Petrolio, Goldman Sachs alza outlook WTI e Brent. Prevista ulteriore backwardation in 2018
Goldman Sachs è bullish sui prezzi del petrolio, almeno fino al 2018, ed è convinta anche che la situazione di backwardation, oltre a proseguire, si intensificherà.
Si ricorda che la backwardation è quella condizione particolare in cui il valore dei futures a breve termine è più elevato rispetto a quello dei contratti con consegna più nel lungo termine.
Riguardo alle nuove stime, Goldman Sachs ha alzato l’outlook sui prezzi del Brent nel 2018 da $58 a $62, mentre quello per il WTI è stato portato da $55 a $57,50.
La divisione di ricerca del colosso bancario Usa ha motivato la decisione con l’impegno dei paesi Opec-non Opec, confermato nella recente riunione di Vienna, a continuare nella strada dei tagli.
Sulla base di questo assunto, Goldman prevede un rialzo dei prezzi del crude fino a +9%, nel corso dei prossimi 12 mesi, stando al report appena diffuso.
La view contrasta con quella di Citigroup, che si è invece dichiarata bearish, dunque ribassista, sul petrolio, temendo che l’Opec e altri paesi come il Canada, il Brasile, la Russia e gli Stati Uniti potrebbero invece decidere di aumentare l’offerta.
A tal proposito, qualche perplessità sul rispetto degli impegni non tanto da parte dell’Opec ma degli altri produttori non appartenenti al cartello è stata mostrata anche dagli analisti della banca Usa, che hanno sottolineato tuttavia come altri paesi che producono gas di scisto potrebbero iniziare ad aumentare l’output e a rispondere a prezzi più alti del petrolio entro il 2019.
Detto questo, la previsione sull’offerta di petrolio da parte dell’Opec e della Russia, nel 2018, è stata tagliata di 350.000 barili al giorno, a 44,3 milioni.