Netflix: alle spalle numeri da sogno Covid-19, reopening zavorra crescita nuovi abbonati. Palma d’oro streaming war a rischio con Disney. Colosso gioca carta videogame
La riapertura dell’economia globale e la fine delle varie misure di lockdown da Covid-19 hanno avuto sicuramente un impatto negativo su Netflix, il colosso dello streaming che ricorderà il 2020 come un anno da sogno.
Senza alcun dubbio, la Big Tech e illustre componente del club dei FAANG o anche più semplicemente FANG ha beneficiato l’anno scorso delle misure di restrizione e di lockdown imposte in tutto il mondo per arginare la pandemia del coronavirus.
Basti pensare che, soltanto nel corso del quarto trimestre del 2020, gli abbonati al suo servizio di streaming di film e serie TV erano cresciuti su base netta di 8,5 milioni di unità, portando la crescita netta dei nuovi abbonati, in tutto l’anno, pari a +37 milioni, per un totale di 204 milioni di utenti iscritti al servizio.
Netflix si è confermata Winner 2020 della streaming war.
Basta lockdown, si riapre: inevitabile rallentamento crescita abbonati
La musica è cambiata già nel primo trimestre:
l’era dei vaccini anti-Covid e la conseguente graduale fase di reopening hanno portato i consumatori a mettere finalmente il naso fuori casa più spesso, anche se con una frequenza diversa a seconda delle aree geografiche.
La prova è arrivata subito con i risultati di bilancio di Netflix del primo trimestre del 2021, che hanno messo in evidenza il fisiologico rallentamento della crescita degli abbonati, che è stata appena inferiore alle 4 milioni di unità (+3,98 milioni), nei primi tre mesi dell’anno, al di sotto dei +6 milioni di abbonati attesi dall’azienda stessa e dei 6,2 milioni stimati dal consensus.
Era d’altronde inevitabile che quel tasso di crescita dirompente si smorzasse con la fase di reopening.
L’ennesima prova è arrivata poche ore fa, con la diffusione del bilancio del secondo trimestre. Trimestre in cui il rallentamento della crescita è stato ancora più evidente, con un aumento degli abbonati, su base netta, di appena 1,54 milioni, per un totale di 209 milioni di abbonati, rispetto agli 1,19 milioni attesi dal gruppo, meglio dunque le previsioni, anche se alcuni analisti avevano previsto un numero in realtà più alto di quello raggiunto.
Inoltre, nel corso del secondo trimestre, Netflix ha perso 400.000 abbonati negli Stati Uniti e in Canada: è la prima volta dal secondo trimestre del 2019 che il gruppo perde abbonati nella regione, sebbene da allora ne abbia guadagnati un totale di 7,5 milioni.
Netflix: crescita nuovi abbonati I semestre peggiore dal 2016
La crescita dei nuovi abbonati nel primo e secondo trimestre è la peggiore dal primo semestre dal 2016, ovvero in cinque anni. Ancora peggio, Netflix ha tagliato le stime sui nuovi utenti del terzo trimestre dall’incremento atteso pari a +5,86 milioni a +3,5 milioni.
Sul fronte del fatturato, le cose sono andate meglio, con un risultato pari a $7,34 miliardi, lievemente al di sopra dei $7,32 miliardi stimati.
Gli utili hanno invece deluso, con l’eps a $2,97 per azione, livello inferiore rispetto ai $3,16 attesi, stando agli analisti interpellati da Refinitiv. In totale, Netflix ha riportato un utile netto di $720 milioni, rispetto agli $1,4 miliardi attesi dal consensus. La guidance prevede un miglioramento del fatturato, atteso nel terzo trimestre a $7,48 miliardi, e un eps a $2,55 per azione.
