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Oro verso nuovi massimi storici, ma crolla la domanda da parte delle Banche centrali

5 Maggio 2023 13:07

Continua a mostrare forza il prezzo dell’oro che nelle ultime sedute è tornato ad avvicinarsi sensibilmente verso nuovi massimi storici. L’oro nella seduta di ieri ha raggiunto in intraday un nuovo massimo di periodo a 2.085 dollari l’oncia, per poi ritracciare e chiudere le contrattazioni a 2.055 dollari. Acquisti anche sull’argento che dal minimo segnato da metà marzo ha già guadagnato il 31%, +50% dai minimi di ottobre.

I motivi dietro al rally dell’oro

Il rally dei metalli preziosi è sostenuto principalmente dalla debolezza del dollaro americano, oltre che dalle rinnovate e crescenti preoccupazioni sulla “nuova” crisi bancaria negli Stati Uniti, scaturita con i recenti crolli di PacWest Bancorp e Western Alliance Bancorporation.

“I prezzi dell’oro sono aumentati dopo che PacWest, istituto bancario di Los Angeles già sorvegliato speciale dagli operatori di mercato, ha dichiarato che sta lavorando per trovare “opzioni strategiche”, ovvero vorrebbe trovare un compratore per i suoi asset”. Questo ha innescato un altro crollo in borsa del titolo che è arrivato a perdere il -86,3% da inizio anno.
Ma non solo, “i  crescenti timori su un probabile rallentamento dell’economia statunitense ha ulteriormente indebolito anche il dollaro americano, che era già sotto pressione dopo l’indicazione di una possibile pausa nell’aumento dei tassi da parte della Fed statunitense”, ha commentato Anuj Gupta, Vice President Research presso IIFL Securities.

Il prezzo dell’oro da inizio marzo è balzato anche a causa del calo dei rendimenti dei Treasury decennali americani, con la forte inversione della curva dei rendimenti che sta aggravando i timori di recessione negli Stati Uniti, aumentando al tempo stesso l’attrattività dei beni rifugio, come capita di consueto in questi contesti di mercato.

Questo è chiaro dal grafico qui sopra che mostra la correlazione inversa tra i rendimenti del decennale statunitense e l’oro, con quest’ultimo che da inizio marzo è balzato di oltre il 13%, mentre il rendimento del decennale usa è sceso del 16%.

JPMorgan predilige oro e titoli tech

Secondo gli strateghi di JPMorgan è probabile che, mentre aumentano i rischi di recessione negli Usa, gli investitori favoriscano l’oro e i titoli legati alla tecnologia che potrebbero essere due asset class “relativamente attraenti” per un investimento di lunga durata.

“La crisi bancaria statunitense ha aumentato la domanda di oro come proxy per tassi reali più bassi e come copertura contro uno scenario catastrofico”, hanno commentato gli analisti di JPMorgan.

Per quanto riguarda i titoli tecnologici, in effetti gli analisti di JPMorgan, da inizio anno hanno osservato un incremento del peso delle azioni tecnologiche nei portafogli degli investitori, che si è avvicinata ai massimi registrati nel 2021. Questo implica un sovrappeso dei titoli tecnologici.

Scende la domanda globale di oro

Nel frattempo, il World Gold Council (WGC) ha dichiarato oggi che, nei primi tre mesi del 2023, la domanda globale di oro è scesa del 13% rispetto a quanto registrato medesimo trimestre del 2022.
Nel dettaglio, la domanda totale di oro è stata di 1.081 tonnellate, una riduzione trainata principalmente dal calo della domanda di oro da parte delle banche centrali che è scesa a 228,4 tonnellate nel primo trimestre, in calo del 40% rispetto ai tre mesi precedenti.

Domanda di oro da parte delle Banche centrali

Nonostante la domanda di oro rimanga ancora forte, questo è il secondo trimestre consecutivo di declino della domanda totale di oro, un chiaro segnale che la abbuffata di lingotti da parte delle banche centrali potrebbe presto volgere al termine.

Ricordiamo infatti che lo scorso anno gli acquisti di oro da parte delle banche centrali hanno raggiunto livelli record avendo rappresentato quasi un quarto della domanda globale di oro. Questo fattore non ha fatto altro che sostenere le quotazioni del metallo giallo, il tutto in un contesto già caratterizzato dal ciclo di inasprimento più aggressivo da decenni della Federal Reserve.

In tal senso, nel 2022 la domanda di oro ha raggiunto il massimo degli ultimi 11 anni grazie agli acquisti record delle banche centrali.

Se da una parte scende l’acquisto di oro da parte delle Banche centrali, al contrario sono aumentati gli acquisti di oro da parte degli investitori e dei consumatori cinesi, spinto dall’allentamento delle restrizioni dovute al Covid-19. Nel dettaglio, la domanda cinese di gioielli è stata di 198 tonnellate, il massimo trimestrale dal primo trimestre del 2015, spinto dalle riaperture post Covid.

Domanda di oro trainata dai gioielli

Dal rapporto odierno presentato dal World Gold Council emerge che circa la metà della domanda di oro proviene dai gioiellieri, con quest’ultimi che hanno richiesto nel primo trimestre del 2023 circa 508 tonnellate di oro, in calo del 15% rispetto all’ultimo trimestre del 2022.

Nonostante il brusco calo della domanda totale di oro, oggi il WGC ha affermato comunque “che la domanda di investimenti in oro con tutta probabilità crescerà ulteriormente quest’anno, con gli acquisti della banca centrale che rimarranno forti, anche se al di sotto del massimo dello scorso anno“.

“Tuttavia, è probabile che l’accumulo di scorte da parte degli investitori renda l’oro più costoso, il che potrebbe ridurre la domanda in paesi come l’India, dove i consumatori sono spesso scoraggiati dai prezzi elevati”, conclude Krishan Gopaul, analista del WGC.

Analisi tecnica: oro verso nuovi massimi storici

Fase di positività per il prezzo dell’oro che con le ultime sedute si riportato vicino ai massimi storici segnati in occasione della pandemia sopra a 2.085 dollari l’oncia.
In caso di proseguimento degli acquisti, ecco che il superamento con volumi di contrattazione in aumento dell’area di resistenza a quota 2.080 potrebbe spingere il metallo prezioso su nuovi massimi storici a 2.090 dollari.

Al contrario, in caso di ritracciamento dei prezzi dopo i recenti rialzi i supporti di breve periodo più importanti per le quotazioni dell’oro rimane l’area supportiva dei 2.000 dollari. Ecco che proprio il cedimento di quest’ultimo livello di supporto potrebbe riportare l’oro in area 1.950 dollari l’oncia, prezzi di inizio marzo.3

Andamento dell’oro nel breve periodo
Andamento dell’oro negli ultimi 5 anni