Notizie Notizie Italia Payrolls Usa galvanizzano le Borse (+2,88% il Ftse Mib), ma dati nascondono 4 rischi a breve per gli Usa

Payrolls Usa galvanizzano le Borse (+2,88% il Ftse Mib), ma dati nascondono 4 rischi a breve per gli Usa

2 Luglio 2020 17:44

Giovedì da incorniciare per i mercati azionari con la sponda del balzo delle payrolls Usa. Il Ftse Mib, che già prima dei dati Usa viaggiava in deciso rialzo, ha portato i rialzi a quasi il 3 per cento nel pomeriggio andando a chiudere a ridosso della soglia dei 20mila punti (+2,88% a 19.886 punti).

Negli Stati Uniti sono stati creati 4,8 milioni di posti di lavoro a giugno. Secondo i dati diffusi dal Dipartimento del Lavoro Usa (con un giorno di anticipo rispetto al solito per via della festività di domani), le buste paga nei settori non agricoli, le cosiddette non-farm payrolls, sono aumentate di 4,8 milioni di unità, accelerando il recupero di maggio, pari a +2,7 milioni di posti (dato rivisto da +2,5). Il consensus indicava un aumento minore pari a +3 milioni di unità. Il tasso di disoccupazione risulta dell’11,1%.

Ronald Temple, Head of US Equities di Lazard Asset Management, ritiene che si avrà una riduzione della disoccupazione entro la fine dell’anno, ma si stanno sviluppando quattro rischi a breve termine per il mercato del lavoro: 1) L’aumento delle infezioni COVID-19 sta costringendo a mettere in pausa o addirittura a invertire i processi di riapertura. 2) I fondi del Paycheck Protection Program per i primi destinatari si stanno esaurendo. 3) Le indennità di disoccupazione saranno ridotte a milioni di lavoratori senza lavoro alla fine di luglio, e 4) i governi statali e locali sono costretti a continuare a tagliare i posti di lavoro per bilanciare i loro budget. Se queste sfide non vengono affrontate con urgenza, la ripresa potrebbe essere più lenta e irregolare del necessario.”

A Milano euforiche le banche, bene anche FCA

Sul parterre di Piazza Affari la seconda seduta del mese di luglio ha visto le banche grandi protagoniste con Unicredit arrivata a guadagnare il 5,62%, seguita da Banco BPM con un rotondo +5%. Balzo del 3,69% per Intesa Sanpaolo che lunedì vedrà il via dell’OPS su UBI Banca.

Sponda al settore bancario Ue anche dalle indicazioni della Bce sul fronte aggregazioni. La Bce ha pubblicato ieri una guida in cui chiarisce che non sarà necessariamente richiesto capitale addizionale alle entità risultanti da fusioni. La Bce non intende quindi chiedere requisiti patrimoniali più alti per le fusioni nel settore bancario nella zona euro. Edouard Fernandez-Bollo, membro dell’Ssm della Bce, spiega in un post pubblicato ieri che l’atteggiamento favorevole alle aggregazioni è dettato dalla situazione di eccesso di capacità produttiva in Europa e dalla bassa redditività che esprime il settore.

Seduta in forte rialzo anche per Fca (+2,42% a 9 euro) all’indomani dei dati sulle immatricolazioni in Italia per il mese di giugno. Secondo i dati pubblicati dal ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, a giugno le immatricolazioni di auto in Italia sono state 132.457, ovvero il 23,1% in meno rispetto allo stesso mese del 2019. Per il gruppo guidato da Mike Manley il mese scorso è stato archiviato con una flessione di circa il 25 per cento. Le notizie più confortanti arrivano da oltreoceano. FCA nel secondo trimestre segna un calo del 39% a/a negli Usa (mercato più importante per il gruppo, circa 30% dei volumi di FCA+PSA nel 2019) che può essere letto positivamente considerando che è il trimestre più impattato dal lockdown. “Il miglior andamento in termini relativi delle immatricolazioni in US rispetto all`Europa (più penalizzata dal lockdown) permette quanto meno di beneficiare di un mix geografico e di prodotti favorevole nel trimestre più difficile dell’anno”, conferma Equita SIM. Indicazioni confortanti in ottica prospettica perchè il gruppo sottolinea il positivo andamento degli ordini per le flotte nei prossimi mesi e della crescita delle vendite online (salite al 20% vs 1% dell`anno prima).

Sempre tra le big auto si segna il +2,28% di Ferrari su cui Goldman Sachs ha confermato buy indicando i dati sugli ordini la variabile chiave da guardare in questo frangente.