Payrolls Usa, Fed e mercati: il paradosso di come Wall Street adesso abbia il terrore di dati troppo positivi
I mercati si apprestano ad affrontare il delicato banco di prova rappresentato di dati del mercato del lavoro Usa. Per le non farm payrolls di oggi le attese sono di +275 mila posti di lavoro con tasso di disoccupazione fermo al 3,7% nel mese di settembre. “Una debolezza nei dati odierni potrebbe aumentare l’idea che il mercato del lavoro stia rallentando, e quindi forse produrre un nuovo rally delle azioni. Al contrario, i segnali di un ulteriore rafforzamento rafforzeranno le aspettative di un ulteriore inasprimento monetario”, argomentano gli esperti di IG.
Dopo il peggior settembre degli ultimi 20 anni, questa settimana Wall Street si è risollevata dai minimi annui recuperando fino al 5%. Tuttavia, gli strategist predicano cautela avvertendo che il forte rally per l’inizio del trimestre non significa che il peggio sia ormai alle spalle.
Il report sull’occupazione di settembre probabilmente offrirà importanti indicazioni alla Federal Reserve in vista della sua prossima riunione politica all’inizio di novembre.
La paura che tutto vada ancora bene
Il responso che uscirà oggi potrebbe offrire un assaggio della direzione a breve termine dei mercati. “L’aspettativa è che il rapporto sarà di natura goldilocks – non troppo caldo e non troppo freddo”, ha rimarcato nei giorni scorsi Lindsey Bell, chief markets and money strategist di Ally, ritenendo che i dati sull’occupazione dovranno essere in linea o al di sotto delle aspettative affinché il mercato azionario continui la fase di risalita.
Lo scenario potenzialmente peggiore è di una forte creazione di nuovi posti di lavoro che potrebbe paradossalmente impaurire gli investitori e avere un impatto negativo sulle azioni. Perché? Il persistere di uno buono stato di salute del mercato del lavoro Usa sarebbe interpretato come un assist a una Fed aggressiva ancora sui tassi e quindi tassi di interesse più alti più a lungo.
Gli investitori per assurdo oggi si augurano un calo mensile degli occupati, con più posti di lavoro persi nell’economia ogni mese. Tuttavia, dati economici deboli non significano necessariamente che la banca centrale diventerà meno aggressiva con i suoi piani di rialzo dei tassi di interesse, come sottolinea la Bell in un’intervista concessa a MarketWatch.