Notizie Risparmio ETF sullo Stoxx 600 ESG-X: nella lista dei titoli esclusi tante big e anche un’italiana

ETF sullo Stoxx 600 ESG-X: nella lista dei titoli esclusi tante big e anche un’italiana

6 Ottobre 2019 12:06

Armi, tabacco e non solo. I filtri ESG vanno a escludere dai fondi quei titoli che non rispettano determinati criteri di sostenibilità. Si va da settori  delle armi a quello del tabacco, ma anche società appartenenti a settori più disparati e che non si sono uniformate a criteri di sostenibilità.

Gli investitori sono sono sempre più alla ricerca di veicoli di investimento come gli ETF che utilizzano criteri ESG (Ambientali, Sociali e di Governance). L’esposizione non sarà più a indici tradizionali ma a indici che  permetto di investire responsabilmente senza però allontanarsi troppo dai benchmark. A fine gennaio 2019, erano 210 gli ETF/ETP classificati come ESG. “Dato il corpus crescente di ricerche accademiche che evidenzia un rapporto positivo tra punteggi ESG e performance, stimiamo che entro la fine del 2020 gli ETF ESG saranno 265, con l’Europa sempre in prima linea sulle problematiche relative alla sostenibilità”, rimarca Mandy Chiu, Head of ETF Product for EMEA and APAC.

 

I criteri di esclusione dallo STOXX 600 ESG-X, si guarda anche al Global Compact

Tra le ultime novità arrivate a inizio mese sull’ETFPlus di Borsa Italiana c’è  lo SPDR STOXX Europe 600 ESG Screened UCITS ETF [Ticker: 600X IM]. Si tratta del primo ETF ESG che replica l’indice STOXX Europe 600 applicando criteri di esclusione trasparenti con l’obiettivo di eliminare l’esposizione alle armi controverse, al tabacco e al carbone termico, nonché alle società che non rispettano i principi del Patto Mondiale delle Nazioni Unite (Global Compact).

L’indice STOXX Europe 600 è uno dei benchmark principali del mercato paneuropeo ed include le principali società ad elevata, media e bassa capitalizzazione appartenenti a 17 paesi europei, Italia compresa . L’indice STOXX 600 ESG-X (lanciato nel 2018) adotta criteri di esclusione basati sui dati di Sustainalytics, un fornitore leader di rating ESG che svolge un’attività di screening sui titoli basata sulle politiche responsabili più comunemente adottate dai principali investitori istituzionali e mira a ridurre i rischi reputazionali e idiosincratici. Fanno parte dell’indice  STOXX 600 ESG-X 580 titoli, tra cui molte società italiane del FTSE MIB.

 

Francesco Lomartire, Head of SPDR ETFs Italy, ha dichiarato: “Gli investimenti sostenibili non sono più considerati una scelta di nicchia, ma sono oggi una delle maggiori aree di interesse da parte degli investitori. Il panorama degli ETF ESG si sta pertanto sviluppando rapidamente con il lancio di nuovi prodotti in grado di rispondere a questa domanda, che in questo contesto riteniamo non possa che crescere. Nonostante l’impegno di società che controllano asset per circa 90 mila miliardi di dollari a livello mondiale a includere i criteri ESG nei loro processi sottoscrivendo i Principi di Investimento Responsabile delle Nazioni Unite (PRI), solo il 20% di esse rispetta tali criteri.  Questo dato però dovrebbe crescere rapidamente poiché i requisiti per essere un firmatario, come la comunicazione degli indicatori sul rischio climatico, diventeranno più severi dal 2020”.

 

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Il nuovo ETF ESG proposto da SSGA e il meccanismo ‘fast Exit’

L’ETF proposto da State Street, che ha un TER dello 0,12%, è inoltre caratterizzato dal meccanismo di “Fast Exit” che consente di reagire rapidamente a controversie improvvise relative ai criteri ESG. Qualora il rating assegnato da Sustainalytics al rischio di controversia di un titolo raggiunga il livello 5 (vale al dire il livello di rischio più alto), il titolo sarà cancellato dall’indice due giorni dopo l’annuncio del cambiamento di rating.

Il nuovo ETF è caratterizzato da un tracking error basso (0,48% annualizzato negli ultimi cinque anni) e la sua performance non si discosta molto da quella dell’indice STOXX Europe 600. La sovra o sottoesposizione per settore dovuta alle esclusioni è sempre inferiore al 2% (la più elevata è quella del settore sanitario al -1,68%, seguita dai titoli finanziari al +1,32%).  I titoli attualmente esclusi in quanto non conformi ai criteri ESG dell’indice sono in totale 19, tra cui spicca il colosso farmaceutico Novartis, così come la tedesca Volkswagen e l’italiana Atlantia, tutte e tre escluse per il non rispetto del Global Compact.