Notizie Notizie Italia Paura tassi e spread BTP: tutte le soglie spauracchio Bce. C’è anche quella scatenata da gaffe storica Lagarde

Paura tassi e spread BTP: tutte le soglie spauracchio Bce. C’è anche quella scatenata da gaffe storica Lagarde

21 Febbraio 2022 12:58

Il balzo dei tassi dei BTP e dello spread sta portando sempre di più trader e strategist a interrogarsi su quali siano le soglie limite che la Bce di Christine Lagarde potrebbe sopportare, prima di lanciare un nuovo intervento pro-Italia.

Spread BTP-Bund: gli analisti si interrogano sulle soglie pericolo che potrebbero portare la Bce di Christine Lagarde a sfornare un nuovo scudoI problemi del paese rischiano di mandare infatti in fumo eventuali ambizioni hawkish di Francoforte, necessarie in tempi di inflazione. Inflazione che, nel caso dell’Italia, sta divorando tra l’altro i risparmi che i correntisti hanno depositato in banca, tanto che si parla di una tassa occulta sui conti correnti da 76 miliardi di euro.

Ma lo spread e i tassi italiani potrebbero tornare a preoccupare la banca centrale europea.

Quale potrebbe essere per esempio, nel caso dello spread, la soglia ‘spauracchio’ per la Bce?

Un articolo di Bloomberg parla della ‘danger zone’, ovvero della zona pericolo.

LEGGI ANCHE

L’uscita della Bce scatena paura sui BTP: tassi volano al 2%. Flebo al capolinea, il livello dello spread che potrebbe fermare Lagarde

Lo spread a 10 anni ha già sfondato anche la soglia di 170 punti. Un valore al di sopra di 200 punti rappresenterebbe un segnale di allarme, mentre sopra quota 300 la notizia finirebbe nelle prime pagine dei giornali. In quel caso, la Bce, secondo gli analisti, potrebbe tornare ad acquistare più bond italiani.

“Riteniamo che per gli spread dei BTP la ‘zona pericolo’ sia attorno a 250 punti base – ha commentato a Bloomberg Frederik Ducrozet, global strategist presso Banque Pictet & Cie – E se gli spread salissero a livelli fuori controllo, allora la Bce potrebbe lanciare un nuovo strumento di protezione”. Praticamente, un nuovo salva-Italia.

Spread, la gaffe storica -e infelice – di Lagarde (Bce)

E’ rimasta nella storia la frase infelice che Christine Lagarde,  presidente della Bce, proferì nel marzo del 2020.

In quell’occasione, Lagarde spiazzò i mercati – tra l’altro già ‘infettati’ dalla pandemia – spiegando come non fosse compito dell’istituzione chiudere gli spread. L’impennata del differenziale fu superiore a +30% fin oltre 270 punti base, il Ftse Mib di Piazza Affari crollò del 17% circa, riportando la perdita più forte della sua storia.

Sell off scatenati anche sulle borse europee, con Londra, Francoforte e Parigi che segnarono un tonfo tra il 10% e oltre il 12%. E il panico non risparmiò certo Wall Street.

Nelle sessioni successive, lo spread BTP-Bund superò la soglia di 300 punti base per la prima volta in 12 mesi.  (Oggi è in rialzo del 2% attorno a quota 165).

Un vero e proprio massacro, che costrinse Lagarde a un imbarazzante dietrofront:

“Sono piamente impegnata ad evitare qualsiasi frammentazione in un momento difficile dell’area euro. Gli spread elevati inficiano la trasmissione della politica monetaria”, disse nelle ore successive.

Ma i partiti in generale e la Lega in particolare non perdonò tanto facilmente, con gli economisti Alberto Bagnai, Massimo Bitonci, Claudio Borghi, Claudio Durigon, Dario Galli, Massimo Garavaglia, Alberto Gusmeroli e Armando Siri, che in una nota parlarono di schiaffo all’Italia:

“Le parole irresponsabili del governatore della Bce, Christine Lagarde, hanno provocato un crollo senza precedenti per la borsa italiana, già in crisi profonda e un’impennata record dello spread. Non capire che tipo di situazione stia vivendo uno Stato che, anche per proteggere il resto d’Europa, sta sopportando sforzi senza precedenti significa essere quanto meno inadeguati per un ruolo così delicato. L’Italia aveva bisogno di un aiuto e ha ricevuto uno schiaffo. Altro che ‘siamo tutti italiani’ come ipocritamente detto ieri dalla presidente Von der Leyen. La verità sembra essere che l’Italia debba, come al solito, arrangiarsi da sola”.

L’Italia venne blindata all’unisono anche dal numero uno della Consob Paolo Savona, dalla presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen e dal governatore di Bankitalia Ignazio Visco.

Nei giorni successivi la Bce mostrava il suo lato generoso, annunciando anche il nuovo piano PEPP, QE pandemico – a causa dell’esplosione della pandemia Covid-19.

Ma i mercati oggi hanno ancora paura che Lagarde possa commettere un errore, che sia intenzionale o frutto di una gaffe.

Spread BTP-Bund blindato oggi da NextGenUe e governo Draghi

Tornando alle previsioni di questi giorni, Saxo Bank ha individuato la soglia pericolo dello spread a 250 punti base, mentre per gli strategist di Barclays la danger zone è ancora più bassa, attorno a quota 200.

Eimear Daly, strategist del forex di Barclays, fa notare che “i precedenti storici sono una buona guida per capire le soglie di intervento della Bce”. E che “siamo ancora lontani da quei livelli. Tuttavia, il mercato interpreterebbe l’eventuale allargamento degli spread Germania-Italia fino a questi valori alla stregua di un test che la Bce dovrebbe risolvere”. Presentando magari una soluzione anche tempestiva, visto che il PEPP, che ha visto l’Italia tra i maggiori beneficiari, si concluderà alla fine del prossimo mese.

Un nuovo strumento salva-Italia potrebbe essere, secondo Sumati Semavoine-Jain, strategist di BNP Paribas, un programma flessibile di reinvestimenti dei capitali rimborsati sui titoli in scadenza; secondo l’esperto, una mossa del genere dovrebbe essere sufficiente a stabilizzare lo spread BTP-Bund attorno ai 200 punti.

Viene messo comunque in evidenza che l’outlook sul debito pubblico dell’Italia, grazie al governo Draghi, si presenta molto più roseo che in passato: i costi di finanziamento viaggiano ancora a livelli storicamente bassi e non andranno a influenzare il costo del servizio del debito, almeno non subito.

C’è poi il super assist del Recovery Fund-Next Generation EU che, di nuovo, vede l’Italia come principale beneficiaria.

Tanto che Michael Leister, responsabile strategist della divisione di tassi di interesse di Commerzbank, sottolinea che, anche nel caso in cui mancasse una stampella da parte della Bce, la solidarietà europea potrebbe calmare i nervi degli investitori e delle agenzie di rating, almeno fino a quando la politica italiana dimostrasse di essere compatta e non vittima di scosse, aggiungeremmo noi, più o meno frutto di prove preliminari di campagna elettorale.

Per ora, con l’ex numero uno della Bce Mario Draghi che rimane al timone, lo spread sembra ancora blindato.