Notizie Notizie Mondo Outlook Q2: Il contratto sociale a pezzi alimenta fervori anti-establishment e la volatilità

Outlook Q2: Il contratto sociale a pezzi alimenta fervori anti-establishment e la volatilità

6 Aprile 2016 11:06


 

 

Va dritto al cuore della questione l’outlook trimestrale di Saxo Bank. Per la banca danese l’escalation della crisi sociale e politica è in assoluto la maggiore sfida che dovranno affrontare i mercati nel secondo trimestre 2016, e anche più in là. “Il grande problema dei mercati è il crescente sentiment anti-establishment, come dimostrano nella pratica la campagna elettorale in USA e l’accelerazione sul voto per la Brexit fissato per giugno. E il peso di questo fenomeno è amplificato dalla convergenza di opinioni simili nel resto del mondo, che mettono in luce un crescente rifiuto delle élite e dello status quo“, spiega Steen Jakobsen, capo economista di Saxo Bank. Che aggiunge, “Gli elettori sembrano ormai preferire il caos alla ‘solita situazione’. Potremmo chiamare questo nuovo paradigma ‘la fine del contratto sociale’“. Precisa anche l’analisi di come si sia giunti a questo scollamento tra istituzioni e corpo sociale: “Viviamo una  crisi finanziaria che dura da otto anni e, mentre i lavoratori portano a casa remunerazioni ai minimi storici, le aziende conseguono i guadagni (al lordo delle imposte) più elevati di sempre. Senza contare che si assiste al più basso livello di investimenti mai registrato nella storia e al più basso livello di produttività – spiega Jakobsen – Questo sfortunata tripletta spiega perché i movimenti di estrema sinistra e di estrema destra stanno registrando un così grande successo: rappresentano, infatti, quanto c’è di più distante dalle attuali élite politiche”. In questo preoccupante contesto politico chiediamo quindi a Jakobsen quale comportamento tenere rispetto alle diverse asset class nei prossimi mesi.


Quali sono i driver per i prossimi mesi?
In una prospettiva macroeconomica il secondo trimestre presenta diversi eventi critici. Tra essi spiccano la riunione del Federal Open Market Committee del 15 giugno, il referendum Brexit il 23 giugno e le nuove elezioni politiche in Spagna. Tuttavia, anche se l’atteso innalzamento dei tassi Fed non creerà agitazioni nel Q2, i titoli azionari delle economie sviluppate non sembrano per niente a buon mercato in questo momento. Il rimbalzo di circa il 10% cui abbiamo assistito da febbraio su questi mercati sta pesando sulle valutazioni. Non mancano le eccezioni. Sul mercato italiano, per esempio, assisteremo a un’ottima stagione di EPS con un dividendo medio di circa il 3,5%, anche grazie alla ripresa del settore finanziario.
Quali sono le previsioni sul Forex?
Con l’ingresso nel secondo trimestre, ci aspettiamo che il tema della “rottura del contratto sociale” sarà maggiormente avvertito sugli scambi della sterlina, visto che la Gran Bretagna sta andando dritta verso la Brexit. Che cosa significhi in termini pratici è difficile da capire, ma in termini di valuta potrebbe avere notevoli conseguenze, in particolare rispetto alla volatilità dei tassi di cambio con la sterlina. Il secondo trimestre sarà anche il momento in cui i mercati cominceranno a pesare la probabilità che Donald Trump possa diventare davvero il presidente degli Stati Uniti e quello che potrebbe significare per l’economia americana e, in particolare, per il dollaro. Avvicinandosi alla data delle elezioni è sempre più forte il rischio che il biglietto verde si indebolisca, soprattutto se i sondaggi mostreranno un’alta probabilità di vittoria di Trump, che è sinonimo di una variabile indefinita. Quindi, di nuovo, la volatilità sarà l’unica garanzia. Infine, il contratto sociale potrebbe finire sotto attacco anche in Giappone. Il governatore della Banca centrale giapponese, Haruhiko Kuroda, dovrebbe ottenere facilmente l’obiettivo prefissato di tenere l’inflazione al 2%, ma non si può escludere che essa sarà del -2%, se non peggio, quale che sia il valore nominale.

Qual è l’outlook per il mercato obbligazionario?

Il mercato dei bond potrebbe risentire ancora una volta negativamente della pressione sull’Europa, chiamata a risolvere problemi imminenti. Le paure per la Brexit e i movimenti anti-austerity nei Paesi periferici dell’Unione Europea potrebbero condurre a un sentimento di inquietudine sul mercato obbligazionario. Rimaniamo per questo prudenti sull’andamento finanziario nel Q2, stimando rendimenti molto bassi, un incremento della regolamentazione (ancora ignota), un aumento del peso dei crediti deteriorati, e modelli di business con basso livello tecnologico

Ci sono invece opportunità sul mercato azionario?

L’apertura volatile del 2016 ha impattato negativamente sui mercati azionari globali, con alcuni settori che, secondo il nostro nuovo modello di valutazione degli indici settoriali dell’MSCI World, sono sprofondati in territorio di svendita. Da ciò deriva che i settori ciclici come i generi di consumo, i materiali e i finanziari sono diventati relativamente a buon prezzo rispetto alle metriche standard di valutazione e, entrando nel secondo trimestre, li stiamo analizzando con attenzione

Infine le commodities….

Le materie prime stanno finalmente mostrando segnali di stabilizzazione in seguito al brutale sell-off degli ultimi due anni, con oro e petrolio in prima fila. Il buying dell’oro è stato praticamente ininterrotto durante il primo trimestre, con gli hedge funds che sono passati da eccezionali posizioni short alla più lunga posizione net-long nel corso di 13 mesi. Un forte impulso dovrebbe quindi portare l’oro a raggiungere, senza però romperla, la soglia dei 1.310 dollari-oncia. Quanto al Brent, un balzo in avanti nel sentiment del primo trimestre ha migliorato l’atmosfera dei giorni bui a metà gennaio, quando aveva raggiunto il suo minimo in dodici mesi. Il nostro range favorito per il secondo trimestre resta invariato rispetto al primo, tra i 35 e i 40 dollari al barile, ma con un margine di rischio meno squilibrato verso il basso.