Nuovi rumor Bce innervosiscono Italia. Mentre si riparla delle 114 banche italiane in pericolo
Le disposizioni dell’addendum della Bce sugli accantonamenti saranno forse modificate, ma non stravolte. E’ quanto emerge da un articolo di Bloomberg, che riporta indiscrezioni di fonti vicine alla Vigilanza della Bce.
Per citare la stessa Daniele Nouy, a capo della Vigilanza della Bce sulle banche, il contenuto dell’addendum sarà migliorato e saranno fatte anche alcune concessioni. Ma la parte core, secondo gli ultimi rumor, sarà mantenuta inalterata: e ciò significa che verrà richiesto alle banche di effettuare accantonamenti con una copertura al 100% per i crediti che, a partire dal prossimo anno, saranno classificati “deteriorati”: entro due anni per quelli non garantiti ed entro sette anni per quelli garantiti.
A dispetto delle critiche italiane, e dopo la scia di speculazioni montate nelle ultime settimane – della possibilità di un addendum meno severo si era parlato più volte, così anche come dell’intenzione della Bce di rimanere comunque fedele alla sua impostazione originaria – sembra che la Bce di Daniele Nouy non farà dietrofront sui parametri che considera urgente far rispettare.
Intervistato da Bloomberg, Nicolas Veros, funzionario senior del think tank Bruegel, ritiene che le decisioni della Bce in materia di NPL “rimarranno largamente allineate alla proposta iniziale, fattore di per sé positivo”.
Meno positivo per l’Italia, i cui titoli bancari hanno sottoperformato quelli di altre banche europee da quando la bozza del piano della Bce è stata pubblicata, lo scorso 4 ottobre.
Gli istituti di credito italiani fanno fronte a crediti deteriorati per un valore di 318 miliardi di euro e il ministro delle Finanze Pier Carlo Padoan ha avvertito che costringere le banche a smobilizzare le sofferenze troppo in fretta potrebbe “deragliare” la ripresa del sistema finanziario italiano.
Intanto Oltreoceano l’attenzione sulle banche italiane rimane più che viva, come dimostra la pubblicazione di un articolo di Mike “Mish” Shedlock’s, che ripropone il grafico di un’analisi pubblicata su Il Sole 24 Ore alla fine di marzo del 2017, segnalata da Finanzaonline.
Si tratta di quelle 114 banche italiane che presentano un livello di NPL superiore agli asset tangibili.
L’immagine di Mish mette in evidenza in particolare 24 delle 114 banche, i cui NPL sono il 200% o anche più degli asset tangibili.
Il titolo dell’immagine fa riferimento al Texas Highest Rate, ovvero a un parametro di misurazione dello stress bancario noto come Texas Ratio. (in questo caso alle 24 banche che presentano il Texas Ratio a 200 o più).
Mish fa notare che, “al picco della crisi del rispamio in Usa negli anni Ottanta, poco più del 5% delle banche americane presentava un Texas Ratio superiore al 100%. Successivamente, nella Grande Crisi finanziaria, il numero delle banche si avvicinò ma non superò la soglia dei 6%. In Italia, invece, 114 di quasi 500 banche presentano NPL che eccedono gli asset tangibili, ovvero il 23%”.
Da segnalare che Mike “Mish” Shedlock è consulente agli investimenti per SitkaPacific Capital Management e fondatore del blog Global Economic Trend Analysis, considerato tra i blog finanziari migliori negli Usa, citato spesso dal New York Times, dal Time Magazine, da Bloomberg, e dalla CNBC.
Questa la tabella delle 114 banche italiane contenuta nell’articolo de Il Sole di fine marzo.