Inps, Corte dei Conti lancia l’allarme: necessarie misure per risanare i conti
I conti Inps registrano il primo disavanzo finanziario e l’accentuazione del deficit economico. Entrambi derivano dai più grandi fondi amministrati, per i quali “appaiono indilazionabili misure di risanamento, che si riconnettono anche al ciclo recessivo oltre che alla incorporata gestione pubblica”. A lanciare l’allarme la sezione controllo sugli enti della Corte dei Conti che ha analizzato il bilancio 2012 dell’Istituto nazionale di previdenza sociale (Inps) e ha rimarcato che “continua a rendersi necessario un costante monitoraggio degli effetti delle ultime riforme del lavoro e della previdenza obbligatoria sulla spesa pensionistica”.
Secondo i magistrati contabili è fondamentale monitorare “gli effetti delle ultime riforme del lavoro e della previdenza obbligatoria sulla spesa pensionistica ma anche avere una crescente attenzione al profilo dell’adeguatezza delle prestazioni collegate al metodo contributivo e degli eccessivi divari nei trattamenti connessi a quello retributivo, oltre al rilancio della previdenza complementare quale secondo pilastro indispensabile al buon funzionamento del complessivo sistema previdenziale”.
Nel documento la Corte dei Conti un intervento ha inoltre indicato la necessità di un intervento “finalizzato a ridisciplinare l’intero ordinamento e comunque a riequilibrare la governance dell’Istituto – soprattutto nei profili della rappresentanza legale, di indirizzo politico amministrativo e di gestione – oltre che a ridisegnare assetto e attribuzioni dell’organo di controllo interno e della vigilanza ministeriale”.
La sezione controllo sugli enti della Corte dei Conti si è poi soffermata sui cambiamenti che sono scaturiti dall’incorporazione nell’Inps di Inpdap e Enpals: “Nell’opera di riorganizzazione in atto dal 2008, si è innestata l’incorporazione di fatto di Indap ed Enpals, che ha accentuato l’esigenza di una revisione delle articolazioni della direzione generale – e delle funzioni dirigenziali di livello generale – concentrandole nell’esercizio delle funzioni istituzionali, rimodulando quelle dedicate a compiti strumentali in tutto o in parte sovrapponibili, assicurando le coerenze con il bilancio per missioni e programmi e che ha visto la sperimentazione sul territorio del modello di direzione unificata”.
Nel contesto del marcato aumento delle prestazioni, sottolineano i magistrati contabili, “la ripresa del flusso contributivo – alimentata dalla gestione privata e in particolare dal lavoro autonomo e ancor più dai “parasubordinati” – non riesce a ripianare lo squilibrio tra le ambedue essenziali componenti di quasi tutte le gestioni, non sufficientemente bilanciato da apporti statali quantitativamente e qualitativamente adeguati e invece aggravato dal fondo di nuova acquisizione dei dipendenti pubblici, in progressivo e crescente dissesto”.