Nonostante il rallentamento evidente della crescita degli abbonati e la rivalità che si fa sempre più accesa con l’espansione nell’arena del video streaming di servizi come Disney+, Apple TV+, e con nuove operazioni di mercato, come la fusione tra Warner Media e Discovery – che darebbe vita a un colosso media da $150 miliardi – l’acquisizione del catalogo cinematografico di MGM da parte di Amazon, Netflix rimane ottimista, in attesa dell’impatto che le imminenti nuove serie avranno sui suoi bilanci futuri. Gran parte dei nuovi contenuti sbarcherà su Netflix nella seconda metà dell’anno e l’anno prossimo.
Il gruppo ha riferito che investirà $12 miliardi circa sui nuovi contenuti di quest’anno, in particolare sulle nuove stagioni di “Stranger Things”, “Lost in Space” e “The Witcher”.
“Se centreremo le nostre stime, avreno raggiunto più di 54 milioni di nuovi abbonati netti negli ultimi 24 mesi o 27 milioni su base annualizzata nel corso di quel periodo, in linea con il tasso annuo dei nuovi abbonati del periodo precedente al Covid”, si legge nel comunicato di Netflix.
Netflix conferma: prossimo obiettivo crescere in industria videogame
Il colosso ha confermato anche le recenti voci su una sua espansione nell’industria dei videogame: voci che sono state alimentate dall’ingresso nel team manageriale di un veterano del settore, Mike Verdu, ex di Facebook.
La sola notizia ha dato una spinta al titolo, a dispetto della meme stock GameStop.
Netflix ha precisato che eventuali videogiochi potrebbero essere inclusi negli abbonamenti di Netflix senza costi aggiuntivi e che il focus rimarrà sui giochi mobili.
“Siamo entusiasti come mai riguardo ai nostri film e alle nostre serie TV e prevediamo un lungo percorso di crescita e di aumento degli investimenti in tutte le nostre categorie esistenti di contenuti. Ma, visto che è passato circa un decennio dalla nostra crescita nella programmazione originale, crediamo che sia arrivato il momento giusto per capire in misura maggiore il modo in cui i nostri clienti valutano i giochi”, si legge nella nota-
Nella streaming war, ciò che spaventa maggiormente Netflix è Disney, che ora si appresta ad acquistare anche Fox.
“Sicuramente l’acquisizione di Fox da parte di Disney aiuterà quest’ultima a diventare più un servizio generale di intrattenimento che un servizio rivolto solo ai bambini e alle famiglie – ha detto il co-amministratore delegato Reed Hastings – Su Time Warner e Discovery, (riferendosi alla fusione), se le cose andranno avanti, sarà di aiuto a qualcuno, ma non in modo così significativo come, direi, di Disney e Fox”.
L’espansione di Netflix nel mercato dei videogiochi è considerata dunque alla stregua di una scelta strategica che, spera il colosso, aiuterà a compensare il rallentamento della crescita dei nuovi abbonati al suo servizio di streaming, blindando la società anche dagli affondi che arriveranno dalle rivali più agguerite.
Occhio al titolo, che subito dopo la pubblicazione del bilancio ha perso fino a -4% per poi recuperare terreno.
Netflix è in calo dell’1% dall’inizio dell’anno, a fronte di un rialzo del Nasdaq pari a +13%.
Il gruppo fa i conti con l’incredibile successo che ha riportato nel 2020, in condizioni di mercato straordinarie, a fronte di una platea di utenti costretti a rimanere a casa, sulla scia del diktat stay home.
“La pandemia ha creato un’incertezza insolita nella nostra crescita, distorcendo i paragoni su base annua, visto che l’acquisizione e l’engagement per famiglia sono balzate nei primi mesi del Covid. Nel secondo trimestre del 2021, il nostro parametro di engagement per le famiglie è sceso, in linea con le attese, rispetto a quei livelli senza precedenti, rimanendo tuttavia ancora in rialzo del 17% rispetto al secondo trimestre del 2019, senz’altro un parametro che rende più facile fare un paragone”.