Morgan Stanley taglia il 5% dei dipendenti. USA in rosso in attesa della Fed
Morgan Stanley intende ridurre la forza lavoro di 3.000 unità entro la fine di giugno, in seguito al crollo delle operazioni di Ipo e m&a a Wall Street. Si tratta di circa il 5% del personale a livello globale, esclusa la divisione dei consulenti finanziari e la divisione di gestione patrimoniale della banca newyorkese. Questo è il secondo giro di licenziamenti in meno di sei mesi, a dicembre dello scorso anno la banca ha licenziato circa 1.800 dipendenti, o poco più del 2% della forza lavoro globale.
Il titolo perde il 2,7% a Wall Sttreet a quota 85 dollari per azione. Per Morgan Stanley, questo sarà il secondo giro di tagli in meno di sei mesi.
Morgan Stanley taglierà il 5% della forza lavoro
Come anticipa Bloomberg i tagli della banca con sede a New York non comprenderanno la divisione dei consulenti finanziari e il personale di supporto che saranno risparmiati. Si prevede che i licenziamenti saranno ampiamente diffusi nel resto dei settori e avranno un impatto maggiore sul personale bancario e commerciale.
Attualmente Morgan Stanley impiega 82.000 persone. Secondo quanto riporta l’FT, la divisioni investment banking dovrebbe essere la più colpita rispetto alle altre divisioni della banca newyorkese.
L’istituto di credito guidato da James Gorman non é l’unico che ha intrapreso un processo di riduzione della forza lavoro, recentemente anche Goldman Sachs, Citigroup e Bank of America hanno annunciato dei tagli dei dipendenti per ridurre i costi.
Il motivo principale, almeno per quanto riguarda il caso della banca guidata dal ceo Gorman è la mancanza di affari relativi alle quotazioni in borsa ovvero gli IPO e le operazioni di m&a (fusioni e acquisizioni), fortemente diminuite a causa della debolezza dei mercati. E dunque questo costringe le banche a ridurre il personale per affrontare i costi. Secondo i dati di Dealogic, nel 2023 i volumi degli IPO a Wall Street sono calati del 74% rispetto allo scorso anno.
Il mese scorso, gli analisti hanno criticato Morgan Stanley in seguito ai numeri del primo trimestre dell’anno che ha mostrato costi più elevati e utili in calo. Le spese relative alla divisione Investment banking e gestione patrimoniale del gruppo hanno danneggiato in particolare i margini di profitto.
Wall Street in rosso in attesa della Fed, le banche guidano il sell-0ff
Il comparto bancario di Wall Street guida il sell-off di oggi in attesa del meeting della Fed, in agenda mercoledì 3 maggio.
Il Dow Jones perde 576 punti, ovvero l’1,7%, l’indice principale S&P 500 segna un – 1,7% a quota 4093 punti. Mentre l’indice tecnologico il Nasdaq Composite scende dell’1,5% a 12,036 punti.
Come stavamo dicendo sotto pressione il comparto bancario in seguito al terzo collasso di alto profilo nell’arco di un mese, ovvero quello di First Republic Bank. Nonostante le rassicurazioni di Jamie Dimon, che il peggio è rimasto nel passato, arrivate in seguito all’acquisto di First Republic da parte di JPMorgan, rimane il dubbio sul futuro degli istituti di credito regionali. Le banche regionali PacWest e Western Alliance hanno interrotto le negoziazioni in seguito ad un crollo superiore del 20%.
Nel frattempo, le azioni di JPMorgan Chase cedono l’1%, restituendo parte dei guadagni della sessione precedente. Anche altre colossi della finanza, tra cui Goldman Sachs, Bank of America e Citigroup, stanno cedendo oltre il 2,5% nel corso della seduta odierna.