Opec al servizio dell’Ipo di Saudi Aramco? Boom prezzi petrolio, si scommette su nuovi tagli offerta

L’Ipo del colosso petrolifero Saudi Aramco è alle porte e “loro (i sauditi) intendono sorprendere il mercato”, dice una fonte interpellata da Reuters, commentando quanto sta avvenendo sui mercati petroliferi.
I sauditi, come afferma la fonte, potrebbero praticamente dirsi pronti ad annunciare nuovi tagli all’offerta di petrolio, in occasione del meeting dell’Opec, che si terrà a Vienna questa settimana, per la precisione giovedì 5 dicembre, anticipando il meeting dell’Opec+ (a cui parteciperanno anche i paesi produttori dell’oro nero non facenti parte del cartello, come la Russia), che si terrà il giorno dopo.
Le quotazioni del petrolio Brent balzano del 2,5% circa, volando fino a $61,69 al barile, e quelle del WTO scambiato a New York balzano fino a $56,22, anch’esse in progresso del 2,5% circa, dopo il diffondersi di rumor, secondo cui l’Opec e i suoi alleati (Russia inclusa) potrebbero prorogare i tagli all’offerta, aumentandoli tra l’altro di almeno 400.000 barili al giorno.
I prezzi del petrolio hanno ricevuto un assist anche dai dati sull’indice Pmi manifatturiero della Cina, che sono stati diffusi nelle ultime ore (reso noto sia il Pmi ufficiale che quello stilato da Caixin) e che hanno fatto sperare in un rafforzamento della domanda.
Detto questo, nelle sale operative – sottolinea Reuters – viene messo in evidenza come il principe Abdulaziz bin Salman, chesi recherà a Vienna questa settimana per il suo primo vertice Opec come ministro dell’energia saudita, sia intenzionato a garantire che “i prezzi del petrolio rimangano sufficientemente elevati durante l’Ipo di Aramco, a detta delle fonti”.
Lo scorso 17 novembre, Saudi Aramco ha reso noto che, attraverso l’operazione di Ipo, potrebbe essere valutata fino a $1,7 trilioni. In base ai dettagli che sono stati finora comunicati, il colosso petrolifero collocherà sul mercato l’1,5% del capitale, o 3 miliardi circa di azioni.
Il prezzo di collocamento è stato fissato all’interno di un range compreso tra 30 (equivalente di 8 dollari) e 32 riyal, per un valore corrispondente dell’Ipo fino a 96 miliardi di riyal, l’equivalente di $25,60 miliardi.
L’Ipo è prevista per questo mese e il prezzo di collocamento dovrebbe essere comunicato il 5 dicembre, giovedì prossimo che, guarda caso, è lo stesso giorno in cui si aprirà il vertice dell’Opec a Vienna.
Le indiscrezioni su un possibile taglio della produzione più aggressivo da parte dell’Opec, orchestrato dall’Arabia Saudita per rendere più appetibile il titolo di Saudi Aramco, sono state riportate anche dal Guardian, che ha fatto riferimento a quanto detto, nella giornata di ieri, dal ministro petrolifero iracheno Thamer Ghadhban.
Parlando con i giornalisti da Baghdad, il ministro ha detto che l’Opec + starebbe considerando di incrementare i tagli all’output di 400.000 barili al giorno, fino a 1,6 milioni di barili al giorno (rispetto ai tagli attuali, pari a 1,2 milioni di barili, lanciati lo scorso gennaio e la cui scadenza è prevista per la fine di marzo del 2020).
Occhio a quanto ha riferito al sito Vox, qualche settimana fa, la storica esperta di mercati energetici Ellen R. Wald, in merito ai piani dei sauditi legati all’Ipo di Saudi Aramco:
“La monarchia desidera monetizzare le azioni Aramco e prendere il ricavato della vendita di azioni per destinarlo a progetti che non riguardano la società. (La monarchia) vuole semplicemente convogliare quei fondi nel suo fondo sovrano, che è stato concepito per fare investimenti sia in aziende dell’Arabia Saudita per promuovere lo sviluppo economico e la diversificazione (del paese), sia per acquistare altre società nel mondo”. Il regno, praticamente – ha spiegato Wald – punta a “usare questi soldi per fare investimenti in società tech e in tutte le aziende pazze in cui sta già investendo ora, come la società di realtà virtuale Magic Leap o Uber o Tesla”.