Notizie Notizie Italia Parte Opa Credit Agricole Italia su CreVal, buon esito tutto fuorché scontato. E’ Pop Sondrio il vero gioiellino M&A?

Parte Opa Credit Agricole Italia su CreVal, buon esito tutto fuorché scontato. E’ Pop Sondrio il vero gioiellino M&A?

30 Marzo 2021 12:51

Non solo CreVal, il mondo del credito di Sondrio si prepara a cambiare faccia. E non solo con CreVal, dunque con l’Opa di Credit Agricole Italia, che tante polemiche ha generato e che parte ufficialmente oggi. Ma anche con Popolare di Sondrio, che si appresta a diventare Spa entro la fine di quest’anno.

Partita l'Opa Credit Agricole Italia su CreVal. E se l'M&A perfetto fosse CreVal-Pop Sondrio?Delle due banche valtellinesi parla oggi un articolo del Sole 24 Ore, ricordando che “senza la riforma Renzi, che ha decretato l’obbligo di trasformazione in S.p.A. per le maggiori banche cooperative, quella battaglia di retroguardia forse poteva andare avanti ancora per qualche anno mantenendo lo status quo grazie al voto assembleare delle migliaia di soci clienti e dipendenti. Ma una volta che una banca popolare si trasforma in S.p.A., come ha dimostrato il caso Ubi e ora quello del Credito Valtellinese (CreVal per l’appunto), cadono le barriere del voto capitario e si entra inesorabilmente nel mirino dei grandi investitori e delle grandi banche che vanno a caccia delle prede di taglia medio-piccola”.

 

“Pochi anni fa – si legge nell’articolo pubblicato oggi – nessuno avrebbe pensato che il CreVal si trovasse oggi alle prese con l’Opa dei francesi del Credit Agricole e con un’azionariato di investitori che comprende un imprenditore francese, capitalisti russi e hedge fund anglosassoni”.

E invece è proprio così. In queste ultime ore, CreVal è particolarmente sotto i riflettori: il suo caso rialimenta anche i timori che una banca italiana possa essere fagocitata da un colosso francese, per altro anche svenduta.

E’ stato lo stesso AD di Credito Valtellinese Luigi Lovaglio, ieri, a dire che l’istituto “è un gioiellino” e che merita sicuramente di più di ciò che è stato messo sul piatto dall’offerente.

Il prezzo offerto non è congruo, ha inciso il cda in una nota, per diversi motivi, tra cui, anche il fatto che in esso non sia stato incorporato il fattore Draghi. Gli advisor propongono il prezzo giusto.

Equita SIM taglia rating CreVal a reduce. Ecco perché

La convinzione che la banca meriti di più non è tuttavia condivisa dagli analisti di Equita che, anzi, bocciano il rating sul titolo a reduce, facendo notare che, nel caso in cui l’Opa di Credit Agricole Italia non si dovesse concretizzare, non ci sarebbe sicuramente la fila, fuori, per acquistare il gioiellino di cui parla l’AD Lovaglio. Ad aspettare il titolo, ci sarebbe piuttosto “un downside risk significativo (…) considerando che lo sviluppo del contesto macroeconomico è ancora particolarmente incerto”.

Così nella nota di Equita Sim dedicata alla banca valtellinese:

“A nostro avviso, Credit Agricole Italia è l’unico compratore naturale per CreVal” e, “qualora l’offerta dovesse fallire, Credit Agricole Italia rimarrebbe nell’azionariato come azionista di maggioranza relativa, eliminando secondo noi completamente l’appeal speculativo sul titolo”.

Viene ricordato come l’azionariato di CVAL sia “ad oggi costituito da una componente rilevante di soggetti con puri intenti speculativi, non interessati alle prospettive di medio/lungo termine per la banca”.

Inoltre, “difficilmente CreVal sarà in grado di distribuire il proprio excess capital” e, “nonostante i progressi fatti in termini di riduzione costi operativi e miglioramento del costo del rischio, la profittabilità rimane modesta (ROTE 3% circa), con generazione di ricavi fortemente dipendente dal contributo del portafoglio titoli”.

