L’oro corre, in direzione opposta al dollaro
La quota di 735 dollari per oncia raggiunta in mattinata dalle quotazioni dell’oro, rappresenta il massimo degli ultimi 27 anni per il metallo giallo. Si tratta però di un record che potrebbe avere durata relativamente breve vista la corsa che sta interessando la materia prima. L’oro è stato capace, da quando in agosto l’outlook generale di borse ed economie è peggiorato, di riprendersi il ruolo di bene rifugio per eccellenza. Una corsa che ha portato al superamento dei massimi 2006 in area 725 dollari per oncia.
Dalla metà di agosto, quando il lingotto vivacchiava nei pressi di quota 650 dollari, il guadagno messo a segno è superiore ai 10 punti percentuali e gli esperti di mercato vedono il metallo prezioso a quota 800 a stretto giro di posta, non lontano quindi dai massimi assoluti risalenti agli anni ’70 a 850 dollari.
Merito della debolezza della valuta statunitense, a sua volta un derivato delle nuvole scure che si sono addensate sui cieli d’Oltreoceano. Il dollaro ha perso valore praticamente contro tutte le valute segnando nuovi minimi storici contro il suo principale rivale, l’euro. Dopo aver raggiunto in mattinata quota 1,413, la prossima quota a cadere dovrebbe essere 1,42 con possibili estensioni verso 1,44. Al di là di possibili recuperi temporanei, dettati più che altro da ragioni tecniche, il quadro macroeconomico non favorisce in questo momento in alcun modo la valuta Usa e il doppio taglio della Federal Reserve ha confermato la scarsa volontà di Bernanke di difendere, in questi frangenti, il valore della divisa Usa.
Nella seduta di domani, tra l’altro, sono attesi in uscita negli Stati Uniti alcuni dati macroeconomici poco promettenti come la vendita delle case esistenti in agosto, prevista in forte contrazione, e la fiducia dei consumatori in settembre, stimata in calo.
Favorevole all’oro appare anche la recente impennata del prezzo del petrolio. Il Wti ha superato abbondantemente gli 80 dollari al barile e le conseguenze a livello inflazionistico potrebbero ancora una volta spingere gli investitori a proteggersi sotto lo scudo dorato.
Infine, un ulteriore segnale positivo per l’oro è rinvenibile dall’analisi del Cot (Commitments of trader). Le posizioni dei grandi trader, appaiono nelle ultime settimane in crescita sul lato long del mercato accompagnate da quelle degli speculatori di piccole dimensioni mentre è sul lato corto del mercato, in aumento, la posizione degli operatori commerciali.
Al di là quindi di temporanee prese di beneficio, il trend prevedibile in questo finale di anno, tradizionalmente l’ultimo trimestre è positivo per il lingotto, è al rialzo