Paradosso Covid, adesso la Cina diventa il rifugio più sicuro. UBS AM: equity globale sconta scenario molto ottimista

Nella fase due dell’emergenza sanitaria ed economica da Coronavirus, gli investitori devono focalizzarsi non solo sulle tempistiche di ripartenza delle economie, ma anche su quelle di consumatori ed imprese. UBS Asset Management ha pubblicato la nuova edizione del Macro Monthly, il report in cui gli analisti analizzano gli scenari macroeconomici e l’attrattività delle asset class. Gli esperti di UBS AM esaminano la riapertura in Cina come indicatore principale per Europa e Stati Uniti.
Covid-19 e ripresa: le prime lezioni dall’esperienza cinese
Proprio a Pechino e dintorni, la lieve ripresa del consumo di beni non essenziali è avvenuta grazie alla revisione dei comportamenti degli individui al fine di ridurre i rischi di contagi. Il processo di riapertura che dura ormai da circa due mesi in Cina offre alcune indicazioni su cosa dovrebbero aspettarsi le economie sviluppate. Un aspetto importante è che probabilmente ci sarà una ripresa molto incerta e graduale nelle economie sviluppate. Le persone si sentono più sicure, a causa della bassa crescita nelle vicinanze o della fiducia nelle infrastrutture di sanità pubblica, maggiori sono le probabilità che riprendano attività semi-normali.
È probabile che i paesi sviluppati abbiano maggiori difficoltà nel tornare alla normalità rispetto alla Cina o ad altri Paesi nord asiatici, sottolineano gli esperti, poiché potrebbe esserci una minore accettazione individuale a farsi tracciare o sorvegliare.
Le conseguenze per il mercato
E’ necessaria cautela sulle attività a rischio – sottolineano gli analisti di UBS – in quanto i mercati azionari globali sembrano quotare una ripresa più rapida con più certezza di quanto sia probabile, data l’esperienza cinese e le differenze rispetto alle economie occidentali. L’S&P 500 è in calo solo del 10% circa per il 2020, il che è piuttosto notevole, dato il forte calo delle prospettive di crescita e le alte valutazioni che entrano nell’anno.
La performance del credito e dell’azionario saranno probabilmente più trasversali poiché i mercati si trovano ad affrontare i rischi di una strada molto più difficile per la ripresa, compreso il rischio per le seconde ondate di COVID-19. Nei mercati azionari, il rimbalzo è stato guidato da titoli difensivi e growth – che non fanno parte del tipico schema di recupero ma sono comprensibili date le prolungate incertezze che affrontiamo.
Guardando alle singole asset class, gli analisti sottolineano come l’azionario globale sembra scontare una normalizzazione dell’attività economica più rapidamente di quanto previsto. La pandemia da Covid-19, le decise misure per il suo contenimento e il probabile cambiamento nei consumi e nel comportamento degli individui dovrebbero rallentare la ripresa. Nonostante lo storico intervento in termini di politica monetaria e fiscale, i rischi su utili, solvibilità e attività economica persistono.
Cina sponda positiva per gli emergenti
Probabile che la stabilizzazione della crescita in Cina si rifletterà positivamente sui mercati emergenti, principalmente nei paesi che sono stati in grado di contenere il virus, come in Asia del Nord (escluso il Giappone). Corea del Sud, Hong Kong e Cina hanno minore sensibilità allo shock da Covid-19 e il maggior margine di manovra fiscale. Questi mercati sono stati i primi a subire il sell-off a causa del virus, mentre gli altri mercati emergenti stanno tuttora tentando di contenerne la diffusione, in alcuni casi con infrastrutture sanitarie peggiori. “Paradossalmente, l’azionario cinese si pone ora come una sorta di rifugio dalle più ampie preoccupazioni globali legate alla crisi da COVID-19. Nonostante i rischi di breve termine sugli utili a causa del calo del turismo e dei consumi intra-asiatici, le prospettive della Cina appaiono positive poiché le autorità continuano a sostenere l’economia.
Infine, sottolineano gli esperti, nell’attuale contesto di mercato, la duration globale continua a svolgere un ruolo importante per la copertura dei rischi di ribasso. L’outlook macroeconomico presenta un elevato livello di incertezza e gli investitori dovranno usare il debito sovrano come protezione verso un eventuale ulteriore deterioramento delle condizioni di mercato. La politica monetaria rimarrà probabilmente accomodante anche con un eventuale miglioramento dei dati economici. “Pertanto, prevediamo un aumento della pendenza delle curve dei rendimenti nominali nei mercati sviluppati” concludono sottolineando come “la protezione dai rischi di ribasso e una politica monetaria e fiscale aggressiva, rendono l’obbligazionario indicizzato all’inflazione particolarmente interessante”.