Equita SIM mette in rilievo anche il fatto che CreVal non abbia “rilevanti fabbriche prodotto”, fattore che impedisce di conseguenza “l’internalizzazione dei margini, rendendo meno efficace la strategia di crescita della commissioni”. C’è poi “da verificare l’effettivo impatto di Covid-19 sull’asset quality e sui ratio patrimoniali”, dunque il nodo degli NPL-crediti deteriorati.

Il titolo CreVal in borsa sembra scommettere tuttavia sulla buon riuscita dell’operazione, salendo di oltre 1 punto percentuale. Il prezzo resta sopra l’offerta, a un valore superiore del 15% circa. A bocciare l’offerta, è bene ricordarlo, non è solo il cda di Credito Valtellinese, ma anche diversi soci, che insieme detengono più del 20% del capitale dell’istituto e che sono, principalmente, hedge fund.

Equita ricorda dettagli dell’Opa:

“Oggi parte l’OPA di Credit Agricole Italia sulle azioni CreVal, il periodo d’adesione durerà fino al 21 aprile”. Sui principali termini dell’offerta”, si ricorda che il prezzo offerta è di 10,5 euro interamente in cash. Affinché l’Opa possa concludersi con successo, Credit Agricole Italia deve raggiungere almeno la soglia del 66,7% del capitale votante della banca target al termine del periodo di adesione.

Credit Agricole Italia ha la “possibilità di rinunciare parzialmente alla Condizione Soglia Minima, condizionale al raggiungimento – al termine del periodo di adesione – di almeno il 50% + 1 azione del capitale votante di CVAL”.

Segue il consiglio “reduce”, per il titolo di una banca che già da parecchio è diventata anche un caso politico.

Ieri la leader di Fratelli d’Italia Giorgia Meloni ha rilanciato la paura della Francia:

“La valutazione negativa espressa dal Cda di CreVal in merito all’Opa di Agricole non può passare sotto silenzio, anche a fronte della Relazione del Copasir al Parlamento in cui si rilevava proprio l’eccessiva presenza della finanza francese nel settore bancario in Italia. Appare davvero poco comprensibile il perché il Governo abbia rinunciato all’uso del golden power dopo averne esteso un anno fa la tutela proprio al settore bancario e assicurativo, peraltro con decretazione d’urgenza”.

Banche, chi balza oggi è la rivale Pop Sondrio

Chi sale veramente oggi è invece Popolare di Sondrio, che scatta di oltre +4% dopo l’articolo del Sole 24 Ore. La performance del titolo è ottima anche se guardiamo al trend dell’ultimo periodo: il titolo è balzato del 23,97% nell’ultimo mese, del 68,74% negli ultimi 6 mesi, di oltre +119% nell’ultimo anno.

Il quotidiano dipinge uno scenario di aggregazione anche per la banca, nel bel mezzo di un risiko che coinvolge tutto il settore, ricordando che per ora nel capitale, come outsider, c’è solo il fondo Amber ma che, anche, “a breve inevitabilmente spunteranno altri investitori che spingeranno la banca verso un’aggregazione”.

Popolare Sondrio potrebbe per caso diventare la sposa perfetta di CreVal, nel caso in cui l’Opa di Credit Agricole Italia su quest’ultima dovesse fallire?

“Un’ipotesi è proprio quella di una fusione con i cugini della nuova Popolare Sondrio S.p.A. che, a causa delle sovrapposizioni di sedi e rete territoriale, è la combinazione che garantisce le maggiori sinergie di costo”, si legge nell’articolo de Il Sole 24 Ore. Sempre che qualche altra banca non abbia già messo gli occhi sulla popolare.

Di certo, finora a fioccare sono più i rumor e le ipotesi che non vere e proprie nozze: in attesa delle prossime mosse del governo Draghi sul dossier più scottante ed eterno di Mps – con UniCredit che certo non smania per l’acquisto della banca senese -, si continua a parlare di Bper-Banco Bpm.

Ipotesi che vedono protagonista la Popolare di Sondrio sono anche quelle che la vedono nel radar di Credem, ma c’è anche chi ha parlato nelle ultime settimane di un possibile M&A tra la popolare e Bper. 

Qualcuno potrebbe dire: tante parole, ma ancora nessun fatto, oltre al deal dello scorso anno tra Intesa SanPaolo e Ubi Banca.