Notizie Notizie Mondo Se la Grecia uscisse dall’Euro…? Rispondono gli analisti

Se la Grecia uscisse dall’Euro…? Rispondono gli analisti

16 Maggio 2012 14:34

Se qualche tempo fa l’uscita della Grecia dalla moneta unica europea era un tabù da non nominare nemmeno, mai come negli ultimi giorni questa eventualità è diventata concreta, anche se nessuno se la augura. 
Continua la fuga di euro dagli istituti di credito ellenici: solo ieri ne sono stati ritirati 700 milioni per paura della svalutazione che potrebbe colpirli se la Grecia venisse espulsa dalla moneta unica. Eventualità che si potrebbe concretizzare se alle elezioni -che, secondo un portavoce del partito greco Sinistra Democratica si terranno il prossimo 17 giugno – vincesse la coalizione di estrema sinistra Syriza, che nei sondaggi ha il 23% delle preferenze. Il suo leader Alexis Tsipras senza aver mai parlato di desiderare l’uscita dalla moneta unica, vorrebbe però rinegoziare le misure di austerity imposte mesi fa dalla Troika come condizione per ottenere gli aiuti internazionali.

Lo scenario peggiore: vittoria di Syriza, uscita della Grecia dall’Euro, contagio su Italia e Spagna (Jp Morgan)

Secondo gli analisti di Jp Morgan, se il governo di Tsipras e la troika non trovassero un compromesso che garantisca il proseguimento degli aiuti internazionali, la fuga di capitali dalle banche greche si esaspererebbe al punto da rendere necessari controlli e barriere. Nel contempo, almeno parte dei salari potrebbero essere pagati non più in valuta, ma in titoli.
I prestiti di emergenza potrebbero inoltre essere sospesi per l’esaurimento di collaterali adatti a fare da garanzia: secondo Jp Morgan infatti nelle casse greche restano 130 miliardi di collaterali, che con un haircut del 50% potrebbero servire ad ottenere 65 miliardi di prestiti. Ma se la Grecia volesse emettere altri titoli governativi a garanzia, la Banca Centrale Europea avrebbe il potere di bloccare nuovi prestiti per evitare il generarsi di una situazione insostenibile. All’inevitabile tracollo seguirebbero quindi impennata inflazionistica, crisi di approvvigionamento nei carburanti, tensioni sociali, isolamento politico di Atene.
Le conseguenze per il resto dell’Europa, a parte la perdita diretta di circa 400 miliardi di euro tra debito greco (acquistato da operatori istituzionali e privati) e l’esposizione da 130 miliardi legata agli aiuti internazionali, sarebbero legate al possibile effetto contagio, soprattutto su Italia e Spagna. A rischio infatti, secondo gli analisti della banca d’affari americana, ci sarebbero non solo 800 miliardi di euro in debito italiano e iberico, ma anche 500 miliardi in bond bancari e corporate e 300 miliardi in azioni di Roma e Madrid detenuti da investitori esteri.

Lo scenario migliore: vittoria di Nuova Democrazia e Pasok, la Grecia resta nell’Euro (Barclays Capital)

Uno scenario alternativo – e più roseo – è fornito da Barclays Capital. Se i greci vedessero il voto del 17 giugno come l’occasione di esprimere la volontà di restare nell’euro, potrebbero non eleggere Tsipras e la sua coalizione, ma preferire invece il partito Nuova Democrazia, che al  momento si posiziona nei sondaggi al 17%, magari coalizzato con il Pasok, stimato al 10% delle preferenze.
In questo caso, l’allarme cesserebbe: il nuovo governo potrebbe non mettere in discussione le misure di austerity per preservare la permanenza di Atene nell’Eurozona, nemmeno l’impegno dei vertici Ue a portare avanti il programma di aiuti già deciso per la Grecia verrebbe meno.
I vertici dell’Eurozona sembrano pieni di buone intenzioni in questo senso. “Vogliamo che la Grecia resti nell’Eurozona“, ha dichiarato infatti con forza nel corso di una conferenza stampa il cancelliere tedesco Angela Merkel, parlando anche a nome del neo presidente francese Francois Hollande e ribadendo quanto già affermato dal presidente dell’Eurogruppo Jean-Claude Junker lunedi scorso all’apertura dell’Ecofin. Anche il temuto ministro delle finanze germanico Wolfgang Schauble ha affermato che il programma per la stabilizzazione della Grecia non è negoziabile, ed è di oggi la rassicurazione da parte di un portavoce della Bce che l’Eurotower non farà mancare il sostegno finanziario alle banche di Atene.

Il futuro della Grecia dunque dipende solo dall’esito elettorale.