Notizie Valute e materie prime Petrolio consolida i rialzi, analisti divisi dopo revisione stime Opec

Petrolio consolida i rialzi, analisti divisi dopo revisione stime Opec

14 Febbraio 2024 15:02

Le quotazioni del petrolio sono ancora in lieve rialzo oggi, dopo i guadagni delle ultime sedute che hanno riportato il Brent a 83 dollari al barile e il Wti sopra i 78 dollari. Diversi gli spunti di questi giorni, dalle stime dell’Opec e dell’AIE ai dati sulle scorte statunitensi.

Mercato rigido sostiene le quotazioni del petrolio

Ieri i prezzi del petrolio sono salito nonostante il mood ribassista dei mercati, innescato dai dati peggiori delle attese sull’inflazione Usa, più alta del previsto.

Gli spread fra le diverse scadenze dei future segnalano tensioni nel mercato, con un differenziale tra i due contratti più ravvicinati del Brent in aumento a circa 0,7 dollari al barile in backwardation, rispetto a 0,25$ di inizio febbraio.

Per ING “questa rigidità, insieme alla forza più ampia che stiamo vedendo nei margini delle raffinerie, fornirà un certo supporto ai prezzi del petrolio greggio.”

L’Opec conferma le stime sulla domanda globale

L’OPEC e l’IEA continuano ad offrire prospettive contrastanti per il mercato globale del greggio. Il cartello dei Paesi produttori ha lasciato invariate le stime di crescita della domanda, attesa in aumento di 2,25 milioni di barili al giorno su base annua, a 104,4 mbg, nel 2024. Confermate anche le previsioni sul 2025, che indicano un incremento di 1,8 mbg a 106,2 mbg.

Ad alimentare la richiesta saranno soprattutto il trasporto aereo, la mobilità su strada e le attività di costruzione e agricole. “La crescita economica globale rimane solida”, afferma l’Opec nel rapporto. “Un ulteriore potenziale di rialzo potrebbe concretizzarsi in tutte le principali economie OCSE e non OCSE”.

Previsioni contrastanti per Opec e AIE

Le aspettative dell’OPEC sulla domanda di petrolio per quest’anno sono molto superiori a quelle dell’Agenzia Internazionale dell’Energia, che attualmente prevede un’espansione di 1,24 milioni di barili giornalieri, aspettando il prossimo aggiornamento in programma giovedì.

In generale, l’AIE vede un maggiore equilibrio tra domanda e offerta, con una crescita dell’output più che soddisfacente per bilanciare il consumo mondiale.

Le due organizzazioni hanno visioni divergenti anche sulla domanda a lungo termine e sulla necessità di investimenti in nuova offerta. L’agenzia prevede che la domanda di petrolio raggiungerà il picco entro il 2030, man mano che la transizione energetica prenderà piede.

Viceversa, il segretario generale dell’OPEC Haitham Al Ghais non prevede alcun picco della domanda fino al 2045.

Le stime Opec sull’offerta di petrolio fuori dal cartello

L’offerta di greggio non Opec è stata complessivamente rivista al rialzo dal cartello dei Paesi produttori rispetto al mese precedente.

Come spiegato da Equita, l’offerta di greggio non Opec “è ora prevista in crescita di 1,19 mbg y/y a 70,55 mbg, rispetto a 70,4 mbg nel report di gennaio”. In particolare, “la crescita della produzione attesa 2024 è stata rivista al ribasso di 0,15 mbg per il calo di volumi in Russia e la crescita più lenta negli Usa, ma da una base 2023 più elevata.”

Inoltre, “l’Opec ha ridotto marginalmente la stima di ‘call on Opec’ (differenza tra domanda globale e produzione non Opec) nel 2024 a 28,4 mbg (+1 mbg yoy) da 28,49 mbg.”

Nel complesso, gli analisti della Sim ritengono “che le nuove stime OPEC abbiano risvolti marginalmente negativi per l’outlook sul prezzo del Brent. La nostra ipotesi sul 2024 è pari ad un Brent di $80/bbl e ci sembra coerente con uno scenario di rallentamento della crescita della domanda nel 2024 (YTD=~$80/bbl) controbilanciato dai tagli OPEC+”.

Tagli della produzione sotto le attese nel 1Q24

Ricordiamo che dalla fine del 2022 l’Opec e i suoi alleati (che insieme formano l’Opec+) hanno implementato una serie di tagli alla produzione per sostenere il mercato. Da gennaio è entrato in vigore l’ultimo round di riduzioni volontarie, che durerà fino alla fine del primo trimestre.

Nel primo mese dell’anno, la produzione petrolifera dell’OPEC è scesa di 350.000 barili al giorno a 26,34 milioni di barili al giorno. Per ING, “ci si aspettava una produzione inferiore, dati gli ulteriori tagli volontari da parte di una manciata di membri. Tuttavia, gran parte di questa riduzione (162.000 barili al giorno) è stata determinata dalla Libia, che non rientra nei tagli, e indica che alcuni Paesi che hanno annunciato ulteriori riduzioni volontarie non sono riusciti a raggiungere il loro obiettivo, come l’Iraq.”

I tagli alla produzione, insieme alle tensioni in Medio Oriente, sono uno dei fattori che sta supportando i prezzi del petrolio, controbilanciati dall’aumento dell’offerta dei paesi ex-OPEC+ e dalle preoccupazioni sulla crescita della domanda in Cina.

Nel frattempo, come segnalato da Mps, “dal tracciamento delle petroliere effettuato da Bloomberg risulta che una gran parte della flotta utilizzata dalla Russia per consegnare il proprio petrolio sta venendo meno sotto il peso delle sanzioni USA, contribuendo a ridurre l’offerta russa sui mercati globali.”

Oggi i dati sulle scorte di petrolio Usa

Oggi sono in calendario i dati settimanali dell’Energy Information Administration sulle scorte petrolifere statunitensi. Nel frattempo, l’American Petroleum Institute, finanziato dall’industria, ha segnalato un aumento delle riserve di greggio Usa pari a 8,5 milioni di barili la scorsa settimana, accompagnato però da un calo degli stock di benzina e distillati, rispettivamente di 7,2 milioni di barili e 4 milioni di barili.

La view di Morgan Stanley e Goldman Sachs

Morgan Stanley, alla luce delle ultime revisioni delle stime sulla domanda e l’offerta, vede per quest’anno “un mercato equilibrato, al posto del leggero surplus previsto in precedenza”. Di conseguenza, ha aumentato la previsione sul prezzo del Brent da 75-80$ al range 80-85$.

Per Goldman Sachs, l’intervallo di 70-90$ è ancora soddisfacente, mentre i rischi rimangono bilanciati. Le previsioni sulla domanda cinese e per l’area OCSE sono confortanti e le recenti notizie dell’Opec suggeriscono che i tagli alla produzione potrebbero essere rimossi. Nel frattempo, le tensioni geopolitiche continuano a fornire supporto alle quotazioni.