Netflix e condivisione password a pagamento. Le novità
Netflix: tutto sui conti e sulle novità di condivisione password
Netflix ha annunciato di aver posticipato il lancio delle misure volte a fermare la condivisione delle password in modo gratuito tra i suoi utenti, confermando contestualmente tutta l’intenzione di portare avanti il piano.
Lo stop, che finora ha colpito solo alcuni paesi al mondo, e inizialmente atteso negli Stati Uniti alla fine del primo trimestre, è stato rimandato al trimestre attuale.
L’alt totale dovrebbe diventare ufficiale, così riporta il sito The Verge, prima del mese di luglio.
L’annuncio è arrivato contestualmente alla pubblicazione dei conti relativi ai primi tre mesi dell’anno, che hanno messo in evidenza numeri contrastanti.
Deludente il numero sui nuovi abbonati
Se l’utile per azione di Netflix ha battuto le attese, il numero dei nuovi abbonati è salito di 1,75 milioni di unità, in deciso calo rispetto al balzo dei 7,66 milioni di nuovi abbonati che aveva caratterizzato l’ultimo trimestre del 2022, quando Netflix aveva lanciato il nuovo abbonamento più economico con pubblicità.
Si tratta del cosiddetto piano base con pubblicità, lanciato all’inizio di novembre in 12 paesi: Australia, Brasile, Canada, Corea, Francia, Germania, Giappone, Italia, Messico, Regno Unito, Spagna e Stati Uniti.
Il piano, che prevede un costo di 6,99 dollari al mese rispetto ai 15,49 dollari del piano standard, ha evidentemente convinto in molti ad abbonarsi a Netflix nelle prime settimane in cui è stato varato, corrispondenti alle ultime settimane del quarto trimestre del 2022.
Nel trimestre compreso tra il 1° gennaio e il 31 marzo, invece, la febbre per la nuova opzione messa a disposizione dalla Big Tech, evidentemente, si è decisamente smorzata.
I numeri sui nuovi utenti sono arrivati dopo che, con la diffusione della trimestrale relativa al quarto trimestre del 2022, Netflix aveva comunicato ai mercati che non avrebbe più fornito una guidance sui nuovi abbonati, rivelando l’intenzione di concentrarsi più sul trend del fatturato che su quello della crescita degli abbonamenti.
Ma se Netflix ha smesso di presentare la guidance sul trend di crescita degli abbonamenti previsti, non altrettanto ha fatto il consensus degli analisti che, per il primo trimestre, aveva stimato un aumento netto di 2,3 milioni di abbonati: e questo significa che i numeri del gruppo si sono confermati inferiori alle attese.
Titolo NFLX crolla -10% a Wall Street, poi annulla perdite
Questa notizia, insieme ai tempi del piano volto a porre fine alla pratica delle password condivise in modo gratuito, ha gelato inizialmente il sentiment degli investitori sul titolo NFLX, attaccato nelle contrattazioni afterhours di Wall Street subito da forti sell off, che lo hanno portato a crollare di oltre il 10%.
Nelle ore successive, le quotazioni hanno recuperato quasi tutte le perdite.
D’altronde il numero dei nuovi abbonati, sebbene pari nel primo trimestre a 1,75 milioni, livello inferiore rispetto ai 2,3 milioni attesi dagli analisti, implica un rialzo, su base annua, pari a +4,9%.
In particolare, si mette in evidenza un aumento di 100.000 unità negli Stati Uniti e in Canada, di 640.000 unità in Europa, Medio Oriente e Africa e di 1,5 milioni nella regione dell’Asia-Pacifico.
Un calo si è registrato invece in America Latina, pari a 450.000 unità.
Netflix: finisce epoca consegna DVD
Riguardo alle principali voci di bilancio, Netflix ha annunciato di aver terminato il primo trimestre del 2023 con utili complessivi di $1,31 miliardi, o $2,88 per azione, in calo rispetto agli $1,6 miliardi, o $3,53 per azione, dello stesso trimestre del 2022.
L’eps è stato migliore dei $2,86 stimati dal consensus.
Il fatturato è salito a $8,16 miliardi, dai $7,87 miliardi del primo trimestre del 2022, livello tuttavia inferiore rispetto agli $8,18 miliardi previsti.
Un altro grande annuncio di Netflix, che sancisce la fine di una epoca, è stato quello della fine del servizio di consegna fisica di DVD.
Il principale modello di business di Netflix, alla sua nascita, era stato rappresentato proprio dall’invio dei DVD, imbustati nelle famose confezioni di colore rosso e bianco, per posta.
