Notizie Notizie Mondo E’ il momento di puntare sull’azionario europeo, nonostante tutto (analisti)

E’ il momento di puntare sull’azionario europeo, nonostante tutto (analisti)

17 Maggio 2016 09:55

 

Puntare in
questo momento sull’azionario europeo potrebbe essere cosa buona e giusta.

Questa l’opinione di Erik Knutzen, Chief Investment Officer Multi-Asset Class
di Neuberger Berman, che in un commento odierno fa il punto proprio sull’asset
class ritenuta più rischiosa da molti analisti internazionali.

L’esperto
sottolinea nel suo comment come l
a maggior parte degli investitori ha osservato
un miglioramento del sentiment ad aprile nei confronti dell’azionario, dell’obbligazionario
ad alto rendimento, dei mercati emergenti e delle commodity.
Nonostante la performance
degli asset europei non sia stata per nulla esaltante.

“Ci troviamo in difficoltà nel prendere esposizione in modo davvero
convinto finché i fondamentali non saranno chiari. Nessuna area geografica può
dirsi leader
dell’economia globale. Il rialzo del dollaro ha reso la vita
difficile alle aziende statunitensi, anche se i dati macro si sono rafforzati. Ora
che i dati recenti appaiono indeboliti può essere il momento di guardare
all’Europa più da vicino” sottolinea Knutzen.

L’esperto evidenzia inoltre come sia facile concentrarsi sui
titoli da prima pagina
ed immaginare l’Europa in una crisi permanente, percorsa
dal rischio geopolitico. Scavando un po’ più a fondo, si possono trovareaspetti positivi a livello di singole economie e un posizionamento favorevole sulle
aziende.

Settimana scorsa ci sono state notizie positive riguardanti la Grecia. Il suo parlamento ha approvato delle riforme senza melodrammi, dando
il via ad una revisione del bailout che, secondo Knutzen, dovrebbe mettere in
circolazione fondi ed aprire le discussioni sullo sgravio del debito.

Una settimana prima, la crescita del Pil dell’eurozona ha
sorpreso al rialzo, proprio mentre gli Usa annunciavano la più bassa crescita
trimestrale degli ultimi due anni. Venerdì scorso la Germania ci ha mostrato un
Pil solido.
I dati manifatturieri provenienti dall’Europa sono stati
contrastanti, così come per gli Usa, ma è incoraggiante vedere l’Italia e la
Spagna superare le attese. Il problema della disoccupazione in Europa rimane
grave ma le rivendicazioni dei senza lavoro, i tassi di partecipazione alla
forza lavoro e i dati sugli stipendi del settore non agricolo ci ricordano che
non è tutto rose e fiori nemmeno negli States.

Certo, tutto è relativo. La crescita dell’Europa nel primo
trimestre è dello 0,5%, esattamente come negli Stati Uniti. Manca ancora la
volontà di ristrutturare il debito greco. La produzione industriale in
Germania, Francia e Regno Unito si sta indebolendo. L’inflazione è inesistente.

Ma le opportunità in Europa non riguardano i dati macro. Sono
piuttosto una serie di fattori che, messi in fila, sostengono l’idea di
investimento nel settore corporate europeo”.

L’esperto mette in evidenza come le aziende europee tendono
a beneficiare di prezzi del petrolio più bassi.
Inoltre sono maggiormente esposte
ai mercati emergenti, in cui il sentiment potrebbe migliorare. Infine, laquantità di moneta in circolazione nell’eurozona sta crescendo in modo
consistente e quest’anno c’è stato un’ulteriore stimolo da parte della Bce.

“L’azione di stimolo include l’impegno all’acquisto di
obbligazioni aziendali,
cosa che sta creando un’ondata di nuove emissioni in
euro: circa 19 miliardi di euro sono arrivati al mercato soltanto nella giornata
di mercoledì scorso.
Questa leva potrebbe creare problemi nel lungo periodo ma
nel frattempo lancia il messaggio di un’abbondante liquidità e mostra la
possibilità di investimenti redditizi.

Questo è incoraggiante, visto che le aziende europee hannomolto più margine di miglioramento degli utili delle corrispettive americane. I
profitti societari sono allo stesso livello del 2010 e non sono mai tornati su
quelli precedenti la crisi. Al contrario, i profitti americani hanno segnato un
picco nel 2014 e da allora sono in calo.

L’inversione di tendenza non è ancora in corso. A stagione
delle trimestrali quasi finita, gli utili per azione delle società dell’S&P
500 sono in calo di poco più del 5% anno su anno; in Europa, gli utili per
azione delle società dello Stoxx 600 sono in calo del 21% e le attese per la
crescita degli utili a fine anno sono a favore di un indebolimento.

Ciononostante i miei colleghi che si occupano di azionario
stanno guardando fuori dagli Usa, e per una buona ragione. Diamo un’occhiata
alle performance.

Da inizio anno i mercati che hanno avuto le performance
peggiori
includono lo Stoxx 600, le banche europee ed i listini italiano e
tedesco (insieme alla Cina ed al Giappone). Ma è andata diversamente ad aprile,
quando la Spagna era in positivo del 4%, l’Italia del 3% e l’S&P 500 era
piatto. Per gli investitori in dollari americani i risultati sono stati perfino
migliori: da inizio anno l’azionario spagnolo ha chiuso aprile in territorio
positivo contro il biglietto verde.

In un mondo in cui le vere opportunità scarseggiano, ititoli europei potrebbero essere una buona fonte di valore nel lungo termine ed
i mercati potrebbero ora riconoscere in parte questo valore”.