Outlook 2018: cosa aspettarsi e dove investire l’anno prossimo
A dieci anni dall’inizio della crisi finanziaria, l’economia globale mostra i segni di una ripresa uniforme. La crescita economica sta recuperando, con profitti aziendali in aumento e disoccupazione in calo. Gli Stati Uniti stanno attualmente assistendo alla terza più lunga espansione economica della storia e la riforma fiscale del presidente Donald Trump darà ulteriore impulso alla crescita, anche se comporterà un deterioramento delle finanze pubbliche e una crescente disuguaglianza. In Europa il ciclo economico ha mantenuto un ritmo sostenuto: tutti i settori si stanno riprendendo e il mercato del lavoro sta tornando a prosperare anche se la disoccupazione resta al di sopra dei livelli pre-crisi e vi sono notevoli divergenze tra i paesi.
La sfida principale nei prossimi anni, secondo gli esperti di Degroof Petercam, sarà quella di sospendere la politica monetaria accomodante senza ostacolare la crescita economica né sconvolgere la psicologia del mercato. La Fed ha messo in cantiere tre rialzi dei tassi entro la fine del 2018, che hanno lo scopo di riportare i tassi di riferimento all’1,75-2% e che potrebbero determinare un eventuale ma non significativo apprezzamento del dollaro. È possibile che ulteriori incertezze sulla politica monetaria negli Stati Uniti derivino dalla fine del mandato di Janet Yellen e dall’entrata di Jerome Powell come successore: nonostante infatti la visione di questi assomigli molto a quella del predecessore, quattro dei sette seggi della Fed dovranno essere riassegnati e il mercato osserverà con attenzione queste nomine.
In Europa con l’inflazione che rimarrà molto probabilmente al di sotto dell’obiettivo del 2%, non si attende a breve un inasprimento della politica monetaria da parte della Bce, che vorrà evitare l’errore commesso in passato, ossia quello di sospendere troppo presto la politica monetaria accomodante. Inoltre, un ulteriore apprezzamento dell’euro sarebbe dannoso per il raggiungimento degli obiettivi di inflazione. Un rialzo effettivo dei tassi avverrà, secondo gli esperti di Degroof Petercam, solo dopo che la Bce avrà posto fine al suo programma di acquisto, presumibilmente nel settembre 2018 e dunque un primo rialzo dei tassi potrebbe avvenire nella primavera del 2019. Nel frattempo, i principali rischi a breve termine sono rappresentati dai difficili negoziati sulla Brexit e dal potenziale stallo politico che potrebbe sorgere dopo le elezioni italiane.
Gurdando ai mercati emergenti, ci sono diverse elezioni politiche in vista: in Sudafrica, l’ANC deve cominciare a cercare un nuovo leader; in Russia e in Colombia, rispettivamente a marzo e maggio, si terranno le elezioni presidenziali, e l’Indonesia ha programmato le elezioni locali in giugno. Si terranno inoltre elezioni legislative in Messico (luglio), Malesia (agosto), Brasile (ottobre) e Tailandia (novembre). Ma le incertezze potrebbero arrivare anche dalla Cina, la cui crescita, secondo Degroof Petercam, rallenterà nel 2018 rappresentando uno dei principali rischi per l’economia globale: un rallentamento dell’economia cinese avrà impatti sul resto del mondo, con conseguenti minori volumi commerciali e prezzi delle materie prime. Tuttavia, per il momento, le preoccupazioni circa un impatto fortemente negativo sul resto del mondo restano modeste; la regola generale è che una diminuzione dell’1% della crescita cinese si traduce in un calo dello 0,25% della crescita economica globale.
In questo scenario macroeconomico, dove investire l’anno prossmo? Ecco cosa hanno risposto gli esperti di Degroof Petercam:
Azionario: netta preferenza per l’Europa
Il settore azionario spazia da valutazioni corrette a costose, in funzione della regione. Le azioni statunitensi, in particolare, sono costose se comparate alle valutazioni degli anni passati, anche se è comunque possibile selezionare delle opportunità di investimento particolarmente interessanti. Tuttavia, gli esperti vedono opportunità soprattutto in Europa.
Obbligazionario: breve duration e alto merito creditizio
Sull’obbligazionario la peferenza va verso le scadenze più brevi. Ciò nonostante, Degroof Petercam non si aspetta che la normalizzazione della politica monetaria si traduca in rendimenti obbligazionari a lungo termine drasticamente più alti. In un panorama caratterizzato da bassi tassi di interesse, meglio le seguenti soluzioni: obbligazioni societarie in euro ad alto merito creditizio che offrono un incremento anche se contenuto di rendimento e una duration spesso inferiore di quella dell’obbligazionario governativo, e obbligazioni internazionali indicizzate all’inflazione, in particolare a quella Usa.
Valute e oro: la parola d’ordine è diversificazione
Tra le valute il dollaro rimane sopravvalutato rispetto all’euro in una prospettiva di lungo termine. Tuttavia, gli esperti di Degroof Petercam prevedono che il dollaro si consoliderà nel 2018 a causa delle divergenti politiche monetarie europee e statunitensi. Tra le materie prime, l’oro mantiene una posizione solida in qualsiasi portafoglio d’investimento ben diversificato, nonostante sia abbastanza volatile. I tassi d’interesse reali sono estremamente bassi, il che si traduce in un costo opportunità dell’oro molto basso, che quindi riesce a supportarne i prezzi. Questo asset può essere un bene rifugio in tempi di improvvise tensioni o di incremento delle spinte inflazionistiche.