Al picco del servizio di consegna, nel 2010, si contavano circa 20 milioni di utenti che si erano abbonati per ricevere i DVD nelle loro cassette delle lettere.
Ma i tempi sono cambiati, e Netflix ha deciso così di interrompere le consegne dei DVD fisici ai clienti a partire dal prossimo 29 settembre.
Password condivise a pagamento: cosa succede ora
Tornando alla questione delle password condivise, attentamente monitorata dagli investitori che seguono il titolo Netflix, inizialmente la notizia del ritardo con cui il colosso dello streaming sta procedendo con il piano per dire basta alla pratica diffusa tra i suoi utenti, è stata accolta con una malcelata delusione.
Va detto che, all’inizio di quest’anno, Netflix aveva annunciato l’intenzione di imporre lo stop alla condivisione delle password, negli Stati Uniti, alla fine del primo trimestre.
Seppur fosse evidente come entro la fine del mese di marzo nessun alt aveva colpito chi continuava a condividere gratuitamente le password di accesso a Netflix negli States, evidentemente in molti avevano sperato che il progetto stesse andando avanti a un ritmo più spedito.
E’ possibile tra l’altro che Netflix abbia rallentato l’esecuzione del piano anche a fronte della crescita poco convincente del suo numero di abbonati nel corso del primo trimestre.
L’opzione ‘Buy an Extra Member’
Lo stop alla condivisione gratis delle password lanciato è stato lanciato finora soltanto in quattro paesi all’inizio di questo anno, ovvero in Canada, Nuova Zelanda, Portogallo e Spagna:
qui è stata introdotta l’opzione “buy an extra member”, che offre all’abbonato la possibilità di pagare una commissione aggiuntiva, su base mensile, per condividere i contenuti con una o due persone con cui non vive nella stessa abitazione.
Ancora prima, Netflix aveva lanciato alcuni test di condivisione dei contenuti a pagamento in tre mercati dell’America Latina (Cile, Costa Rica e Perù).
Netflix ha spiegato la decisione di non aver esteso ancora l’opzione in altri paesi in quanto ha rilevato la presenza di “opportunità sufficienti di miglioramento” del progetto iniziale.
Ci sono, insomma, ulteriori margini per migliorare la condivisione a pagamento i cui primi test, tra l’altro, hanno dato esiti soddisfacenti.
Detto questo, “il lancio (dell’iniziativa), nel corso del secondo trimestre, sarà ampio, e interesserà gli Stati Uniti e la parte principale di quei paesi a cui guardiamo in base alle prospettive per il fatturato”, ha annunciato il co-ceo Greg Peters nella call di ieri, indetta per commentare la trimestrale del gruppo.
Netflix ha comunicato anche di aver assistito a una iniziale “cancellazione, in ciascun mercato in cui abbiamo annunciato la notizia” della condivisione a pagamento delle password.
La cancellazione è stata tuttavia seguita “da un aumento dell’acquisizione e del fatturato”.
Netflix e la prova ‘password’ del caso Canada
Vale la pena sottolineare che, per quanto riguarda il funzionamento della condivisione delle password a pagamento varata nei quattro mercati sopra citati, in Canada, per fare un esempio, Netflix impone un pagamento extra mensile di 7,99 dollari canadesi (l’equivalente di 5,97 dollari Usa) a ogni abbonato che voglia condividere la password fino a un massimo di due persone.
Tuttavia, tale condivisione è disponibile soltanto nel caso in cui l’utente si sia abbonato ai piani Standard e Premium.
Riguardo all’impatto sui conti, Netflix ha reso noto anche che “alcuni benefici (della condivisione delle password a pagamento) che si rifletteranno sulla crescita degli abbonati e sul fatturato si manifesteranno nel terzo trimestre, invece che nel secondo trimestre”, a causa del ritardo del lancio delle misure.
Il colosso ha comunicato che sono più di 100 milioni le famiglie che condividono le password, il 43% circa della sua base di utenti globale: un fattore che frena non solo il potenziale di fatturato del gruppo ma anche la capacità di Netflix di investire nella creazione di nuovi contenuti.
La prova presentata è stata quella del Canada, dove è attivo il progetto di condivisione a pagamento: qui la crescita del fatturato ha accelerato il passo, a “un ritmo più veloce che negli Stati Uniti”.
Bisogna vedere tuttavia quanti saranno gli abbonati che non desidereranno sottostare a queste nuove condizioni per la condivisione di contenuti.
Netflix prevede un fatturato in rialzo di quasi il 5% a $8,2 miliardi nel secondo trimestre che terminerà a giugno, stimando tuttavia un trend per i profitti in calo di oltre il 19% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno.