Notizie Notizie Mondo L’ombra di Moody’s sulle banche spagnole: per la stampa iberica downgrade già oggi

L’ombra di Moody’s sulle banche spagnole: per la stampa iberica downgrade già oggi

17 Maggio 2012 13:28

La scure di Moody’s sul rating delle banche spagnole potrebbe cadere già oggi. A riportarlo è il quotidiano spagnolo Expansion nella sua versione online. Expansion.com spiega che l’agenzia di rating avrebbe avvertito questa mattina le banche del Paese e che un annuncio potrebbe arrivare entro le prossime 12 ore. Sempre secondo la stessa indicazione, il downgrade riguarderebbe 21 entità.

A Madrid la caduta verticale interessa soprattutto il titolo del terzo maggior istituto di credito spagnolo: Bankia. L’azione è arrivata a perdere più di un quarto del suo valore, fino a un picco di -30 per cento. Questa mattina il quotidiano spagnolo El Mundo ha parlato di ritiri in massa di fondi dall’istituto da parte dei risparmiatori. Nell’ultima settimana i clienti avrebbero prelevato oltre un miliardo di euro.

E di fuga dei capitali si parla sempre più insistentemente anche in Grecia. Nella giornata di lunedì sono stati ritirati dalle banche greche 700 milioni di euro. La conferma a dati in parte già trapelati è venuta da George Provopoulos, governatore della Banca centrale di Atene, in una comunicazione al presidente della Repubblica ellenica, Karolos Papoulias. Si stima che alcune centinaia di milioni di euro siano stati ritirati anche nelle giornate successive, per un computo totale che si aggirerebbe intorno agli 1,2 miliardi di euro.
 
La Borsa di Atene continua così la sua discesa senza fine. L’indice Ase ha toccato pochi istanti fa i 540 punti, con un ribasso del 2,7 per cento. Per l’indice generale di Atene si tratta del livello più basso dal gennaio del 1990.

L’ultima tegola per il settore bancario arriva da un’altra agenzia di rating: Fitch. Secondo l’agenzia, per rispondere ai più stringenti requisiti di Basilea III le 29 più importanti istituzioni finanziarie a livello globale avranno bisogno di raccogliere 566 miliardi di dollari entro il 2018. Lo scenario descritto, spiega l’agenzia, potrebbe restringere gli spazi di manovra di tali istituti per l’aumento dei dividendi o per la sottoscrizione di buyback azionari.