Notizie Europa Padoan: nessuna manovra aggiuntiva, flessibilità Commissione Ue favorevole per l’Italia

Padoan: nessuna manovra aggiuntiva, flessibilità Commissione Ue favorevole per l’Italia

14 Gennaio 2015 08:54
È del tutto fuori luogo” parlare di una manovra aggiuntiva per sistemare i conti italiani. Così il ministro dell’Economia, Pier Carlo Padoan, parlando al Gr1 dell’esame Ue sulla legge di stabilità italiana. Padoan non si dice preoccupato per il giudizio che la Commissione europea darà a marzo nelle sue previsioni sui conti pubblici degli Stati membri. “Non sarà un problema indipendentemente da eventuali nuovi meccanismi di valutazione delle regole. L’Italia rispetta il 3%, ci sono molti altri Paesi che lo superano, siamo in posizione migliore”, ha sottolineato il titolare del dicastero di via XX Settembre. 
In merito alle nuove indicazioni della Commissione europea sulla flessibilità giunte ieri, per Padoan queste saranno “favorevoli perché l’Italia ha una politica economica basata sulle riforme e sul sostegno agli investimenti, in una situazione di finanza pubblica sotto controllo“. Inoltre, “aumentano la prospettiva di crescita e di occupazione”, ha aggiunto. Non solo. Le nuove indicazioni rappresentano, ha proseguito il ministro, “un importante passo avanti che favorisce le riforme strutturali e gli investimenti”, garantendo “una maggiore flessibilità nella gestione del ciclo e della politica di bilancio”. Padoan ha quindi puntualizzato che “l’Italia è uno dei non molti paesi che rispetta il tetto del 3% e potrà quindi essere favorita dalle nuove regole”. 
Padoan era già intervenuto ieri sul punto attraverso una nota stampa diffusa dal ministero dell’Economia, in cui aveva accolto con favore la comunicazione della Commissione europea in tema di flessibilità.
“Il semestre di presidenza italiana della Ue si chiude con risultato di grande rilievo: la Commissione europea, nella sua comunicazione, riconosce un approccio più flessibile nell’interpretazione delle regole di bilancio, che fino a sei mesi fa non era preso in considerazione”, ha spiegato il ministro nel comunicato. “Ora gli Stati membri avranno maggiori possibilità, nel rispetto del Patto di stabilità e crescita, di effettuare investimenti indispensabili per promuovere il rilancio dell’economia e creare posti di lavoro. Le nuove indicazioni forniscono inoltre importanti incentivi all’implementazione delle riforme strutturali”.
“Gli investimenti e le riforme strutturali, che insieme all’integrazione del mercato interno sono state le priorità indicate dal governo italiano come obiettivi del semestre, oggi giocano un ruolo ancora più rilevante nella definizione delle strategie di crescita. La flessibilità viene anche applicata nella valutazione del ciclo economico attraverso un utilizzo meno rigido del meccanismo dell’output gap“.
E ancora: “Le riforme strutturali vengono riconosciute come uno strumento fondamentale delle regole di bilancio e nella misura in cui sono rilevanti ai fini della crescita e quindi della sostenibilità del debito. Il governo italiano giudica favorevolmente l’importanza attribuita alla presentazione da parte degli Stati membri di un preciso e dettagliato timing di attuazione delle riforme strutturali. Infine, come da tempo auspicato dall’Italia, le nuove indicazioni della Commissione prevedono un’interpretazione più flessibile della clausola degli investimenti, incluso il contributo al cofinanziamento dei progetti europei”.
“La comunicazione della Commissione europea sulla flessibilità nelle regole di bilancio rappresenta un primo passo, l’avvio di un percorso che l’Italia e gli altri partner dovranno proseguire”, ha concluso Padoan.  
Le linee-guida elaborate da Bruxelles sono da utilizzare nell’applicazione del Patto di Stabilità e sono valide per chi mantiene il tetto deficit/Pil sotto il 3%. Le nuove regole stabiliscono conti più flessibili in un contesto caratterizzato da riforme volte al rilancio della crescita e si pongono come obiettivo la creazione di nuovi posti di lavoro nel rispetto del Patto. Si basano su tre criteri principali. La clausola degli investimenti. Gli Stati possono deviare temporaneamente dai loro obiettivi di medio termine per sostenere spese per investimenti in caso di Pil negativo o molto basso; la clausola delle riforme strutturali: l’Unione europea valuta l’impatto delle riforme strutturali, l’implementazione e la capacità di accrescere il Pil potenziale; l’adattamento degli impegni di bilancio alla situazione economica: uno dei parametri di riferimento sarà l’output gap, la differenza tra Pil reale e potenziale.