Monte dei Paschi di Siena: governo studia intervento che rispetti regole Ue
Dopo la seduta di ieri la situazione dell’istituto senese non è fra le più rosee. Ieri il titolo ha perso in Borsa il 13,99% del proprio valore. Allargando il campo temporale la situazione si fa ancora più impietosa: da inizio anno è stato bruciato il 73,3% della capitalizzazione di Borsa mentre, dai massimi dello scorso agosto a 2,006 euro, le azioni si sono deprezzate dell’83,5 per cento.
Non c’è molto tempo, ed il governo è consapevole che la via del compromesso con Bruxelles andrebbe trovata al più presto, almeno prima del 29 luglio quando l’Eba, l’Autorità bancaria europea, divulgherà i risultati degli stress test condotti sui 51 principali istituti del Vecchio Continente, Banca Mps compresa.
Il governo sta contemplando di appellarsi all’articolo 32 della direttiva sulle risoluzioni bancarie, che sancisce la possibilità di un intervento pubblico nell’ipotesi di un’imminente bocciatura allo stress test. L’ “aiuto” però può avvenire solamente in via preventiva, tramite aumento di capitale, e deve essere volto a “rimediare alle conseguenze della perturbazione” che provocherebbe l’eventuale bocciatura.
Intanto, i negoziati fra Roma e Bruxelles vanno avanti, con la proposta del governo che prevede un aumento di capitale che rispetti le regole della Commissione Ue. Lo schema dell’operazione dovrebbe prevedere il lancio di obbligazioni convertibili, simili ai bond lanciati nel 2012 dal governo Monti, e un intervento a sostegno del Fondo Atlante, per un ammontare non inferiore ai tre miliardi.
Ieri il Commissario Europeo alla Concorrenza, Margaret Vestager, ha dichiarato, in risposta all’articolo circolato sul Financial Times sulle intenzioni di Renzi di proporre un’azione unilaterale che “esistono soluzioni senza effetti collaterlai per gli investitori”. Un primo segnale di apertura quindi, ma la parola finale spetta a Jean Claude Juncker e a Mario Draghi.