Petrolio avanti tutta, ma è l’oro l’asset più gettonato. E se Fed collauderà tassi negativi…
Tra le materie prime spicca la settimana in forte recupero del petrolio, con il WTI tornato a ridosso dei 30$ ieri grazie alle attese di ulteriori tagli alla produzione, alla limitazione delle consegne operata dall’Arabia e i primi segnali di ripresa della domanda. Ieri una sponda al rally del greggio è arrivata anche dai buoni dati cinesi.
Oro protagonista, parole Powell non spengono attese tassi negativi
In grande spolvero anche l’oro che ieri si è riportato sopra i $ 1.750 per oncia, con prezzi dei lingotti ai massimi di 7 anni e mezzo. Gli investitori si sono concentrati sui deboli dati Usa, in particolare vendite al dettaglio e produzione industriale, entrambi con cali a doppia cifra ad aprile.
Negli ultimi giorni il metallo prezioso ha trovato sponda anche nella discussione sui tassi negativi, che non si è spenta anche se Powell li ha esclusi per il momento. “Nonostante lo schermirsi di Powell la curva dei Fed Funds futures continua a flirtare coi tassi negativi“, asserisce Giuseppe Sersale, Strategist di Anthilia Capital Partners Sgr. Di certo la prospettiva è di banche centrali che porteranno avanti ancora a lungo tassi zero per spingere PIL e inflazione.
Bank of America nelle scorse settimane ha addirittura previsto l’oro volare a 3.000 dollari l’oncia entro fine 2021.
Cosa spine verso il metallo giallo
Il metallo giallo segna un apprezzamento di oltre il 13% rispetto all’inizio dell’anno, spiccando tra i migliori asset in questo 2020. Mobeen Tahir, Associate Director, Research, WisdomTree, indica due elementi principali stanno guidando la forte domanda di oro in questo momento. In primo luogo, la pandemia di coronavirus ha creato un elevato grado di incertezza economica, con il Fondo Monetario Internazionale e le principali banche centrali di tutto il mondo che prevedono un forte crollo nel 2020 del prodotto interno lordo globale. Sembra che gli investitori puntino sull’oro per coprire i rischi al ribasso degli asset ciclici, come le azioni, presenti nei loro portafogli. In secondo luogo, l’energica politica monetaria espansiva delle banche centrali per sostenere l’economia ha aumentato il rischio di svalutazione della moneta a causa dell’aumento dell’inflazione una volta terminata la pandemia e con la ripresa dell’attività economica. “Riteniamo che ciò avverrà molto probabilmente nel 2021 in uno scenario di ripresa a U – aggiunge Mobeen Tahir -. Sembra quindi che gli investitori stiano investendo nell’oro anche per proteggersi dal rischio di un aumento dell’inflazione. A sostegno di questa tesi, il 12 maggio i prezzi dell’oro sono stati sostenuti dagli avvertimenti dei membri della Federal Reserve sul rischio di bancarotta delle imprese e dalle preoccupazioni del dottor Fauci riguardo alla rischiosità di una fine prematura del lockdown. Ciò ha ricordato ai mercati i rischi legati alla ripresa a U, ma anche l’ulteriore svantaggio per i mercati a rischio e la necessità di ulteriori stimoli monetari, tutti elementi che hanno dato un maggiore sostegno all’oro”.
Argento carta di riserva
Altri metalli preziosi, tra cui argento, platino e palladio, sono di natura più industriale. Il loro recupero da marzo è stato relativamente contenuto rispetto all’oro, a causa dei venti contrari che hanno colpito i metalli di base dovuti alla scarsa domanda industriale. Tra i tre, l’argento ha la più alta correlazione con l’oro ed è aumentato di circa il 4% a maggio, mentre platino e palladio sono ancora negativi questo mese. “Per il futuro, ci aspettiamo che l’argento continui a beneficiare della sua correlazione con l’oro – clunclude l’esperto -. I tre metalli preziosi industriali, tuttavia, stanno reagendo alle condizioni della domanda e cominceranno davvero a brillare una volta che l’attività economica riprenderà e le condizioni della domanda miglioreranno di conseguenza”.