Mps-UniCredit: non ci siamo ancora, Orcel non vuole il marchio. Mentre Enria (Bce) sponsorizza fusioni cross-border
Sì all’operazione di UniCredit su Mps da parte dello storico azionista di Piazza Gae Aulenti, la Fondazione Cariverona, mentre dai sindacati si fa sentire la voce di Lando Maria Sileoni, numero uno della FABI, che avverte Siena affermando che il finale non è affatto scontato. Indiscrezioni stampa riportano come l’AD di UniCredit Andrea Orcel non sia interessato al marchio Mps, mentre da Francoforte, arriva l’assist della Bce alle operazioni di M&A tra banche, per voce di Andrea Enria, presidente della Vigilanza bancaria.
Enria torna a sponsorizzare le fusioni cross border, in un discorso proferito a un convegno internazionale a Lubiana. Al contempo, il banchiere lancia un alert sugli NPL, ovvero sui crediti deteriorati che rischiano di zavorrare di nuovo i bilanci delle banche, a causa della forte crisi innescata dalla pandemia Covid-19, che ha portato diverse imprese a non riuscire più a onorare i debiti contratti.
Enria (Bce): con ripresa economia integrazione banche ancora più urgente
In questo contesto, a fronte dell’urgente bisogno di un mercato bancario europeo e con la ripresa dell’economia europea, Enria afferma che l’integrazione tra gli istituti di credito è ancora più urgente.
Ancora, il numero uno della Vigilanza dice di non essere d’accordo con chi ritiene che sia necessario attendere di avere la terza gamba dell’Unione bancaria, ovvero l’assicurazione europea dei depositi, per veder decollare un mercato bancario europeo integrato.
Riguardo alle operazioni di M&A, sicuramente Enria ha ora dalla sua parte le disposizioni sfornate in Italia per agevolare le fusioni bancarie. Le disposizioni agevolano però le nozze tra attori italiani e non fusioni cross border. E’ comunque sempre qualcosa, che va nella direzione auspicata dalle autorità europee:
Si tratta della dote fiscale rappresentata dalla trasformazione di alcune DTA degli istituti in crediti di imposta. Proprio negli ultimi giorni, l’Agenzia delle Entrate ha precisato che il bonus fiscale vale anche nei casi di fusioni tra più soggetti, portando molti operatori a ripensare all’opzione di una fusione tra Mps, UniCredit e Banco BPM che, secondo i calcoli di Equita SIM, vedrebbe l’AD di UCG Andrea Orcel incassare una dote di 5 miliardi.
Mps-UniCredit: a Orcel il marchio non interessa
Detto questo, per ora Piazza Gae Aulenti è concentrata a trattare con il Tesoro (maggiore azionista di Mps con una quota del 64%), per prendersi la metà migliore dell’istituto. Dunque, niente fusione.
La Repubblica fa oggi il punto della situazione:
“hanno trattato 40 giorni, quasi un migliaio di persone e quasi saltando le ferie d’agosto. Ma non hanno concluso: e UniCredit resta determinata a comprare solo la metà migliore del Monte dei Paschi”.
Il quotidiano parla di “nessuna fusione in vista”, ma di “scorporo di attività”.
Orcel sarebbe interessato a rilevare “una cinquantina di miliardi di euro di attività su 90 totali, e circa 1.100 dei 1.400 sportelli targati Mps”. Riguardo al marchio, La Repubblica sottolinea che a Orcel non interessa: “ha un valore contabile di 500 milioni e il banchiere non pare disposto a riconoscerla”.
Su Mediocredito centrale, la società controllata dal Tesoro potrebbe decidere di rilevare 150 sportelli di Mps collocati nel Sid Italia, “ma niente di più”, in quanto concentrata piuttosto sull’operazione Banca del Sud, dopo aver rilevato Popolare di Bari.
La Repubblica sottolinea dunque, una volta precisato anche il ruolo di Amco, che dovrebbe assorbire i crediti deteriorati della banca senese, ma anche parte dei crediti Stage2, ovvero crediti in bonis che rischierebbero di diventare deteriorati, che fuori dal perimetro di UniCredit, Amco e Mcc, resterebbero asset che nessuno vuole, entità legali come Mps Capital Services, Mps Leasing & Factoring, Montepaschi Fiducia, il Consorzio operativo che gestisce la rete informatica, “tutto con 5-6000 dipendenti dal futuro incerto”.
UniCredit, Cariverona: Mps può significare masse in più
Intanto arriva almeno la benedizione della Fondazione Cariverona all’operazione di Orcel su Mps:
“Sicuramente di un’operazione importante a livello italiano e per UniCredit può significare masse in più, un’opportunità di mercato come lo è stato per altre banche in precedenza». Così il nuovo direttore generale della Fondazione Cariverona, Filippo Manfredi, in un colloquio con Radiocor, ha commentato la situazione in cui versa Piazza Gae Aulenti, istituto di cui la fondazione è azionista. E’ d’accordo anche il presidente di Cariverona, Alessandro Mazzucco:
“Orcel si sta muovendo in una direzione abbastanza chiara e abbastanza corretta. C’è una grossa banca nel centro Italia che è spiazzata (Mps) e credo che questa iniziativa le possa fare solo del bene”.
Per Mazzucco l’operazione può rappresentare anche una svolta per la stessa UniCredit, “perché così come l’ha proposta Orcel consentirebbe di recuperare bene una parte della loro rete che può essere valorizzata nel mercato del Centro Nord”.