Nuovo Btp 2050 andrà a ruba, continua la caccia ai rendimenti. Assist perfetto da emissione record della Spagna
Ci sono tutte le premesse per un’accoglienza record al nuovo BTP 2050. L’assist perfetto è arrivato ieri dall’emissione record con domanda superiore a 53 miliardi di euro per il nuovo Bonos a 10 anni piazzato dalla Spagna. In segnale chiaro della caccia al rendimento che caratterizza anche in questo primo scorcio di 2020 il mercato obbligazionario. Il collocamento via sindacato del Tesoro spagnolo ha superato il precedente record di 46,5 mld dell’emissione di un anno fa nonostante il tasso di assegnazione sia stato di 0,5%, ossia il nuovo minimo storico. Madrid ha collocato 10 miliardi.
Per nuova emissione a 30 anni sponda anche da solida domanda in asta di ieri
Ieri sera il ministero dell’Economia e delle Finanze ha annunciato di avere affidato a Barclays Bank, BNP Paribas, Citigroup Global Markets, Crédit Agricole Corp. Inv. Bank e Monte dei Paschi di Siena Capital Services il mandato per il collocamento sindacato di un nuovo benchmark a 30 anni Btp (scadenza primo settembre 2050).
Sia l’asta spagnola che la solida domanda di ieri nell’asta di titoli a media-lunga scadenza per il Btp a 20 anni ha convinto il ministero di via XX Settembre ad accelerare i tempi del funding, sulla falsa riga di quanto fatto già lo scorso anno di questi tempi. “La solida domanda evidenziata nelle aste dei ventennali offerti in asta e nel deal sindacato spagnolo devono aver convinto l’emittente italiano a procedere con il rinnovo del benchmark trentennale, che garantirà un importante contributo nel percorso di funding, e coprendo parte delle emissioni nette dell’anno”, rimarca Filippo Mormando, Fixed Income Strategist di Mps Capital Services.
Ieri ha fatto il pieno l’asta dei titoli di stato a media-lunga scadenza con tre differenti scadenze in offerta. Il Tesoro ha allocato complessivi 6,75 miliardi di euro con il Btp triennale (ISIN: IT0005384497) piazzato al rendimento medio dello 0,18%, in calo di 4 punti base rispetto alla precedente asta di titoli di analoga durata tenutasi a dicembre. Il Btp a 7 anni (ISIN: IT0005390874), con scadenza 15 gennaio 2027, ha visto il collocamento di titoli per 2,5 miliardi al tasso medio dello 0,94%, in salita di 3 punti base rispetto all’asta precedente. Tra i titoli a lunga scadenza, il Tesoro ha allocato Btp a 20 anni (ISIN: IT0005377152), con scadenza 1° marzo 2040, per 750 milioni con rendimento medio del 2,14%.
Spread non subisce contraccolpo
Il mercato ha assorbito l’annuncio della nuova emissione senza scossoni, con rendimento del Btp a 10 anni rimasto sotto 1,4% e spread solo in leggero allargamento. “L’emissione era rumoreggiata da più giorni, e così l’effetto è stato tutto sommato contenuto, viste le circostanze: una fiammata di volumi sul future in corrispondenza dell’annuncio, e qualche bps di allargamento dello spread con fulcro sul long end”, sottolinea Giuseppe Sersale, Strategist di Anthilia Capital Partners Sgr.
Sul secondario il Btp a 30 anni al momento viaggia a un rendimento del 2,44%, oltre mezzo punto percentuale sopra l’1,869% risalente al 4 settembre 2019 e che rappresenta il minimo storico.
I riscontri record di un anno fa
Lo scorso anno proprie nei primi due mesi dell’anno il Tesoro stupì con la doppia emissione prima di di un Btp a 15 anni a metà gennaio 2019 e poi dopo poco più di 20 giorni di un Btp a 30 anni (che registrò ordini record per 41 miliardi).
Il calendario delle emissioni 2020 diffuso dal Tesoro indica l’offerta di nuovi benchmark sia a 15 sia a 30 anni per il primo trimestre. Nel 2019 la media dei costi della raccolta a medio-lungo termine è stata di 1,61%, in calo dall’1,78% del 2018. Ad oggi il Btp decennale rende sul secondario poco meno dell’1,4% e quindi il 2020 potrebbe segnare un’ulteriore contrazione dei costi di raccolta.