Conti correnti: inflazione, una tassa occulta sui risparmi degli italiani da 76 miliardi. L’alert FABI
“Oggi l’inflazione è al 4,8% e corrisponde a una tassa occulta su conti correnti da 76 miliardi di euro, calcolata sul totale complessivo di 1.604 miliardi lasciati in banca dalle famiglie italiane”. Così il segretario generale della Fabi, Lando Maria Sileoni, ha spiegato la situazione in cui versano i correntisti italiani, a causa dell’inflazione galoppante, nel corso della trasmissione Omnibus in onda su La7. Lanciando poi un avvertimento sul rischio che la Bce di Christine Lagarde alzi, prima o poi, i tassi:
“Se la Banca centrale europea, come sembra, dovesse aumentare il costo del denaro potrebbero aumentare anche i tassi di interesse sui conti correnti ma anche quelli che i cittadini pagano su mutui e prestiti“.In quel caso, ha spiegato Sileoni, sarebbe come se “ogni persona che ha i soldi sul conto corrente perdesse il 4,8% di potere d’acquisto”, con “un effetto negativo diretto anche, ma non solo, sui consumi”.
Insomma, un bel grattacapo per i correntisti e per l’economia tutta dell’Italia, alle prese con un’inflazione, una tassa occulta che sta agendo per la sua stessa natura nell’ombra, divorando i risparmi degli italiani che hanno deciso di parcheggiare – soprattutto durante i mesi più bui della pandemia Covid-19 – nelle banche.
Fabi, Sileoni: depositi bancari nuovo mattone degli italiani
Risparmi che sono dunque davvero tanti: come ha calcolato la FABI, ben 1.604 miliardi sono stati lasciati in banca dalle famiglie italiane.
All’inizio di febbraio, è stata la stessa FABI a rendere noto che i depositi bancari, che si sono trasformati nel nuovo “mattone” degli italiani, con più del 30% della ricchezza finanziaria degli italiani parcheggiata sui conti correnti, ammontano ora alla cifra totale di 1.604 miliardi (+10% in due anni). Una ricchezza finanziaria che, tra il 2019 e il 2021, ovvero nei due anni di pandemia, è salita di 334 miliardi di euro (+7,17%), sfiorando il tetto dei 5.000 miliardi, rispetto ai 4.663 miliardi di fine 2019.
Il punto è che l’inflazione, come sanno molto bene, anche e soprattutto loro in questi tempi, è nota anche come la tassa più crudele, in quanto mangia i risparmi, svaluta la liquidità e il potere di acquisto.
Il segretario generale della FABI, nel suo intervento alla trasmissione Omnibus di La7, ha riassunto quanto accaduto in questi anni pandemici: “Il Covid si è tradotto in un calo drastico dei consumi, perché nell’incertezza generata dalla pandemia gli italiani hanno risparmiato”. Non è mancata la stoccata alla politica italiana, responsabile anch’essa, come il Covid, dell’incertezza che ha portato gli italiani a decidere di tenere fermi i loro risparmi sui conti correnti. “Credo comunque che i cittadini non si fidino molto della loro classe politica – ha sottolineato Siloeni – o almeno di una parte di essa e credo che i partiti dovrebbero impegnarsi per selezionare al meglio la loro classe dirigente. Questo sarebbe già un notevole passo avanti”. In generale i “problemi, dal mio punto di vista, sono due e sono nettamente percepiti dai cittadini. Ormai purtroppo é passato il ‘mantra’, anche nella nostra società, che ognuno é legittimato a raggiungere soltanto i propri obiettivi e interessi personali”.
“Il secondo é rappresentato dal fatto che è assente, drammaticamente assente, una visione del prossimo futuro e del futuro in generale da parte della classe politica di questo paese, tranne rare eccezioni. Per questi due motivi sono convinto che la maggior parte degli italiani, nell’incertezza generale, tenga fermi i propri risparmi sui conti correnti. In Inghilterra, c’é una frase molto evocativa ed efficace quando si critica qualcuno che non ha una visione o un progetto: gli si dice ‘long forgotten future’ cioé il futuro a lungo dimenticato. Credo che questa frase sia la fotografia perfetta del nostro Paese“.
Riguardo all’inflazione-tassa, recentemente un avvertimento è arrivato anche dal governatore di Bankitalia, Ignazio Visco che, nel suo intervento al 28° Congresso Assiom Forex si è soffermato a lungo sull’impennata dell’inflazione, definendola per l’appunto una tassa.