Novembre record non basta al Ftse Mib, c’è però un altro indice di Piazza Affari che nel 2020 fa meglio di Dow Jones e Dax
E’ andato in archivio un mese di novembre da incorniciare per i mercati e che passa alla storia come il migliore di sempre per l’equity globale. L’indice MSCI World ha aggiornato i massimi storici la scorsa settimana e segna un saldo mensile record di +13% circa. Da inizio anno il guadagno è del 9% circa.
Guardando a Wall Street, il Dow Jones – nonostante il calo dello 0,9% di ieri – ha ottenuto la sua migliore performance mensile dal 1987. Il Dow, che la scorsa settimana ha superato i 30.000 per la prima volta, è salito del 12% a novembre con il rally che si è ampliato oltre le gigantesche società tecnologiche che hanno alimentato gran parte dei guadagni di Wall Street nei mesi estivi. L’indice Russell 2000, che comprende azioni a bassa capitalizzazione, è salito di oltre il 16%, il più grande guadagno mensile da quando l’indice esiste (1984). Anche l’S&P 500 ha segnato guadagni a doppia cifra (+11%), il suo miglior novembre dal 1928.
E’ stato un novembre da sogno per quasi tutti i principali mercati azionari sostenuti da una serie di annunci positivi sui vaccini e dalla speranza che l’amministrazione Biden fornirà più stimoli economici e stabilità politica così come dalle prime scelte del neo presidente, a partire da Janet Yellen (ex presidente Fed) come Segretario al Tesoro.
Performance record arrivate proprio nel mese in cui gli Stati Uniti hanno registrato più nuovi casi Covid che mai – più di 100.000 al giorno.
Ftse Mib nel limbo, novembre d’oro non cancella annus horribilis per tante big
Dal canto suo Piazza Affari non ha mancato di fare la voce grossa. La Borsa di Milano ha allungato a quattro la striscia di settimane positive e il Ftse Mib ha tagliato il traguardo a fine mese con a +23% sotto la spinta della risalita dei titoli ciclici con banche ed energetici in prima linea. Per l’indice delle 40 maggiori blue chip milanesi si tratta del rialzo percentuale record in un mese.
Il saldo da inizio anno del Ftse Mib rimane però in negativo del 6% circa con tanti titoli di spicco che segnano ancora un anno da dimenticare: oltre -53% per Saipem, -51% per Bper, -41% Leonardo, -39% Eni e -38% Unicredit.
Prova di resilienza per l’indice delle Star di Piazza Affari
A ben guardare le performance di tutti gli indici di Borsa Italiana, c’è chi si è mostrato più resiliente in questo altalenante 2020. E’ ancora una volta il Ftse Italia Star, che già in passato ha abituato gli investitori a performance sopra la media. Proprio venerdì ha aggiornato i massimi storici sopra quota 42 mila punti con un +7,75% da inizio anno. Performance quindi similari a quelle dell’MSCI Word e migliori addirittura di indici quali il Dow Jones (+3,5% Ytd) e il Dax (+0,88% Ytd).
L’indice italiano dedicato alle mid e small cap che capitalizzano sotto il miliardo di euro è tornato sostanzialmente sulla parità da inizio anno e segna un balzo di ben +60% dai minimi di marzo (rispetto al +48% del Ftse Mib nello stesso arco di tempo).
Il listino Ftse Italia Star, composto da titoli chiamati a rispettare particolari requisiti in termini di trasparenza, liquidità e corporate governance, si è sempre contraddistinto per la capacità di sovraperformare il mercato. Dal Ftse Italia Star arrivano eccellenze quali Amplifon, Diasorin e Interpump, approdate sul Ftse Mib e che si distinguono per essere tra i più performanti anche quest’anno.