Opec ha precedentemente esortato l’Aie a essere “molto attenta” nel compromettere gli investimenti del settore. L’Aie, nel frattempo, aveva lasciato intendere che il picco della domanda di petrolio potrebbe essere nelle carte prima del recente editoriale di Birol.