Notizie Notizie Italia Mps: fusione più vicina con mossa Tesoro sugli Npl, UBI alla finestra

Mps: fusione più vicina con mossa Tesoro sugli Npl, UBI alla finestra

4 Ottobre 2019 11:51

Nuovi rumor legati a Mps con il Tesoro che vede il tempo stringere in vista dell’importante scadenza di fine anno per tracciare il futuro della banca senese. Da via XX Settembre nelle scorse settimane hanno fatto capire che si sta lavorando intensamente al dossier Mps. Ma sul mercato continuano a circolare voci di un rinvio di 6 mesi.

Sgravare la banca di 10 mld di crediti deteriorati per aumentarne l’appeal

Il nuovo ministro dell’Economia, Roberto Gualtieri, starebbe intanto lavorando per alleggerire ulteriormente la banca del peso dei crediti deteriorati. Il Tesoro starebbe negoziando con la Commissione europea un piano per liberare la banca senese di circa 10 miliardi di euro di crediti deteriorati, una mossa propedeutica a facilitare la ricerca di un acquirente per la banca senese.  Una cifra molto elevata che rappresenta i due terzi dei crediti deteriorati della banca. Stando a quanto riportato da Reuters, il piano prevedrebbe lo spin off dei crediti in difficoltà a una società separata, che poi verrebbe fusa con Amco, la ex Sga (la società pubblica a cui fanno capo gli NPE delle ex Venete e recentemente intervenuta nel salvataggio di Banca Carige).

La mossa convince gli analisti che vedono salire le quotazioni di uno scenario di consolidamento che riguardi Mps. Il deal per far uscire da MPS 10 mld di crediti deteriorati permetterebbe, in base ai calcoli di Equita, di ridurre l’NPE ratio di Baca MPS dal 16,3% alla fine del primo semestre 2019 al 6,9%. Mancano dettagli sui valori a cui avverrebbe la cessione e quindi non è facile valutare l’impatto dell`operazione sui ratios di vigilanza. Ipotizzando valori di mercato con transfer price medio degli NPE del 38% (30 cent per gli NPL e 50 cent per gli UTP), una contribuzione di capitale iniziale pari a 20% da parte di Banca MPS nel nuovo veicolo, Equita stima che il CET1 di Banca MPS possa scendere a 11,5%. “Resta da risolvere il tema del financing della newco (o di Amco post acquisizione) che avrebbe necessità per almeno 3,4 mld. L’operazione faciliterebbe in modo determinante l’exit strategy del Tesoro da MPS che diventerebbe un target di M&A molto più appetibile anche alla luce de fatto di poter riconoscere e utilizzare più rapidamente 2,3 mld di DTA fuori bilancio”, conclude Equita.

Mediobanca Securities calcola invece che togliendo 10 miliardi di euro di esposizioni deteriorate porterebbe il rapporto NPE lordo di MPS scenderebbe al 5%, rendendola più attraente per qualsiasi consolidamento.

Tempi stretti, UBI il nome più caldo

I tempi per la presentazione del piano di uscita dello Stato dal capitale di Mps (e da attuare entro fine 2021) sono sempre più stretti e oltre all’esposizione ai crediti deteriorati, un altro ostacolo nell’iter di ricerca di un partner con cui fondere MPS è rappresentato dalle cause che pendono sulla banca con richieste miliardarie.

Tra gli scenari possibili sono più di uno anche se il Tesoro preme per favorire una fusione. Come ricorda oggi Il Sole 24 ore,  le opzioni sul tavolo sono tre: un’asta pubblica oppure l’emissione di più tranche di collocamenti di quote azionarie sul mercato (tramite accelerated bookbuilding), oppure l’aggregazione diretta con un’altra banca (con il nome di Ubi Banca che rimane quello più caldo).

Ieri Stefania Bariatti, presidente di Banca Monte dei Paschi, a margine dell’assemblea generale di Assolombarda ha detto: “Sull’ipotesi fusione non abbiamo preferenze, la decisione spetta al Ministero del Tesoro”.