Notizie Notizie Italia C’è chi fa peggio di FCA in UE, è la promessa sposa PSA. Nel 2020 attesa svolta con modelli ibridi ed elettrici

C’è chi fa peggio di FCA in UE, è la promessa sposa PSA. Nel 2020 attesa svolta con modelli ibridi ed elettrici

16 Gennaio 2020 10:52

Il 2019 non è stato certo un anno da ricordare per l’industria auto europea e per Fca in particolare. In attesa dei nuovi modelli elettrici e ibridi in rampa di lancio (prime consegne di Panda e la 500 ibride attese a febbraio, mentre per la 500 elettrica bisognerà attendere metà 2020), il gruppo guidato da Mike Manley ha chiuso il 2019 con immatricolazioni nell’area UE+Efta in calo del 7,3% a 946.571 unità e la quota e’ scesa al 6% dal 6,5% del 2018. Giù le vendite di tutti i marchi, tranne che per Lancia.

A dicembre le vendite hanno dato segnali di risalita anche se in crescita a un ritmo più lento rispetto al mercato e agli altri principali costruttori europei. Peggio di lei fa solo la francese PSA Group, con cui Fca si unirà in matrimonio. Il gruppo francese è più avanti di Fca sull’elettrico con il lancio lo scorso novembre della Peugeot e-208, mentre la Opel Corsa-e (il marchio Opel fa parte del gruppo PSA) arriverà a marzo 2020.

Il titolo Fca oggi viaggia in lieve rialzo a 12,51 euro dopo che ieri aveva chiuso sui minimi dal 30 ottobre scorso, ossia dall’annuncio dell’accordo tra i cda di Fca e Psa per una fusione alla pari. Rispetto ai picchi del 12 novembre il titolo ha ceduto oltre il 15% (oltre -6% in queste prime sedute del 2020).

Fca fa peggio del mercato, nel 2019 si salva solo il marchio Lancia

Fca ha immatricolato a dicembre oltre 69.400 vetture, il 13,8% in più rispetto allo stesso mese del 2018 per una quota del 5,5%. Tuttavia l’aumento è decisamente inferiore rispetto a quello del mercato e a quelli degli altri principali costruttori europei, ad eccezione di PSA Group (con cui Fca si unirà in matrimonio), che ha visto addirittura un calo del 2,7% delle vendite. Guardando all’intero 2019, non va meglio: Fca ha immatricolato quasi 946.600 auto, evidenziando un calo del 7,3% rispetto all’anno prima. La quota si è attestata al 6%.

Guardando ai singoli marchi del gruppo, tutti hanno chiuso il 2019 con segno meno, tranne Lancia. Nel dettaglio, il brand Fiat ha immatricolato poco meno di 660mila vetture, evidenziando un -7,2% nel 2019, anche se nel singolo mese di dicembre si è risollevata con u8n balzo di oltre il 25% delle vendite. Fiat Panda l’anno scorso (oltre 185.100) è cresciuta del 9,2% rispetto all’anno precedente, per una quota del 14,4% che la conferma leader di segmento. Alle sue spalle la 500, che con 12.400 registrazioni nel mese ha migliorato le vendite del 20,5%: la vettura aumenta la quota fuori dall’Italia di 0,8 punti percentuali raggiungendo il 15,9% che è la miglior quota di sempre.

Le immatricolazioni Alfa Romeo sono scese sull’intero anno del 35%, ma Fca si dice comunque fiduciosa per l’inizio del 2020, soprattutto grazie alla Stelvio che nel singolo mese ha incrementato le vendite del 30%. Sopra le 167mila unità le vendite di Jeep nell’anno che, dopo le forti crescite degli anni scorsi, sostanzialmente si conferma ai massimi livelli mai raggiunti in Europa. Le vendite di Lancia nel 2019 sono state 58.900, in crescita del 20,6% rispetto al 2018 per una quota dello 0,4%, +0,1 punti percentuali in confronto all’anno precedente.

“Riteniamo che i volumi registrati nel quarto trimestre siano tali da permettere il rispetto della guidance 2019”, rimarcano oggi gli analisti di Equita.

I dati dell’intero mercato

Chiusura in bellezza per il mercato auto in Europa, con la domanda che è cresciuta per il quarto mese consecutivo. A dicembre le immatricolazioni nell’area UE+Efta hanno fatto registrare un incremento del 21,4% e tutti i mercati sono in crescita tranne il piccolo mercato della Norvegia che accusa un calo del 9,7%. “Il risultato molto positivo di dicembre è dovuto – spiega il Centro Studi Promotor – sia al fatto che in quasi tutti i paesi vi è stato un giorno lavorativo in più sia, soprattutto, alla forte pressione sul mercato delle case e dei concessionari per smaltire vetture con emissioni di CO2 che ne avrebbero compromesso la vendita nel 2020″.

Meno brillante, anche se positivo, è il dato dell’intero 2019 che chiude a quota 15,8 milioni di unità, facendo registrare un aumento dell’1,2% e segnando il sesto anno consecutivo di crescita. Il progresso è dovuto a incrementi di 20 dei 31 mercati dell’area. Questo risultato è ancora lievemente al di sotto (-1,24%) del livello ante-crisi del 2007, anno in cui le immatricolazioni toccarono quota 16.003.436. Il gap da colmare è di 197.684 unità e sarebbe stato colmato se anche l’Italia, come tutti i maggiori mercati europei, avesse raggiunto il volume di immatricolazioni ante-crisi nei cui confronti accusa invece ancora un calo di 576.786 immatricolazioni.

Osservando i cinque principali mercati dell’Ue, la Germania (+5%) ha registrato il maggiore aumento e il miglior risultato degli ultimi venti anni dopo quello del 2009. La seguono la Francia (+1,9%) e l’Italia (+0,3%). Al contrario, sia la Spagna (-4,8%) sia il Regno Unito (-2,4%) hanno visto il calo della domanda nel 2019.

“In sintesi – secondo Gian Primo Quagliano, presidente del Centro Studi Promotor – il mercato dell’auto dell’area UE+Efta chiude il 2109 senza infamia e senza lode, mentre il 2020 si presenta con notevoli difficoltà essenzialmente per le ulteriori restrizioni sulle emissioni di CO2 e per il persistere degli effetti negativi della demonizzazione del diesel”.