Notizie Valute e materie prime Oro verso nuovi massimi nel 2024, rebus Fed e dollaro

Oro verso nuovi massimi nel 2024, rebus Fed e dollaro

13 Febbraio 2024 11:04

Da inizio anno le quotazioni dell’oro viaggiano in un intervallo tra i 2.000 e i 2.060 dollari circa, mantenendosi al di sopra dell’importante soglia psicologica dei $2.000 ma al di sotto del massimo storico toccato il 27 dicembre, poco sopra i 2.080 dollari.

L’affievolirsi delle speranze di imminenti tagli dei tassi ha tolto un po’ di brillantezza al metallo prezioso, ma i fattori a supporto del bene rifugio per eccellenza non mancano e, secondo ING, è possibile che l’oro ritocchi i record entro fine anno.

Dollaro forte e tassi alti frenano l’oro

Da un lato, l’oro è sostenuto dal perdurare delle tensioni geopolitiche, con due conflitti in corso in Ucraina e nel Medio Oriente. Dall’altro, la forza del dollaro e i tassi di interesse elevati continuano a pesare sul metallo prezioso, come avvenuto per gran parte del 2023.

I dati macroeconomici, compresi quelli su Pil e mercato del lavoro, continuano a sottolineare la forza dell’economia statunitense, e la robusta spesa dei consumatori, malgrado le rigide condizioni di finanziamento. La discesa dell’inflazione (aspettando i dati chiave sui prezzi al consumo, in uscita oggi) potrebbe rafforzare l’aspettativa di tagli dei tassi, anche se un intervento già a marzo è stato sostanzialmente escluso.

Per ING, il Fomc inizierà ad abbassare il costo del denaro a maggio. Nel frattempo, i prezzi dell’oro potrebbero rimanere volatili, man mano che il mercato reagisce ai report in uscita, agli eventi geopolitici e alle aspettative sull’allentamento della politica monetaria.

Le banche centrali continuano a comprare oro

Nel frattempo, sottolinea ING, la domanda delle banche centrali ha mantenuto il suo slancio nel quarto trimestre con un’aggiunta di ulteriori 229 tonnellate alle riserve auree ufficiali globali, come emerge dai dati del World Gold Council.

Questo porta la domanda netta annuale del 2023 a 1.037 tonnellate, leggermente al di sotto del record stabilito nel 2022 di 1.082 tonnellate. A spingere l’allocazione verso l’oro hanno contribuito le tensioni geopolitiche e, in alcuni casi, i timori di sanzioni come quelle applicate dall’Occidente contro la Russia.

oro acquisti banche centrali 2

La Banca popolare cinese è stata il maggiore acquirente di oro, con un aumento totale di 225 tonnellate nel corso dell’anno. Segue la Banca nazionale polacca, che ha incrementato le sue riserve auree di 130 tonnellate (+57%), portandole a 359 tonnellate.

oro acquisti banche centrali

Proseguono i deflussi da ETF su oro

Per contro, il calo delle partecipazioni totali in ETF garantiti da lingotti rappresenta un elemento di pressione al ribasso, segnalando una potenziale flessione per il metallo prezioso.

Gennaio ha segnato l’ottavo mese di deflussi dagli ETF sull’oro globali, una discesa guidata dai fondi nordamericani. I dati del World Gold Council mostrano una riduzione di 51 tonnellate delle riserve globali a 3.175 tonnellate, poiché l’allentamento delle scommesse sui tagli dei tassi ha ridotto l’appetito per l’oro.

Per ING, in futuro assisteremo ad un rinnovato interesse degli investitori per il metallo e ad un ritorno degli afflussi netti, trainato dal dei prezzi dell’oro in concomitanza con il calo dei tassi di interesse statunitensi.

Le previsioni di ING per il 2024

In conclusione, ING stima che l’oro possa raggiungere una media di 2.150 dollari l’oncia nel quarto trimestre e 2.081 dollari l’oncia nel 2024, stabilendo nuovi massimi storici.

Alla base di questa previsione, però, ci sono tre presupposti:

  • che la Fed inizi a tagliare i tassi nel secondo trimestre;
  • indebolimento del dollaro;
  • continua domanda di beni rifugio nel contesto di incertezza economica globale.

stime ING oro 2024

I rischi al ribasso, quindi, ruotano soprattutto attorno alla politica monetaria statunitense e alla persistente forza del dollaro.