Manovra, Renzi: ‘solo pochi spiccioli per taglio cuneo’. E Confindustria chiede piano shock finanziato anche con eurobond
I fondi che il governo M5S-PD vogliono stanziare per il taglio del cuneo fiscale sono troppo pochi. Lo pensa l’associazione degli industriali Assolombarda, lo pensa anche il leader di Italia Viva ed ex presidente del Consiglio Matteo Renzi. Dal canto suo, il numero uno di Confindustria Vincenzo Boccia propone un piano shock da 170 miliardi, con la notizia che viene messa in risalto dal Sole 24 Ore nella prima pagina dell’edizione odierna.
In una lettera pubblicata sul Corriere della Sera, Renzi si mette praticamente al fianco degli industriali di Assolombarda, confermando che, anche suo avviso, il taglio del cuneo fiscale proposto dall’esecutivo giallorosso in vista della legge di bilancio per il 2020 non è sufficiente. Parla, addirittura, di “spiccioli”.
“Se tornassimo a spendere per beni e servizi quello che spendevamo con il nostro governo avremmo magicamente servita sul piatto una cifra per il cuneo fiscale degna di questo nome. Non gli spiccioli proposti quest’anno”, si legge nella lettera.
“Non è pensabile che per diminuire il cuneo si voglia aumentare l’Iva. Aumentare l’Iva per 7 miliardi in cambio di una riduzione del cuneo fiscale per 2,5 miliardi di euro non è un affare: è un autogol“.
Renzi ritiene inoltre che “la vera priorità sia sbloccare il pacchetto da 36 miliardi di euro di investimenti pubblici tenuto fermo dai lacci della burocrazia e dell’inconcludenza politica”.
Ieri, in occasione dell’Assemblea 2019 di Assolombarda, il presidente dell’associazione Carlo Bonomi aveva lanciato un chiaro appello al premier Giuseppe Conte in relazione al cuneo fiscale:
“Le esperienze del passato mostrano che tagli al cuneo fiscale di pochi miliardi non hanno effetti significativi. Ne servono almeno 13 o 14! Non certo i due miliardi e qualcosa di cui leggiamo nella Nadef”.
Nella lettera pubblicata sul Corriere della Sera, l’ex premier Renzi ha anche detto di auspicare una pax romana per il debito italiano:
“L’Italia ha bisogno di quiete, di una pax romana che metta in sicurezza un Paese oberato da un debito monstre. Oggi gli interessi sul debito sono bassi, molto bassi. Ma nel resto d’Europa sono addirittura negativi. Il che costituisce una ghiotta occasione. Va rimodulato il debito, non le aliquote Iva. E rimodulare il nostro debito significa cogliere l’occasione dei tassi bassi per allungare la scadenza spendendo meno e mettendo in sicurezza il Paese per un paio di decenni”.
Riguardo al piano shock presentato da Boccia in occasione dell’Assemblea di Assolombarda, piano shock da 170 miliardi di euro, secondo il leader di Confindustria potrebbe essere finanziato per 70 miliardi da risorse già stanziate, quindi senza produrre nuovo deficit e aumentare il debito, mentre altri 100 miliardi potrebbero essere la dote italiana di un piano infrastrutturale europeo da mille miliardi, da finanziare con eurobond.
“Proponiamo in Europa una grande operazione massiva infrastrutturale, transnazionale, europea” dal valore di mille miliardi di euro, da finanziare eventualmente con eurobond, “di cui cento in dotazione all’Italia”. Il piano, ha precisato Vincenzo Boccia, creerebbe “milioni di posti di lavoro” e avrebbe un valore di 170 miliardi, considerando i 70 miliardi di fondi già stanziati ma non utilizzati.
“Bisogna andare oltre lo sblocca cantieri, usare il modello Genova – ha insistito Vincenzo Boccia – individuiamo ‘enne’ commissari, andiamo in deroga e, come abbiamo fatto per Expo e Genova, apriamo immediatamente cantieri per 70 miliardi di euro, non dibattiamo troppo per 2-3 miliardi nella legge di bilancio, guardiamo avanti. Abbiamo risorse gia stanziate per circa 70 miliardi per opere superiori ai 100 milioni, sono già stanziate, non si farebbe ricorso al deficit e non incrementerebbero il debito pubblico“.