Notizie Valute e materie prime Petrolio in calo da quasi quattro settimane, le tendenze del mercato e i target degli analisti

Petrolio in calo da quasi quattro settimane, le tendenze del mercato e i target degli analisti

Pubblicato 16 Novembre 2023 Aggiornato 20 Novembre 2023 11:09

Nelle ultime settimane il petrolio ha imboccato una fase ribassista che ha riportato le quotazioni di Brent e Wti sui minimi da quest’estate. Ecco le ultime notizie, le indicazioni dei principali operatori del settore e le stime di Morgan Stanley, Barclays e Goldman Sachs sui prezzi nei prossimi mesi.

Petrolio verso la quarta settimana in ribasso

Al netto di un breve recupero nelle prime sedute di questa settimana, le quotazioni del petrolio proseguono la fase discendente che ha caratterizzato l’ultimo periodo, rischiando di chiudere la quarta settimana consecutiva in calo.

Stamani Wti e Brent scambiano in lieve ribasso, rispettivamente in area 76,3 e 80,8 dollari al barile, ma i due benchmark dell’oro nero hanno perso oltre il 18% e il 16% dai picchi di fine settembre e viaggiano sui livelli di luglio.

Indicazioni contrastanti sul settore

Nella giornata di ieri sono stati diffusi i dati settimanali dell’Eia (Energy Information Administration) sulle scorte petrolifere statunitensi, che hanno confermato il raggiungimento dei livelli più elevati da agosto, indicando un allentamento delle condizioni di mercato nel breve termine.

Tuttavia, la riduzione delle riserve di prodotti raffinati segnala una maggiore domanda di benzina, diesel e carburante per aerei, che dovrebbe implicare un maggior consumo di greggio.

Il report si aggiunge ai segnali contrastanti degli ultimi giorni. Lunedì, l’Opec ha evidenziato solide tendenze della domanda, confermando “robusti trend di crescita globale e fondamentali sani del mercato petrolifero”. Nel suo report mensile, il cartello ha aumentato la sua stima di crescita della domanda 2023 a 2,5 milioni di barili al giorno.

Possibile surplus di offerta a inizio 2024

Ieri però l’Aie (Agenzia Internazionale dell’Energia) ha sottolineato che l’offerta globale sta superando le attese e che i timori per una riduzione dell’output legata al conflitto in Medioriente non si sono concretizzati.

Pertanto, anche laddove Arabia Saudita e Russia prolungassero i tagli alle forniture (come prevedono gli operatori del settore), il mercato potrebbe evidenziare una condizione di leggero surplus a inizio 2024. L’agenzia ha dunque corretto il tiro rispetto alle precedenti stime, che vedevano un mercato ristretto e in tensione, con un deficit di offerta fino a fine 2023.

Inoltre, la curva dei futures è tornata in una situazione di cosiddetto “contango”, dove i prezzi a breve termine sono inferiori rispetto a quelli di lungo periodo, mentre a settembre la forte domanda aveva spinto il mercato in backwardation (ovvero la situazione opposta).

Le previsioni di Morgan Stanley per il petrolio

Nei giorni scorsi Morgan Stanley ha fornito un outlook sui mercati finanziari per i prossimi 12 mesi, soffermandosi anche sulle materie prime e sul mercato petrolifero. Gli analisti sottolineano come la produzione non OPEC+ sia stata più forte del previsto, consentendo di soddisfare la maggior parte della crescita della domanda.

Con riferimento al 2024, spiega la banca statunitense, “ci aspettiamo che la crescita dell’offerta non-OPEC rallenti a circa 1,4 mb/g, da 2,1 mb/g del 2023.” Questo presuppone una frenata molto significativa della crescita statunitense, solo parzialmente compensata da un aumento dell’output di Canada, Brasile, Guyana, biocarburanti globali e LNG.

Per contro, “probabilmente anche la domanda rallenterà. La Cina ha rappresentato quasi la metà della crescita della domanda globale di petrolio negli ultimi 20 anni, ma tale contributo probabilmente diminuirà. La nostra ipotesi è che la crescita della domanda cali da ~2,1 mb/g quest’anno a ~1,3 mb/g nel 2024 – in misura quasi identica all’offerta non-OPEC.

Alla luce di queste stime, assumono una rilevanza ancora maggiore le decisioni dell’OPEC sulla produzione. Per ora, afferma Morgan Stanley, “l’OPEC sta sospendendo la produzione e bilanciando il mercato e la nostra aspettativa è che continui a farlo anche nel 2024. Questo significa che la capacità inutilizzata continuerà ad essere elevata e il petrolio avrà uno spazio limitato per il rialzo, ma anche per il ribasso. Se l’OPEC riuscirà a gestire le scorte globali in modo che rimangano attorno ai livelli attuali, i nostri modelli suggeriscono che il Brent continui ad essere scambiato intorno agli 85 dollari al barile”.

I target di Barclays e Goldman Sachs per il 2024 

Barclays fissa target più elevati per i prezzi del petrolio, stimando una media di 93 dollari al barile nel corso del 2024. Ricordiamo, per un confronto, che le ultime proiezioni sull’inflazione stilate dalla Bce, pubblicate nella riunione di settembre, si basano sul presupposto di prezzi del petrolio mediamente pari a 82 dollari al barile l’anno prossimo.

“A nostro avviso, il recente calo dei prezzi è dovuto principalmente al riemergere di preoccupazioni per la domanda e non all’attenuarsi del premio per il rischio geopolitico. Tuttavia, le nostre prospettive si sono leggermente rafforzate, principalmente a causa della domanda cinese più forte del previsto.”

Secondo la banca britannica, “i prezzi del petrolio sono destinati a rimanere relativamente elevati almeno fino alla fine di questo decennio, nonostante la transizione in corso, poiché il lato dell’offerta appare più limitato. Fissiamo il fair value di equilibrio per il Brent nel periodo 2025-30 a 80 dollari al barile.”

Infine, Goldman Sachs ha abbassato le previsioni sul prezzo medio del petrolio Brent per il 2024 a 92 dollari al barile, riflettendo l’impatto sulla domanda di riscaldamento derivante da un quarto trimestre mite, oltre alle sorprese al rialzo dal lato dell’offerta.