Panama Papers: il paradiso fiscale che piace ai leader mondiali, ma non solo. Panama pronta a cooperare
Il governo di Panama ha assicurato la sua disponibilità a cooperare con la giustizia riguardo la mega inchiesta sui paradisi fiscali, denominata Panama Papers, che ha prodotto una lunga lista di nomi, tra cui politici, ma anche sportivi e imprenditori, che attraverso società di comodo (off-shore) hanno evaso le tasse o evitato sanzioni, ma anche riciclato miliardi per attività illegali. Il governo di Panama ha ribadito, in una nota stampa diffusa ieri, il suo “impegno per le riforme al fine di rafforzare la trasparenza nei suoi servizi legali” e a “cooperare in caso di qualsiasi procedimento giudiziario”.
L’inchiesta, coordinata dall’International Consortium of Investigative Journalists (ICIJ) e realizzata su 11,5 milioni di documenti segreti, ha portato alla luce i conti e le società off-shore di ben 140 responsabili politici e pubblici ufficiali nel mondo. Tra questi compare il nome del presidente ucraino Petro Porochenko, che si era posto proprio come riformatore in un Paese scosso dagli scandali di corruzione. Emergono anche alcune società basate a Panama, presso lo studio legale Mossack Fonseca, legate alla famiglia del premier cinese, Xi Jinping, ma anche alcune controllate dal primo ministro dell’Islanda e del Pakistan, del re dell’Arabia Saudita e dai figli del presidente dell’Azerbaigian. Tra le personalità menzionate figurano anche alcune persone vicine al presidente russo, Vladimir Putin.
Ma non solo. Tra le entità indicate dal Consortium anche alcune persone e società già note alle autorità giudiziarie in quanto coinvolte in attività illecite, come il giro di droga in Messico. “Questi risultati mostrano quanto profondamente radicate siano le pratiche nocive e la criminalità nel mondo off-shore”, ha detto Gabriel Zucman, economista presso l’Università della California, Berkeley. “I documenti mostrano che le banche, gli studi legali e altri soggetti che operano nel paradisi fiscali spesso dimenticano il loro obbligo legale di verificare che i loro clienti non siano coinvolti in imprese criminali”, sostiene il Consortium.
Anche il mondo del calcio, già scosso negli ultimi mesi dallo scandalo che ha coinvolto i dirigenti della Fifa, non è stato risparmiato: quattro dei 16 capi della federazione internazionale avrebbero utilizzato società off-shore create da Mossack Fonseca. I documenti dello studio legale rivelano anche i nomi di alcuni importanti giocatori, tra cui Lionel Messi. Calcio a parte, anche altri sport come l’hockey e golf sono stati coinvolti.