Mps: forte richiesta per bond subordinato a tasso 8%. Rumor: vicino accordo con Ue
Buone notizie per Banca Monte dei Paschi di Siena (Mps) , che ha riscontrato una forte domanda a fronte dell’emissione del bond subordinato Tier 2 a tasso fisso, con scadenza 10 anni, destinato agli investitori istituzionali. Il bond collocato per un ammontare pari a 400 milioni di euro con un rendimento annuale dell’8% ha ricevuto ordini finali per oltre 900 milioni di euro da parte di oltre 100 investitori.
Il titolo è stato distribuito a diverse tipologie di investitori istituzionali quali Asset Managers (86%), Banche/Private Banks (11%), Fondi Hedge (2%) e altri (1%). La ripartizione geografica è stata: Regno Unito e Irlanda (55%), Italia (28%), Svizzera (7%), Francia (5%), altri paesi (5%).
Una nota di Equita SIM mette in evidenza il risultato, insieme ad altre indiscrezioni che riguardano l’istituto senese: in particolare il grande piano di derisking a cui sta lavorando:
“Stando a quanto riportato da MF, la UE e BMPS sarebbero vicini a trovare un punto di incontro sul maxi piano di derisking a cui la banca sta lavorando da alcuni mesi. L’operazione dovrebbe configurarsi – in base alle indiscrezioni già circolate nelle scorso settimane – nello spin-off a una newco di uno stock di NPE (stimiamo 10-11 miliardi) che verrebbe capitalizzata da BMPS con 1 miliardo di equity, equivalente ad assumere che il trasferimento avvenga con coverage di 66% (vs a 53% del 9M)”.
“Le sofferenze si legge ancora nella nota di Equita – verrebbero quindi implicitamente trasferite a circa 28 cent. La newco dovrebbe successivamente essere acquistata / fusa in Amco, la società di servicing controllata dal MEF. In base ai nostri calcoli, a queste condizioni, la goodco avrebbe un NPE ratio di 4,8% (vs 12,8% del 3Q) con un CET1 di 11,1%”.
Ancora, “per rendere la goodco ripulita dagli NPE più appetibile in chiave M&A, il progetto prevedrebbe anche lo scorporo dei rischi legali: il petitum (ovvero le richieste totali di risarcimento formulate contro la banca) ammontano a 4,7 miliardi, di cui – secondo BMPS: – 2.3 miliardi configurano rischi probabili (a fronte dei quali sono stati accantonati 500mn) – 1.4 miliardi rischi possibili (nessun accantonamento) – 1 miliardo rischi remoti (nessun accantonamento). La goodco senza rischi legali dovrebbe quindi essere in questo caso ricapitalizzata, eventualmente da un partner di M&A. Mentre il progetto di derisking sugli NPE ci sembra abbia elevate possibilità di concretizzarsi nei termini riportati, il tema dei rischi legali – anche alla luce degli importi in gioco e delle incertezze in merito all’esito delle dispute – è di più difficile stabilizzazione, condizione che rende l’M&A incerto anche post derisking 2.0″.
Equita fa riferimento anche al successo con cui è stata conclusa l’operazione di emissione del bond subordinato:
“Completato il programma di emissioni Tier 2 oggetto di committment con la Commissione Europea. Ieri Monte dei Paschi ha emesso un nuovo subordinato Tier 2 con scadenza 10 anni e opzione di richiamo anticipato dopo 5 anni per un ammontare pari a €400mn. Il bond paga una cedola annuale dell’8% e rating atteso di Caa1/CCC+/B (rispettivamente da Moody’s, Fitch e DBRS) ricevendo un ottimo riscontro dagli investitori con circa 900 mn di ordini. A livello patrimoniale, l’emissione comporterà un beneficio stimato di circa 70 bps in termini di Total Capital, incrementando a circa 170 bps il buffer rispetto al requisito SREP Total Capital (pari al 13,5%). Con questa operazione Monte dei Paschi completa il programma di emissioni Tier 2 oggetto di committment con la Commissione Europea nell’ambito del Piano di Ristrutturazione della Banca per un importo complessivo pari a €1.45 miliardi”.
Positivo il trend del titolo Mps che, nella seduta del 10 gennaio scorso, si è confermato grande protagonista dei mercati con un balzo +14 che, nei massimi intraday, è stato di quasi il 20%. L’azione quel giorno ha beneficiato della nota positiva di Moody’s. Moody’s ha rivisto il rating standalone (il profilo di credito autonomo) a ‘B3’ dal precedente ‘Caa1’, motivando la decisione con “i miglioramenti sostanziali nella qualità degli attivi degli asset della banca”.
Mps ha annunciato un Npe ratio al 12,5% alla fine del 2019, in deciso calo rispetto al 18% di fine 2018, come risultato del derisking in atto. L’outlook di Moody’s è passato inoltre da “negativo” a “positivo”.