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Paramount e Skydance verso la fusione

Pubblicato 8 Luglio 2024 Aggiornato 8 Agosto 2024 07:32

Sono serviti oltre 10 mesi di trattative e svariati tira e molla prima di arrivare ad un accordo di fusione tra Skydance Media, società di produzione americana in mano a David Ellison, e la storica casa di produzione hollywoodiana Paramount, su cui gravano debiti per 14,6 miliardi di dollari. Dopo aver stretto una partnership pluriannuale di co-finanziamento per progetti cinematografici (tra cui il campione d’incassi Top Gun: Maverick), il rapporto fra le due società si è consolidato sempre di più, tanto da convincere analisti e stampa estera di una loro possibile fusione.

Le trattative passate

Ad aprire uno spiraglio è stata la decisione del board di Paramount di respingere, verso giugno, l’offerta promossa da Apollo Management e Sony, società americana di private equity, per l’acquisizione della maggioranza, pagando fino a 19,50 dollari azioni che ne valevano meno di 12.

Al loro posto si inserisce nella trattativa la società di Ellison, da anni intrecciata con le dinamiche produttive e finanziarie di Paramount. Ma proprio quando sembrava quasi fatta, nello stesso mese sono andate in fumo le trattative tra National Amusements – holding con il 77% delle azioni con diritto di voto di Paramount- con il consorzio Skydance e Redbird Capital in quanto «le parti», spiega una nota aziendale, «non sono state in grado di trovare termini accettabili riguardo la potenziale transazione per l’acquisizione». Fra le cause del divorzio ci sarebbe stata l’intenzione di Skydance di fare tagli drastici ai rami aziendali di Paramount, vendendo al miglior offerente l’emittente televisiva CBS e Paramount+, piattaforma di streaming da 71 milioni di abbonati. La stessa che, proprio qualche settimana dopo il fallimento delle trattative, diventava oggetto del desiderio di Warner Bros. Discovery, colosso dell’intrattenimento intenzionato a fonderla con il proprio servizio streaming Max.

Redstone ci ripensa

A pochi istanti dal fatale accordo con la Warner, l’ennesimo colpo di scena smuove le carte in tavola. Una nuova offerta di Skydance ha fatto ricredere Shari Redstone, presidente di National Amusements. Merito forse della cifra nettamente più alta della precedente messa sul piatto per l’acquisizione della holding, pari a 2,4 miliardi di dollari. L’accordo per la fusione con Paramount (e la creazione di “New Paramount”) andrà a perfezionarsi con altri 4,5 miliardi rivolti agli azionisti e ulteriori 1,5 miliardi da iniettare nel bilancio societario come contributo per ripagare i debiti. Più di 8 miliardi di dollari complessivi da investire in un progetto destinato a impattare profondamente nel mercato dell’intrattenimento statunitense, oltre che internazionale.

Oltre agli storici studios di Los Angeles, Paramount Global racchiude infatti al suo interno una vasta galassia di società come ad esempio Mtv, Nickelodeon e Showtime, estendendo anche fuori dagli Usa con l’inglese Channel 5, Network Ten in Australia, Telefe in Argentina e infine l’emittente cilena Chilevisión.

Possibili risvolti futuri

Tuttavia, lo scenario potrebbe subire ulteriori novità. All’interno dell’accordo è previsto infatti un tempo di 45 giorni in cui Paramount ha diritto a vagliare nuove offerte alternative. Nel frattempo, si attende l’approvazione formale delle autorità regolatrici statunitensi, che farà slittare la chiusura ufficiale dell’accordo verso la prima metà dell’anno prossimo.

Si conclude così l’era Redstone all’interno del colosso hollywoodiano, entrato fra le proprietà della famiglia nel 1994 grazie a Sumner Redstone, padre di Shari. La quale si presenta fiduciosa sull’accordo, evidenziato il fatto che un partner di produzione di lunga data come Skydance «conosce bene la Paramount e ha un una chiara visione strategica e le risorse per portare avanti la fase di crescita. Crediamo nella Paramount e lo faremo sempre».