Nuovo Isee al via: più patrimonio e meno autocertificazione. Letta, basta finti poveri
Via libera alla riforma dell’Isee. Il Consiglio dei ministri ha “completato e firmato il percorso per il nuovo Isee“. Ad annunciarlo il premier Enrico Letta al durante la conferenza stampa al termine della riunione. Sul nuovo indicatore della situazione economica equivalente, strumento attraverso il quale le famiglie italiane hanno accesso all’erogazione di servizi e prestazioni sociali, avranno un maggior peso la casa e il patrimonio. Letta ha spiegato che il nuovo Isee “serve ad affrontare lo scandalo dei finti poveri“, oltre a porre “il tema di un diretto rapporto tra la situazione reale delle famiglie e l’accesso ai diritti. In definitiva “si tratta di una notizia importante. Nel cambiamento si interviene in modo significativo a favore di famiglie e disabili”. In caso di perdita del lavoro o di cassa integrazione, ma comunque di una riduzione del reddito superiore al 25%, sarà possibile aggiornare il proprio Isee.
Il ministro del Lavoro, Enrico Giovannini, in una nota spiega che “la riforma è finalizzata a rendere più corretta la misurazione della condizione economica delle famiglie e a migliorare l’equità nell’accesso delle prestazioni da parte dei cittadini, garantiti dal fatto che questa valutazione avverrà secondo criteri definiti univocamente su tutto il territorio nazionale”. Giovannini precisa come il vecchio Isee, in vigore dal 1998, “iniziava a mostrare i segni del tempo“. “Con la riforma che abbiamo predisposto – ha commentato il ministro – intendiamo non solo disporre di uno strumento più corretto per valutare le condizioni relative tra persone e famiglie con diverse possibilità economiche, ma anche restringere gli spazi all’evasione, ricordando che ogni presunta furberia, in effetti una vera e propria ruberia, toglie un’opportunità a coloro che ne hanno diritto”.
Con il nuovo indicatore, solo una parte dei dati sarà autocertificata mentre i dati fiscali più importanti come il reddito complessivo e quelli relativi alle prestazioni ricevute dall’Inps saranno compilati direttamente dalla Pubblica amministrazione. “Per valutare in modo completo la condizione economica delle famiglie, con l’Isee riformato saranno incrociate le diverse Banche Dati fiscali e contributive, ridotte le aree dell’autodichiarazione, saranno integrati dati e prestazioni a livello nazionale e locale. Inoltre, la riforma prevede non solo una definizione più ampia del reddito ed un maggior peso della situazione patrimoniale, ma anche una forte attenzione alle famiglie più numerose e alle diverse condizioni di disabilità. “Questa riforma – conclude il Ministro Giovannini – rappresenta anche un tassello fondamentale per sviluppare politiche efficaci di contrasto alla povertà, come quelle basate sul Sostegno dell’inclusione sociale attiva (Sia)”.
Il Codacons: lotta agli evasori o giro di vite?
Non si è fatto attendere il commento del Codacons. In una nota ricorda che con il varo del nuovo Isee “per il premier Enrico Letta ed il ministro del Lavoro Enrico Giovannini si interviene in modo significativo in favore delle famiglie e dei disabili. Il nuovo indicatore, inoltre, servirà a restringere il campo dell’evasione ed evitare ruberie. Per il Codacons, se fosse così, sarebbe sacrosanto. L’associazione di consumatori, però, vuole vederci chiaro per capire se si tratta di lotta agli evasori, cosa ovviamente condivisibile, o di un giro di vite mascherato“.
“Se infatti – prosegue la nota – è certamente doveroso incrociare i dati, cosa che l’associazione chiede da anni, e fare maggiori controlli, più sospetto è il maggior peso dato a chi possiede una casa, considerato che, secondo l’ultimo Annuario statistico pubblicato dall’Istat, il 72,4% delle famiglie residenti è proprietario dell’abitazione in cui vive, mentre a pagare un canone di locazione è solo il 18%. Avere una casa, insomma, specie se ereditata, non significa certo stare bene e non avere problemi ad arrivare alla fine del mese, dato che i muri non si possono mangiare”.
“Giusto, invece, pesare maggiormente chi, a parità di reddito, deve pagare anche un affitto. In tal senso, bene aver aumentato l’importo dell’affitto che si può portare in detrazione del reddito. Ottimo anche che sia direttamente l’Inps a compilare, attraverso le banche dati, alcune delle voci che oggi sono autodichiarate, purché poi si consenta al cittadino di intervenire nel procedimento per integrare e contestare eventuali errori”, conclude il Codacons”.